Francesco Garritano - Biologo Nutrizionista

Francesco Garritano - Biologo Nutrizionista Dott. Francesco Garritano, Biologo Nutrizionista, laureato in Scienze della Nutrizione, in Chimica e Il dott. Dell'Aglio - Ingresso lato Coop. Russo.
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Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche ad indirizzo biochimico, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi; nonché direttore scientifico della sezione di nutrizione del “IlCentroTirreno.it”. Dal 2019 collaboro con la rivista italiana “La Compagnia dei Fibromialgici” in qualità di Editor scientifico. Dal 2020 docente a contratto presso l'università Niccolò Cusano per il Master in Nutrizione Clinica. Docente presso U.P.A.I.Nu.C (universita’ popolare accademia internazionale nutrizione clinica). Professionista e Responsabile Gift
Solo con la conoscenza del Dott. Luca Speciani e del suo metodo Gift, prende corpo tutto il percorso specialistico, diventando professionista Gift abilitato e responsabile Gift per il Sud Italia, grazie alla fiducia del mio mentore. La mia formazione è costante, perché ho anche conseguito un’abilitazione come Food Tutor e come Sport Coach. Dal 2019 conseguo la carica di componente della Consulta Sanità del comune di Castrolibero di Cosenza, permettendomi di supportare al meglio la tematica sulla nutrizione e di avere una voce in più riguardo la propaganda salutistica. Come Biologo Nutrizionista lavoro in diverse città d’Italia: Milano, Roma, Napoli, Bari, Taranto, Cosenza, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Catania. Di recente ho acquisito il titolo di Esperto in Bio-endocrinologia e medicina di segnale presso l’Università Lumsa di Roma e di Esperto in nutrizione clinica per l’asse intestino-cervello (Protocol Zero). Di recente ho messo in atto il Metodo Anti-infiammatorio, un metodo che si basa sull’abbassamento dell’infiammazione nell’organismo per favorire lo stato di salute e di benessere del soggetto che la pratica. Francesco Garritano riceve presso i seguenti studi:

A Milano in Piazzale Principessa Clotilde, 6 presso i Medici di Porta Nuova. A Roma in Viale Marco Polo, 86 presso Studio Medico Terzo Spazio. A Napoli in via Giulio Palermo 52, presso Karis Studio Medico Polispecialistico. A Bari in via Salvatore Matarrese, 30, presso Studio medico dott. A Taranto via Pacuvio 24, presso studio medico polispecialistico. A Cosenza in Piazza Maurizio Quintieri 14, presso studio Nutrilab. Tropea via Tocco presso studio medico dott. A Taurianova via cinconvallazione 92, presso Parafarmacia Punto Salute. A Catania in via Padova 83, presso studio medico polispecialistico Ce.Si.D.Ea
A Palermo piazza Castelnuovo 50 interno 8. Potete trovare tutte le relativi sedi in cui il dott. Francesco Garritano riceve sul suo sito al seguente link: https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/

🎈Hai presente quando ti svegli già gonfio… ancora prima di fare colazione?O quando dopo due forchettate senti la pancia ...
24/12/2025

🎈Hai presente quando ti svegli già gonfio… ancora prima di fare colazione?
O quando dopo due forchettate senti la pancia durissima, piena d’aria, come se avessi ingoiato un palloncino?

E magari fai ecografie, visite, analisi… tutto perfetto.
Ma tu continui a stare male.
E ti chiedi: “Ma allora perché sto così?”

Una delle risposte che quasi nessuno considera è la SIFO: una crescita eccessiva di funghi nel tenue.
Sì, funghi. Non solo batteri.

E quando lo dico in studio, la reazione è sempre la stessa: 😳
“Dottore… ma quindi non è solo la candida?”
No. Qui parliamo di funghi nell’intestino tenue, dove dovrebbero essere pochissimi.

E quando iniziano a crescere troppo… iniziano anche i problemi.

A questo punto succede spesso una scena che ormai conosco bene.

La persona arriva in studio con una cartellina piena di esami: sangue, ecografie, intolleranze, feci… tutti perfetti.
Me la porge e mi dice:
“Dottore, guardi qui… ho fatto tutto. Ma sto sempre uguale.”

Io sfoglio i fogli, li guardo uno a uno — e sì, sono perfetti — e poi glielo dico con calma:
“Questi esami vanno bene, ma non ci dicono cosa succede nel tenue. E spesso il problema sta proprio lì.”

È da quel momento che si apre un mondo che nessuno le aveva mai spiegato.

💡 Gli studi del Johns Hopkins mostrano che fino al 30% delle persone diagnosticate come “intestino irritabile” hanno in realtà una SIFO non riconosciuta.

E i funghi non danno solo gonfiore.
Possono produrre molecole che influenzano perfino il cervello.

Per esempio, la Candida produce acetaldeide — la stessa sostanza che il fegato deve smaltire dopo l’alcol.
E infatti tante persone con SIFO mi dicono:
“Mi sento intossicata… anche senza bere.”

Altri metaboliti fungini alterano la serotonina intestinale.
E allora arrivano:
* ansia inspiegabile
* nebbia mentale 😵‍💫
* fame di zuccheri 🍰
* stanchezza continua

E tu pensavi fosse stress.

💡 E ce n’è un’altra ancora più curiosa:
I funghi costruiscono una specie di pellicola protettiva, un biofilm, che li rende molto difficili da eliminare.
E se in passato hai fatto tanti antibiotici… questo scudo diventa ancora più resistente.

A questo punto la persona mi chiede:
“Dottore, ma come si capisce se è davvero SIFO?”

Io rispondo così:
“Si ascoltano bene i sintomi… e poi si scelgono i test giusti.”

Di solito si parte con un test del microbiota completo, che valuta anche la componente fungina, la calprotectina, la zonulina, l’istamina fecale e le IgA mucosali.
E poi — cosa che pochi sanno — si possono accoppiare gli altri test di approfondimento, come il test della disbiosi urinaria.
Quando in questo test troviamo un indicano molto alto rispetto allo scatolo, spesso significa che c’è una disbiosi fermentativa a carico dell’intestino tenue.
E questo, insieme al resto del quadro, ci dà informazioni preziose su ciò che sta succedendo davvero nel tenue.

Infine, per completare il quadro, spesso si aggiunge un test al lattulosio a idrogeno e metano, utile per valutare eventuali fermentazioni anomale nel tratto tenue.
Non dà una diagnosi diretta di SIFO, ma quando lo incroci con i sintomi e con gli altri test… la storia diventa molto chiara.

Ed è proprio in quel punto che quasi sempre emerge ciò che nessuno aveva visto:
un ecosistema fungino alterato, attivo e fastidioso, che sta sabotando l’intestino ogni giorno.

Le cause? Le solite, purtroppo:
* antibiotici ripetuti
* IPP per mesi o anni
* tanto stress
* eccesso di zuccheri e lievitati
* una SIBO nascosta che apre la strada ai funghi

E il momento più bello è quando, dopo anni di gonfiore, la persona torna in studio e mi dice:
“Dottore… la pancia è tornata la mia.”

Ed è lì che capisci che non era “solo stress”.
Era una SIFO che nessuno aveva cercato.

✍️ Dott. Francesco Garritano
Biologo Nutrizionista – Laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutica e in Scienze della Nutrizione
Divulgatore scientifico e autore

📚 Bibliografia essenziale
* Rao et al., Johns Hopkins – Digestive Diseases and Sciences
* Jacobs et al., Clinical Gastroenterology and Hepatology, 2013
* Underhill & Iliev, Science, 2014 – Microbiota fungino
* Richard et al., Frontiers in Immunology, 2018 – Biofilm
* Romani, Nature Reviews Immunology, 2011

24/12/2025

Ecco i miei consigli per affrontare al meglio le festività.
Ecco come salvare il Natale 😜

💪🧠LO SAI CHE... una buona MASSA MUSCOLARE è associata a un minore DECLINO CEREBRALE con l'avanzare dell'età?
23/12/2025

💪🧠LO SAI CHE... una buona MASSA MUSCOLARE è associata a un minore DECLINO CEREBRALE con l'avanzare dell'età?

♻️Stress e zuccheri: un circolo vizioso! Lo stress libera zuccheri e gli zuccheri alimentano lo stressLeggi l’articolo p...
23/12/2025

♻️Stress e zuccheri: un circolo vizioso! Lo stress libera zuccheri e gli zuccheri alimentano lo stress

Leggi l’articolo per saperne di più! 👇

Il legame bidirezionale tra stress e zucchero: lo stress rilascia zuccheri e gli zuccheri alimentano lo stress

23/12/2025

❓Perché l’ resta alta nonostante la corretta assunzione di integratori del gruppo B?
Ecco cosa devo sapere.

🧠👁Vi è mai capitato di dire:“Dormo… ma è come se il mio cervello non si spegnesse mai”?Oppure:“Mi addormento, ma poi mi ...
22/12/2025

🧠👁Vi è mai capitato di dire:
“Dormo… ma è come se il mio cervello non si spegnesse mai”?
Oppure:
“Mi addormento, ma poi mi sveglio alle 3 di notte con la mente già attiva”?

Nel mio studio lo sento ogni giorno.
E come biologo nutrizionista e sleep coach specializzato nei disturbi del sonno, ormai riconosco quel tipo di sonno “a metà”, quel riposo che non ricarica davvero.

C’è chi dice di sentire la testa “piena”, chi parla di una mente che corre anche quando è stanchissima, chi si sveglia per ogni minimo rumore, e chi ha il cuore che accelera proprio quando vorrebbe rilassarsi 😵‍💫.
E quasi sempre, alla base, c’è un sistema nervoso che non riesce a spegnersi del tutto.

In queste situazioni, una delle piante che negli anni ho visto aiutare di più è la Magnolia officinalis.
Una pianta antica, ma sorprendentemente moderna. E oggi la ricerca ci permette di capire molto bene perché funziona 🌿.

Nella corteccia della magnolia troviamo due sostanze naturali molto interessanti: l’honokiolo e il magnololo.
Sono loro i protagonisti del suo effetto calmante e stabilizzante sul sonno.

L’honokiolo aiuta a ridurre l’attivazione del sistema nervoso: è quel momento in cui senti finalmente che la mente “molla la presa”. È stato studiato anche per la sua capacità di abbassare il cortisolo quando è troppo alto la sera.
Il magnololo invece lavora più sulla continuità: riduce i micro-risvegli e rende il sonno più profondo e stabile 😌.

💬 una paziente vista recentemente mi dice: “Dottore, mi addormento… ma poi verso le 4 mi sveglio e inizio a pensare a tutto.”
Questo è il classico segno di un sistema nervoso ancora troppo attivo.
L’honokiolo favorisce proprio il rilassamento che manca, mentre il magnololo sostiene le fasi profonde del sonno.

💡 Studi sul Journal of Pharmacy and Pharmacology mostrano che honokiolo e magnololo modulano i recettori del GABA, una delle principali vie interne che regolano calma, equilibrio emotivo e rallentamento dell’attività cerebrale.

💡 La magnolia sembra influenzare anche i recettori della risposta allo stress, facilitando quel “lasciare andare” che spesso non riusciamo a ottenere da soli quando andiamo a letto.

E poi c’è la parte più affascinante: la sinergia con la melatonina ✨.
La melatonina dà il segnale che è ora di dormire.
La magnolia crea le condizioni interne per riposare DAVVERO, abbassando la tensione mentale e favorendo un sonno più continuo.

È come se la melatonina ti accompagnasse verso il letto…
e la magnolia ti aiutasse a rimanerci bene.

In uno studio su Nutrition Journal, l’estratto di magnolia ha migliorato la rapidità di addormentamento, ridotto i risvegli e aumentato la sensazione di riposo al mattino.
Tanti miei pazienti me lo confermano:
“Mi sveglio più lucido, meno stanco… come se avessi dormito davvero.”

E c’è un motivo:
quando dormi profondamente, il cervello attiva il sistema glinfatico, descritto da Nedergaard su Science.
È un meccanismo che elimina scorie e stress accumulati durante la giornata.
Se il sonno è leggero o interrotto, questo “lavaggio notturno” non funziona bene… ed ecco perché al mattino ti senti già in affanno.

Per questo lo ripeto spesso:
il sonno non è solo chiudere gli occhi.
È un processo biologico complesso che va guidato e sostenuto.
E in tanti casi, la combinazione melatonina + magnolia può fare davvero la differenza.

✍️ Dott. Francesco Garritano
Biologo Nutrizionista – Laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutica e in Scienze della Nutrizione
Sleep Coach – Divulgatore scientifico e autore

📚 Bibliografia essenziale
* Chen et al., Journal of Ethnopharmacology, 2012
* Talbott et al., Nutrition Journal, 2011
* Lee et al., Journal of Pharmacy and Pharmacology, 2011
* Nedergaard et al., Science, 2013

22/12/2025

🎄🍎6 falsi miti da sfatare durante il periodo natalizio.
Ecco a cosa devi stare attenta/o.

21/12/2025

🤔 Differenza tra e ? Spesso si confondono, ma non sono la stessa cosa!
..Gli integratori alimentari sono micronutrienti per integrare carenze alimentari. ..Il nutraceutico è una sostanza con proprietà preventive e di supporto, presente negli alimenti.

🤔La differenza? Il dosaggio! Se aumenti il dosaggio dell'integratore, può diventare un nutraceutico. Quindi il nutraceutico è quella via di mezzo tra integrazione specifica e trattamento di un eventuale patologia.

🤔 Perché oggi si è costretti a integrare? Stile di vita moderno, stress cronico, sonno inadeguato, crono-distruzione... e cibo non di stagione, non locale...

🌿 Ricorda: gli integratori non sostituiscono una dieta equilibrata!
Consulta il tuo medico o un nutrizionista prima di iniziare.

Dott. Francesco Garritano

21/12/2025

☀️Buona domenica.
Con questo video oggi faccio una riflessione sulla tiroidite di Hashimoto rispondendo a tante domande che mi avete posto.

🔷Respira bene per digerire Meglio: scopri il potere della respirazione per una buona digestione.Clicca sul seguente link...
20/12/2025

🔷Respira bene per digerire Meglio: scopri il potere della respirazione per una buona digestione.

Clicca sul seguente link per saperne di più👇👇👇:

La cattiva digestione è uno tra le problematiche maggiormente diffuse fra i miei pazienti, tutti o almeno quattro persone su cinque, si lamentano di questa spiacevole sensazione. C’è chi si sveglia già con l’addome gonfio e chi invece lo diventa dopo mangiato, ma in ogni caso a causare la cat...

20/12/2025

🥛Oggi voglio parlarvi di intolleranza al e di un caso reale di una mia paziente.
Che esperienza avete voi con il lattosio?
Fatemelo sapere.

🦠Qualche giorno fa una signora mi scrive sui social e mi fa una domanda che leggo ormai quasi ogni settimana:“Dottore, m...
19/12/2025

🦠Qualche giorno fa una signora mi scrive sui social e mi fa una domanda che leggo ormai quasi ogni settimana:
“Dottore, ma il test della disbiosi… serve davvero o sono solo soldi buttati?” 🤷‍♀️
Ed è una domanda legittima, perché oggi il mercato è pieno di test “miracolosi”, ma pochi sono davvero utili.
Alcuni aiutano, altri generano solo confusione.

La prima cosa che le ho spiegato è che disbiosi significa semplicemente “alterazione dell’equilibrio del microbiota”.
E il microbiota, ormai lo dico sempre, non è un dettaglio:
è costituito da circa 3 trilioni di microrganismi. Io lo definisco un vero e proprio ‘organo nell’organo’, perché lavora, comunica, produce sostanze attive e condiziona il nostro metabolismo come farebbe un organo biologico 🦠.

💡 Curiosità scientifica:
Dentro questo “organo” vivono tra 500 e 1000 specie diverse, e non esiste un microbiota perfetto.
Esiste un microbiota funzionale: quello che produce butirrato, protegge la mucosa, modula l’infiammazione e dialoga con il nostro sistema immunitario.

Ed è qui che nasce l’inganno.
Molti test venduti come “test della disbiosi” misurano solo:
* pH fecale
* qualche famiglia batterica generica
* un punteggio inventato
* lo “scatolo colorato” dei risultati che sembra una TAC ma non dice nulla sulla vera funzionalità dell’intestino
* numeri fuori range che da soli non indicano nulla

👉 È proprio qui che insisto con chi mi segue:
un intestino non si legge per numerini, ma per quadro d’insieme.
Non puoi capire un ecosistema di trilioni di microrganismi guardando un solo valore.
Serve integrare tutto: sintomi, storia clinica, produzione di metaboliti, infiammazione, permeabilità, digestione, immunità.
Un dato isolato, da solo, non racconta nulla.

A quel punto la signora mi chiede:
“Ok, ma quali sono i test davvero utili?”

Le ho spiegato che i test davvero utili non guardano solo chi c’è nell’intestino…
ma cosa sta facendo.

Per esempio, gli SCFA, cioè gli acidi grassi a catena corta (come il butirrato e il propionato), sono i veri indicatori di quanto bene lavorano i tuoi batteri.
Il butirrato è il “carburante” delle cellule intestinali: ripara la mucosa, riduce l’infiammazione, modula glicemia e sazietà.
Se ne produci poco, l’intestino non è funzionale.

L’istamina fecale non serve solo per capire se sei “intollerante”, ma rivela se ci sono batteri istamino-produttori o una mucosa irritata che la libera in eccesso.

I valori di DAO e HNMT fecale ci dicono quanto bene riesci a degradare l’istamina.
Se queste due vie sono rallentate, l’istamina si accumula: e questo cambia completamente la strategia terapeutica.

La zonulina è la sentinella della barriera intestinale.
Se è alta, le “maglie” della mucosa si allargano e passano molecole che non dovrebbero passare → infiammazione, gonfiore, sensibilizzazioni, stanchezza.

La calprotectina è l’indicatore dell’infiammazione attiva: se è alta, l’intestino è sotto stress e non basta “un probiotico qualsiasi”.

L’elastasi pancreatica misura la tua capacità digestiva.
Se è bassa, non digerisci bene grassi e proteine → fermentazioni, gonfiori, disbiosi.
Molti sintomi intestinali partono da qui.

Le IgA fecali sono gli anticorpi della mucosa: ci dicono se il tuo sistema immunitario intestinale è stanco (IgA basse) o in piena battaglia (IgA alte).

I marker di disbiosi metabolica mostrano se i tuoi microbi producono troppe molecole irritanti o troppo poche sostanze protettive come il butirrato.

Infine, la ricerca di parassiti, lieviti e patogeni è fondamentale:
a volte non è disbiosi, ma è la presenza di microrganismi come Candida, Blastocystis, Giardia, Klebsiella, E. coli enteropatogeni a causare sintomi che nessun test generico può rilevare.

Questi parametri parlano la lingua della fisiologia, non quella dei numerini scollegati dal resto.
Solo integrandoli puoi capire davvero cosa sta succedendo nell’intestino.

E allora la risposta finale alla signora è stata semplice:
“Il test della disbiosi è utile… se misura le cose giuste.
Inutile, se ti dà solo colori e percentuali”.

Perché si può avere “disbiosi” e stare bene…
e avere un test quasi perfetto ma sintomi importanti.
Dipende da come interpreti il quadro completo.

E lo ripeto sempre:
“Non cercare il test più famoso. Cerca quello che parla la lingua del tuo corpo”.
È lì che l’intestino inizia davvero a raccontarti la verità.

Dott. Francesco Garritano
Biologo Nutrizionista – Laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche ed in Scienze della Nutrizione
Divulgatore scientifico e autore

📚 Bibliografia essenziale

– Lloyd-Price J. et al., “Multi-omics of the human gut microbiome”, Nature.
– Vujkovic-Cvijin I. et al., “The microbiome and immune system interactions”, Nature Microbiology.
– Marchesi J.R. et al., “The gut microbiota and host health”, Nat Rev Microbiol.
– Kho Z.Y., Lal S.K., “Clinical relevance of gut microbiome testing”, Clin Exp Med.
– Qin J. et al., “A human gut microbial gene catalogue”, Nature.

Indirizzo

Milan

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