La Psicologia di Luca

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COME E' MORTO GIUSEPPE, IL PADRE DI GESU'?Nei Vangeli canonici San Giuseppe è citato pochissimo e ad un certo punto non ...
23/09/2020

COME E' MORTO GIUSEPPE, IL PADRE DI GESU'?

Nei Vangeli canonici San Giuseppe è citato pochissimo e ad un certo punto non se ne parla più. L’ultima sua apparizione è quando Gesù a 12 anni stupisce con i suoi discorsi i sacerdoti e lui lo va a riprendere con tante scuse.
Sappiamo che lavorava a Nazareth come falegname anche se la parola originale, tèknon, è più ampia, forse conduceva una piccola impresa. Il piccolo Gesù lo aiutava nelle commissioni sin da bambino.

Tutte le fonti son concordi nel dire che non era il padre biologico di Gesù, che l’aveva comunque adottato e lo trattava al pari degli altri figli. Un brav’uomo insomma, lavoratore e attaccato alla famiglia. Ma che fine ha fatto?

Qualche notizia in più la ricaviamo dai Vangeli Apocrifi, cioè non “ispirati” e non riconosciuti allo stesso livello degli altri. E’ un peccato, perché qualcuno secondo me è ben fatto e qua e là contengono delle vere perle (l’immagine del bue e dell’asinello a Natale viene da loro). Ve li consiglio insomma, dopo averli letti Fabrizio De Andrè scrisse La Buona Novella, uno dei suoi album più belli.

Secondo loro (soprattutto il Proto Vangelo di Giuseppe), Giuseppe morì vecchissimo tra le braccia di Gesù e della moglie Maria. Malgrado la veneranda età era lucido e non aveva nemmeno un dente cariato in bocca.

Dai testi traspare l'affetto del giovane Gesù, che non aveva ancora iniziato la vita pubblica, verso il suo padre adottivo. E dato che addormentarsi per sempre tra le braccia di Gesù e Maria sarebbe il massimo per ogni cristiano, egli è considerato il "Patrono della buona morte"

SOCIAL Attualmente ne conosco principalmente sei di Social Media, vale a dire strumenti di comunicazione gratuiti e aper...
06/09/2020

SOCIAL

Attualmente ne conosco principalmente sei di Social Media, vale a dire strumenti di comunicazione gratuiti e aperti a tutti (generalisti) tramite il web. Sicuro di dire delle cavolate elenco per me i più noti.

FACEBOOK tra i primi social, permette di condividere sia testo che immagini con tanti ma tanti nel mondo. Diffusissimo, con quasi due miliardi di utenti, ha praticamente ammazzato i vari forum e blog e c'è stato un periodo che aveva quasi il monopolio. Da qualche tempo però è molto criticato per la privacy, che ha troppi buchi, e per le troppe fake news. Anche per questo è considerato dai più un "social per vecchi", fuori moda. I giovani preferiscono a quanto pare dirigersi su Instagram e altri.

INSTAGRAM: attualmente va per la maggiore, ma si sa che in questo campo le mode son rapidissime. Instagram, come suggerisce il nome stesso, è molto orientato sul "visivo": posti tue foto con eventuali brevi didascalie. Il regno del selfie. Poco censurato, molto diffuso tra i giovani.

TWITTER: consente di condividere brevi testi (140 caratteri). In passato andava per la maggiore, adesso mi pare il declino.

QUORA: il Social degli intellettuali, Lunghe risposte e discussioni. Si parla di tutto. Poche le immagini, tante le storie.

TIK TOK l'ultimo grido, consente di condividere brevi video, scenette in genere senza parole. Diffusissimo in tutto il mondo tra i giovani. Essendo nato in Cina la censura non permette video politici o scabrosi. A parere mio è un po' superficialotto ma molto divertente.

YOUTUBE: consente di condividere video o file audio anche molto lunghi, che durano ore. Ma c'è troppa pubblicità e adesso vorrebbe diventare a pagamento.

Ecco qua, ho detto qualcosa di sbagliato? Per la serie: il mondo in cui viviamo.

ADDORMENTARSI“Infermiera, mi tenga la mano per favore.”“Certo. Eccomi, cosa c’è signora Rosa?”“Ho paura, temo...temo che...
02/09/2020

ADDORMENTARSI
“Infermiera, mi tenga la mano per favore.”
“Certo. Eccomi, cosa c’è signora Rosa?”
“Ho paura, temo...temo che che non passerò la notte. Sono troppo vecchia, mi fa male tutto.”
“Lei con i suoi 102 anni è la nostra degente più anziana.”
“Mi sento come una foglia che sta per cadere, il tempo è finito.”
“Se vuole chiamo qualcuno dei suoi parenti.”
“Non c’è più nessuno da chiamare, non ho più nessuno, sono morti tutti. Mi hanno lasciata indietro, senza scopo. Sono rimasta sola e piena di dolori.”
“Allora lasci che mi sieda io accanto a lei. C’è ancora tempo prima che finisca il turno, aspetti che intanto le prendo qualcosa per il dolore.”
“Grazie, lei è tanto gentile, un angelo.”
“E lei è tanto dolce, signora Rosa, si vede che è stata una brava donna nella sua vita.”
“Amo il Signore, ma non lo vedrò. Avrò ciò che merito. Non posso andare in paradiso.”
“Lei si merita il meglio, signora Rosa.”
“Infermiera, posso confessarle il mio segreto?”
“Che segreto?“
“Le ho raccontato ieri che sono nata in campagna. Si cresceva presto allora e a 16 anni sono rimasta incinta di un ragazzo che... non conoscevo molto bene.”
“Come tante ragazze, purtroppo.”
“Sarebbe scoppiato un grosso scandalo, avrebbero scacciato me e il bambino. Allora ho nascosto la gravidanza e quando è arrivato il momento ho partorito nella stalla. Avevo visto le vacche partorire e sapevo come si faceva. Mi sono messa in bocca un panno per non urlare. Poi dopo che è nato, ci ho avvolto il bambino e l’ho gettato in uno stagno vicino alla fattoria.”
“Oh mio Dio. Era così spaventata?”
“Sì, mi vergognavo tanto. Ho fatto tutto da sola, non volevo che nessuno sapesse. Piangevo da sola. Non mi perdonerò mai. Oh che dolore... Non andrò mai in Paradiso. Mai mai, mi scusi...mi scusi. Quando ripenso a quei momenti, il mio cuore smette di pulsare.”
“No signora Rosa, non è così. C’è un posto anche per lei in Paradiso, c’è per tutti.”
“No, per me no.”
“Io penso invece che volerà in Paradiso e finalmente abbraccerà suo figlio.”
“Mio figlio?”
“Certo, perché finalmente non sarà più solo.”
“Il mio bambino mi vorrà ancora?”
“E’ lì che la attende. E’ da tanti anni che aspetta la sua mamma per abbracciarla ancora.”
“Se è così allora posso... posso addormentarmi in pace.”

LILLYLilly da quando aveva 4 anni viveva con i nonni, brave persone che gestivano un ristorantino tra le montagne. Il pi...
02/09/2020

LILLY
Lilly da quando aveva 4 anni viveva con i nonni, brave persone che gestivano un ristorantino tra le montagne. Il piccolo locale era al piano di sotto, l’appartamento al piano di sopra, insomma uscio e bottega.
La mamma di Lilly purtroppo era sparita da qualche anno, il paesino le stava troppo stretto. Storia già sentita ma sempre dolorosa, dopo tante discussioni la loro unica figlia era scappata in moto con il compagno e non si era più fatta viva.
Lilly era però rimasta con loro e in fondo cresceva bene in mezzo ai monti. Avanti cosi, l'importante è il benessere della bambina.
Mentre ascoltavo la loro storia al Tribunale Minorenni mi immaginavo una roba tipo Heidi. Una bambina che abitava sui monti con i nonni e le caprette che fanno ciao. Torna alla realtà Luca, ascolta quello che ti sta dicendo quest’uomo con i baffoni bianchi.
“Vogliamo bene a Lilly, viviamo per lei, le abbiamo intestato tutto.”
“E come mai siete qui?” Lo sapevo già ma volevo sentirlo da loro.
“Vogliamo l’affidamento esclusivo della bimba, sa ogni tanto in comune ci fanno problemi con i documenti.”
“Lilly parla mai della mamma?”
"Quasi mai. Ogni tanto dice "quando stavo con la mamma" ma in genere no."
"E’ consapevole allora che voi siete i suoi nonni?"
Il nonno mi guardò e fece un sorrisetto, come fanno i proletari quando il padrone dice una stupidata.
""Certo dottore, però quando è sovrappensiero capita che ci chiama mamma o papà."
"Eh ogni tanto scappa. Scusate se sono indiscreto ma a salute come state? Ce la fate a reggere una bambina?"
"Sicuro, abbiamo 60 anni e siamo dei montanari! I nostri genitori hanno vissuto sino a 90 anni."
"Ceppo robusto. Avete parenti?"
"Uh una valanga. Siamo una grande famiglia e Lilly non è mai sola."
Io ascoltavo e pensavo che di solito Qui Quo Qua vengono affidati a Zio Paperino, ma non è raro che si proponga e venga scelta invece Nonna Papera (e Papero), dà più garanzie. A questo punto, distogliendomi da queste profonde riflessioni intervenne proprio la nonna.
"Lilly è stato un dono del Signore per noi. Non faremo con lei gli stessi errori che ... che abbiamo fatto con nostra figlia. Siamo cambiati e felici con lei. Non sciuperemo questo dono."
"Bene, è quello che volevo sentire."
"Senta ma se...se domani nostra figlia tornasse? Che succederà a Lilly?"
"Essendo per legge collocata dai nonni resterà da voi ma non vi nascondo che potrebbero nascere, aldilà della legge, tempi difficili. La bimba potrebbe trovarsi lacerata dentro."
"Cosa potremmo fare?"
"Vi dò un suggerimento: cautela, non impuntatevi e chiedete aiuto senza remore. Non parlatele mai male della mamma, mi raccomando, ne va della sua serenità interiore."
"Va bene, chiederemo aiuto. Noi vogliamo solo che la bimba cresca felice."

I FIGLI DELLA PANDEMIA Sarà anche banale pensarlo, ma nei mesi di lockdown primaverili molte giovani coppie ci avranno d...
02/09/2020

I FIGLI DELLA PANDEMIA
Sarà anche banale pensarlo, ma nei mesi di lockdown primaverili molte giovani coppie ci avranno dato dentro.
Anche solo per passare in modo piacevole un tempo casalingo. E quando mai ci ricapita una occasione del genere?
Per cui a rigor di logica dovremmo aspettarci nel 2021 un boom di nascìte, i figli della pandemia. A proposito per favore proibite già da adesso nomi balzani tipo Virus, Corona, Triage o Covido 🙁
O no? Oppure tutti saranno stati bene attenti a non mettere al mondo bimbi? Voi vedete in giro più donne incinte del solito?
Boh. Chissà cosa accadrà nei Reparti Maternità da Natale in poi. Un nuovo inizio. Il mondo va avanti.

HO SBAGLIATOEro convinto che il Coronavirus, come tutte le altre influenze, sarebbe sparito in estate, con il caldo. Qua...
02/09/2020

HO SBAGLIATO
Ero convinto che il Coronavirus, come tutte le altre influenze, sarebbe sparito in estate, con il caldo. Quando mai una influenza invernale resiste al caldo.
Invece no, mi sbagliavo. Non solo il virus bastardo ha fatto il giro del mondo ripresentandosi alla porta, ma durante l'estate sta combinando sfracelli nello stesso emisfero occidentale (U(SA). E' più coriaceo di quel che pensavo.
Risultato e facile previsione: ci sarà purtroppo una seconda ondata con relativo lockdown anche se non so bene in che termini. Porteremo in ogni caso le mascherine e ci saluteremo con il gomito ancora a lungo. Questo 2020 è proprio strano.
Non tutto di questo Covid-19 mi è chiaro (qual è la sua effettiva pericolosità? sta mutando? chi l'ha già preso come mia sorella è immune? che succederà alle scuole? etc).
Un nemico invisibile. Cautela e adattamento. Per quanto tempo ancora? Come vorrei che questo incubo finisse presto.

UN UOMO, UN CAVALLO E UN CANE “Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano vic...
02/09/2020

UN UOMO, UN CAVALLO E UN CANE
“Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all’istante. Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione.
Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte, erano sudati e assetati. Ad una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d’oro, al centro della quale s’innalzava una fontana da cui sgorgava dell’acqua cristallina. Il viandante si rivolse all’uomo che sorvegliava l’entrata.
“Buongiorno”.
“Buongiorno” rispose il guardiano.
“Che luogo è mai questo, tanto bello?”
“È il cielo”.
“Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! ”
“Puoi entrare e bere a volontà”, il guardiano indicò la fontana.
“Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete”.
“Mi dispiace molto -disse il guardiano- ma qui non è permesso l’entrata agli animali”.
L’uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo. Ringraziò il guardiano e proseguì.
Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.
All’ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.
“Buongiorno” disse il viandante.
L’uomo fece un cenno con il capo.
“Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete”.
“C’è una fonte fra quei massi”, disse l’uomo, indicando il luogo, e aggiunse: “Potete bere a volontà”. L’uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono. Il viandante andò a ringraziare.
“Tornate quando volete”, rispose l’uomo.
“A proposito, come si chiama questo posto? ”
“Cielo”.
“Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là! ”
“Quello non è il cielo, è l’inferno”.
Il viandante rimase perplesso.
“Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grande confusione! ”
“Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro amici”.
(Paulo Coelho)
Bella storia di Coelho, con un significato valido per me. Sto attraversando un inferno personale, ma almeno è servito a riconoscere chi mi ama veramente.

PERCHE' LA CALABRIA E' COSI' POCO VALORIZZATA?La Calabria è una regione molto bella. Ma veramente tanto, talmente bella ...
02/09/2020

PERCHE' LA CALABRIA E' COSI' POCO VALORIZZATA?
La Calabria è una regione molto bella. Ma veramente tanto, talmente bella che la domanda sorge spontanea. L'ho frequentata a lungo e girata in lungo e in largo e secondo me è più bella per esempio della Puglia per non parlare della Basilicata o altre regioni. Sponde meravigliose, mare bello, montagne, colori, sapori, arte etc. In Calabria c'è tutto.
Anche i suoi abitanti, tra cui ho dei cari amici, sono persone di cuore, dotate di una generosità oltre il limite e con un senso della famiglia grande. Alcuni dei miei ricordi più belli di ragazzo sono legati alla Calabria e al suo popolo. I calabresi sono in genere brava gente, come del resto in tutto il mondo.
In genere, perché la Calabria ha un grave difetto, la criminalità organizzata, la cosiddetta 'ndrangheta. Non mi addentro in particolari o dettagli storici, dico solo che la sua presenza è fortissima e percepibile anche dal turista più giovane e distratto. La criminalità controlla larghe fette di territorio, è spietata e feroce.
Nei paesini interni, da San Luca in poi, per esempio di notte è difficile passare. Non fatemi aggiungere altro per favore. Potrei raccontare storie poco simpatiche. Vi dico solo che se volete scoprire un'altra Italia dovete passare da quei posti. Lo Stato è assente. Preparatevi.
"Beh, questo vale ovunque con la criminalità, cos'ha la 'ndrangheta di diverso?" Una fortissima coesione interna è la sua arma vincente. Il "senso della famiglia"di cui parlavo prima qui mostra il suo lato tribale peggiore, di clan, Non esistono pentiti veri nella 'ndrangheta, perché i legami sono tutti di sangue.Questo ha reso la criminalità calabrese così forte e rispettata non solo in Calabria, ma in tutto il mondo.
Risultato: la "vergogna della Calabria" spadroneggia e taglieggia il suo stesso popolo oltre ogni limite. Se fossi un imprenditore ci penserei 100 volte prima di investire in Calabria. A lungo andare la 'ndrangheta ha poi generato il tipico paesaggio mafioso, a macchia di leopardo. Ville meravigliose accanto a tuguri.
Che depressione che arretratezza. Quando ci sono recentemente tornato ho visto che la situazione è addirittura peggiorata. Non so cosa si potrebbe fare.

REGOLE DEL CALCIO D’INFANZIA1.- Il ciccione o l’occhialuto erano sempre il portiere2.- La partita finiva quando tutti er...
02/09/2020

REGOLE DEL CALCIO D’INFANZIA
1.- Il ciccione o l’occhialuto erano sempre il portiere
2.- La partita finiva quando tutti erano stanchi
3.- Anche se il punteggio era 20-0 chi segnava per ultimo vinceva.
4.- Nessun arbitro.
5.- Dare fallo solo se qualcuno iniziava a piangere; però se piangevi eri una fe*******ia
6.- Non esisteva fuorigioco
7.- Se il padrone del pallone si arrabbiava, lo portava via e la partita finiva.
8.- I 2 migliori giocatori non potevano essere nella stessa squadra e lo sapevano anche loro.
9.- Se venivi scelto per ultimo era una grande umiliazione significava che non ti voleva nessuno perché eri scarso. A volte due scarsi valevano uno bravo.
10.- giocavi anche 2-3 ore di fila.
11.- La partita si interrompeva quando passava un anziano o una macchina, uno diceva "arimortis!". Quando era passato si diceva "arivivis!" e si ricominciava
12.- I giocatori del quartiere più vicino erano nemici per sempre.
13.- Coloro che non avevano idea del calcio rimanevano riserve o al massimo difensori.
14.- Quando i grandi giocavano, dovevi lasciare il campo senza protestare, al massimo mugugnare.
15.-C’era sempre un vicino che non ti lasciava giocare e ti minacciava di prendere la palla e di bucarla.
16.- Se si scommetteva qualcosa, il gioco era molto serio come se fosse una finale.
17.- Le porte erano due zaini o due giacche, ci stava sempre una squadra che barava con la porta più piccola.
18.- Quando il portiere veniva spinto il gol non era valido.
19.- Le regole si stabilivano prima di cominciare la partita.
20.- Se era rigore, toglievi il ciccione e parava il migliore
21.- Chi la tira la va a prendere, se eri fortunato passava uno e si gridava tutti insieme "PALLAAAA!!"
22.- Se i giocatori erano pochi, uno della squadra faceva il portiere volante
23.- Se non c’è sangue non è fallo
24.- Tre corner un rigore
25.- Se la traversa non c’era, era alta come il portiere con le braccia alzate
26.- Le porte si chiamavano porticine
27.- Non essendoci magliette dovevi imparare subito la formazione a memoria per evitare passaggi sbagliati
28.- Uno che non passava mai la palla era detto "Venezia"
29.- Le femmine non erano ammesse, al massimo facevano il tifo. Si ha notizia di qualcuna che faceva il portiere ma forse è solo una leggenda.
30.-Si facevano tre partite, bella rivincita e bellissima
(la prima lista fu compilata da Stefano Benni, ogni tanto la aggiorno, arricchisco e ripropongo, va sempre bene ripassare i fondamentali)

UN GENITORE ESASPERATO DAL FIGLIO TOSSICOQuando lavoravo in Tribunale ogni tanto ci capitava di valutare denunce fatte d...
17/08/2020

UN GENITORE ESASPERATO DAL FIGLIO TOSSICO

Quando lavoravo in Tribunale ogni tanto ci capitava di valutare denunce fatte dai genitori sui figli tossicodipendenti: furti in casa, maltrattamenti, minacce etc. Notavo che i magistrati prendevano sempre molto molto sul serio queste segnalazioni.

Il motivo lo spiegò un giorno un procuratore: “se i genitori decidono di denunciare non è mai per un episodio isolato, in passato infatti ci sono stati altri 10, 100 episodi simili in casa di cui non sappiamo nulla. Perché loro sono intervenuti in ogni modo. La colpa non è di nessuno, da una parte c’era un affetto indissolubile e dall’altra un malato con un demone potente, ma la situazione è solo peggiorata e ora tocca a noi intervenire”.

Li hanno protetti pagando i debiti, intervenendo e tutelandoli oltre la decenza, ma la dipendenza (uso questo termine generico con mille sfaccettature) vinceva e il figlio sempre sciupava ogni possibilità. Si sa che poi i tossici sono raffinatissimi bugiardi. Quante litigate quando saltava fuori la verità. La sfiducia e l’esasperazione salivano fino a raggiungere livelli a cui si spera di non arrivare mai. Quando un genitore alla fine arriva a dire “per me è come morto” lo dice sempre col cuore spezzato.

Io mi sono sempre chiesto senza mai riuscire veramente a rispondere: “ma i genitori fanno bene allora agli inizi a perdonare? Non è che bisognerebbe fin dalle prime avvisaglie intervenire col pugno duro? Tanto se è lì che bisogna finire, meglio finirci subito, quando la situazione non è ancora compromessa.”

Però è anche vero che in Tribunale si vedevano solo i casi più deteriorati. Non possiamo sapere quante altre volte magari un atteggiamento più comprensivo ha funzionato e il figlio si è rimesso in carreggiata.

Non lo so, veramente. La questione resta aperta.

COSA CASA CHIESA“Cosa! Casa! Chiesa!” Dopo l’ictus erano le sole parole che quel vecchietto riusciva a pronunciare. Era ...
17/08/2020

COSA CASA CHIESA

“Cosa! Casa! Chiesa!” Dopo l’ictus erano le sole parole che quel vecchietto riusciva a pronunciare. Era il compagno di stanza in uno dei miei primi ricoveri in neurologia, me l’ero trovato già lì. A volte commentava il tg sempre con quelle parole “cosa casa chiesa...”.

I dialoghi con i medici erano sul filo del surreale:
“Allora, come sta oggi?”
“Cosa casa chiesa!”
“Le è passato il dolore alla testa?”
“Cosa casa chiesa!”
“Domenica allora vuole uscire in permesso? Chiediamo a sua moglie?”
“Cosa casa chiesa!”

A me non so perché stava simpatico, sorrideva sempre a parte quando si arrabbiava perché non veniva capito. A volte si rivolgeva a me usando sempre le solite tre parole ma non capivo mai cosa volesse. Avrei voluto aiutarlo ma non sapevo come.

Ed ecco il miracolo. Ogni giorno veniva a trovarlo la moglie, anziana pure lei. “Eh, è da più di 50 anni che siamo sposati. Quante ne abbiamo passate”, diceva sventolando un ventaglio per il caldo come mia nonna. Lui era contento quando la moglie veniva a trovarlo, perché da lei si sentiva capito. Non so come facesse ma ci riusciva.

“Cosa casa chiesa.”
“Vuoi che ti faccia la barba? Dai andiamo.”
“Cosa casa chiesa!”
“Va bene, prima ti porto un bicchier d’acqua.”

Vedevo che lui era contentissimo, qualcuno lo capiva, ed era triste quando se ne andava. Forse dopo tanti anni lei gli leggeva veramente nel pensiero. Non c’era più bisogno di tante parole tra loro.

QUALE FILM TI HA TERRORIZZATO DA BAMBINO? PERCHE'?A ripensarci sembra una cavolata, ma a 6 anni fui terrorizzato da un f...
15/08/2020

QUALE FILM TI HA TERRORIZZATO DA BAMBINO? PERCHE'?

A ripensarci sembra una cavolata, ma a 6 anni fui terrorizzato da un film di Walt Disney, "Biancaneve e i 7 nani". Fui talmente turbato da una scena che mio padre mi portò fuori piangente dal cinema cercando di consolarmi.

La scena era quella in cui Biancaneve fugge in mezzo al bosco di notte, con tutti gli alberi che nella notte hanno occhi maligni e vogliono ghermirla. E' sola, abbandonata, non sa dove andare, il mondo è un posto cattivo. Dalla paura sviene e quando si risveglia intravede la casetta dei 7 nani. La storia poi prosegue come sappiamo.

Perché quella scena mi spaventava così tanto? Ci ho pensato a lungo, forse ho capito perché, toccava corde profonde. La paura di essere abbandonato. Non fatemi dire di più.

Per inciso, ho rivisto più volte la pellicola negli anni seguenti e non mi ha mai impressionato più di tanto. Ma ricordo bene la paura che provai da bambino.

Indirizzo

Via Gaffurio 5
Milan
20124

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