26/11/2025
La tazzina di parole di oggi racconta di te, di me… e di ciò che crediamo di dover fare e, talvolta, di dover essere…
Di quanto a volte confondiamo il mito della perfezione ( impossibile) con un misuratore attendibile del nostro valore… o del valore del nostro agire.
Fare bene invece non è essere perfetta… e una vocina flebile dentro di te, sono sicura provi a ricordartelo.
Ma spesso lo capisci, bene, solo nel modo più doloroso:
quando crolli.
Quando arrivi al limite.
Quando il corpo dice “basta” molto prima che tu glielo conceda.
La perfezione non è un ideale.
È una gabbia.
È quella voce che ti dice che non puoi sbagliare,
che devi essere all’altezza,
che non puoi permetterti di fermarti…
nemmeno quando sei esausta.
E allora stringi i denti, vai avanti,
ti prendi tutto sulle spalle,
fingi che vada bene
mentre dentro ti senti svuotata.
Ma la verità è questa: non devi essere perfetta
per meritare amore, rispetto, riposo, spazio.
Non devi essere perfetta.
Non devi dimostrare niente a nessuno.
Nemmeno a te stessa.
A volte fare bene è sopravvivere alla giornata.
È lasciarti cadere,
è chiedere aiuto,
è non farcela.
È essere umana.
Eppure quante volte ti sei giudicata perché:
non hai fatto “abbastanza”,
non hai fatto “bene”,
non hai fatto “come dovevi”?
Quante volte hai pensato che, siccome ti è sfuggito qualcosa,
allora sei tu quella che non va?
O peggio
Che non vale!
La verità è che molte donne vivono dentro un copione invisibile:
“Se non è perfetto, non vale.”
“Se non ce la faccio da sola, sto fallendo.”
“Se mi fermo, perdo il controllo.”
La perfezione non ti salverà mai.
La gentilezza verso te stessa, sì.
Una carezza per volta, un’imperfezione per volta.
Ma dimmi di te,
Qual è la parte di te che pretendi ancora sia perfetta — anche quando ti fa male?
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e Raccontami di te nei commenti, se ti va.
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