28/08/2024
“Se uno non ha mai provato sembra un’impresa ardua, ma in realtà è una cosa semplicissima, che si può imparare in cinque minuti. Ci si siede a gambe incrociate, cercando di stare il più dritti possibile, si tende la colonna vertebrale dal coccige all’occipite, si chiudono gli occhi e ci si concentra sul proprio respiro. Inspirazione, espirazione. Tutto qui. La difficoltà sta proprio nel fare che sia tutto qui. La difficoltà sta nel limitarsi a questo. All’inizio ci si da troppo da fare, si cerca di scacciare i pensieri. Presto ci si rende conto che non è semplice scacciarli; allora si resta a guardarli girare in tondo, e piano piano gli si va dietro sempre di meno. A poco a poco il respiro rallenta: l’idea è quella di osservarlo senza modificarlo, e anche questo è molto difficile, quasi impossibile, ma con la pratica si migliora un po’, e un po’ è già tantissimo. Si intravede un’isola di pace. Se per una ragione o per l’altra non si è tranquilli, se si è agitati, non è grave: si osserva la propria agitazione, o il proprio fastidio, o la propria voglia di muoversi, e osservandoli li si pone a distanza, liberandosene un poco. Per quanto mi riguarda, sono anni che mi dedico alla meditazione. Non ne parlo perché mi mete a disagio il suo lato new age, e tutte quelle menate, ma è così efficace e salutare che fatico a capire perché non la pratichino tutti.”
Emmanuel Carrère, Limonov