19/11/2024
Il significante “cambiamento” si declina in vari significati a seconda dell’approccio teorico. Marco Focchi ci fa dono di uno strumento prezioso per orientare la pratica. Prima facie, non è estinzione del sintomo, riparazione, ripristino di uno stato pretraumatico nè sviluppo. Sintomo, ripetizione e comportamento non vanno espunti. Diversamente, un comportamento diventa il formulario entro cui muoversi, confine della politica, obiettivo strategico e fine di una terapia: un inizio e un fine teleologico. L’analisi non è restitutio in integrum, non è indennitaria, risarcitoria, non è ristoro di un bene perso, reiterazione del già stato: non vi è un prima e un dopo la perdita. Interrogare la ripetizione porta a qualcosa dell’ordine del mai stato. Nell’esperienza correttiva, manipolando il transfert, si cerca di riprodurre situazioni in cui l’io abbia perso qualcosa, si tenta un rafforzamento della plenipotenziarietà. Cambiamento non è ipotizzare l’immaturità del paziente fornendo un modello maturo da introiettare in un mondo ancora plastico. Così l’interpretare ciò che è nascosto alla coscienza, è seguire il tracciato del fantasma, la fallicizzazione. Il diniego edipico, non si risolve nel limite posto dall’Altro che gode, ma è l’argine che si frappone tra il soggetto e l’angoscia della libertà senza legge. Non si tratta di rimuovere il no edipico ripristinando la pienezza primigenia, ma di spezzare la spirale uroborica della ripetizione con una diversa risposta dell’Altro, che non si porrà come modello, ma consentirà di attraversare il vuoto pulsionale nel giro della ripetizione. Non aggiunta di senso, esperienza correttiva, riedizione di un già stato con un analista nel ruolo parentale pronto a dare risposte curative. Rimane la cucina degli avanzi, dialettizzare il contrasto tra volontà e desiderio, umanizzare il desiderio, fare i conti con il reale della pulsione. Non oggettivazione, rimozione del sintomo, normativizzazione, omologazione, ma soggettivazione, accesso al fare qualcosa di sè. Vi è un reale senza legge che sfugge all’ interpretazione, all aggiunta di senso. Va “disturbata la difesa” del godimento illimitato, abituare al reale