
25/02/2025
UN ALTRO BIMBO SOSPESO: QUESTA NON E’ GIUSTIZIA
Nel 2023 ho usato i miei profili social per denunciare ciò che stava accadendo ad una famiglia affidataria di Verona, che aveva avuto in affido un bambino di 7 mesi crescendolo nei tre anni seguenti. Poi è successo che il Tribunale, verificando la non recuperabilità delle competenze genitoriali della famiglia d’origine, ha giudicato adottabile il minore. Ma a quel punto la prassi ha voluto che la famiglia adottiva non coincidesse con la famiglia affidataria, in quanto la famiglia biologica del minore viveva nella medesima area geografica della famiglia affidataria. Quel caso, anche all’interesse mediatico che si sollevò, si concluse nel modo auspicato, ovvero la famiglia affidataria divenne la famiglia adottiva nel maggiore interesse del minore al quale andava garantita, prima di tutto, continuità affettiva. Dopo essermi interessato a quel caso, ho ricevuto altre segnalazioni, l’ultima della quale sta avvenendo proprio nella mia provincia di residenza: Varese. E proprio perché avviene a pochi chilometri da dove vivo e abito, non riesco a non parlarne. Di nuovo abbiamo un bimbo dato in affido nelle prime settimana di vita e, dopo alcuni anni, dichiarato adottabile. Ma a questo punto la legge vorrebbe darlo in adozione ad una famiglia diversa da quella affidataria, sottoponendo il bambino ad un trauma di abbandono che alla sua età (4 anni) potrebbe avere ripercussioni gravi ed evidenti nel medio e lungo termine. In questi casi, la procedura impone al bambino di fare incontri protetti con la futura famiglia adottiva e il minore si trova già a vivere un’esperienza faticosissima dal punto di vista emotivo. Sa chi lo ha amato e curato per anni, ma la legge gli chiede , anzi gli impone, di “disimparare l’amore della famiglia affidataria” per apprenderne uno nuovo, quello della famiglia adottiva. Lasciatemi dire che questa è una situazione senza senso, che non tutela in alcun modo il bene maggiore per il bambino, in quanto “l’adempimento di legge va contro ogni interesse del minore”. Per questo mi sento di appoggiare la battaglia che la famiglia affidataria sta combattendo per poter adottare il bambino che ama e cresce da tre anni. Ogni specialista di età evolutiva si pronuncerebbe in questo modo. Il Tribunale dei Minori che deve stabilire l’idoneità adottiva dovrebbe davvero mettere il bene del bambino davanti a qualsiasi altro criterio. La giustizia a volte va oltre la burocrazia. Qui sotto un articolo del giornale locale (La Prealpina) che spiega cosa sta succedendo. Non posso fare nulla di più per questo bambino e i suoi genitori. Ma anche questo poco potrebbe servire per una causa giusta”.
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