13/05/2024
Buongiorno a tutti ☀️
Oggi parliamo del nuovo film di Luca Guadagnino, “Challangers”, in uscita lo scorso aprile.
Sin da subito emerge questo triangolo “sportivo-amoroso”, che si intreccia a momenti di romanticismo e di dramma, in linea con le pellicole del regista.
Nel guardarlo è stato inevitabile pensare alle coppie.
Nella stanza di terapia ho la fortuna di accompagnare le giovani (e meno giovani) anime che seguo nei loro legami e, spesso, riflettiamo insieme su tre parole senza le quali la coppia non può esistere: la progettualità, orientata al futuro, il legame, che sottolinea quanto non si possa fare a meno di stare insieme e la vicinanza fisica, che è fatta di intimità e passione.
Non tutte le coppie sono uguali, naturalmente, ma delle caratteristiche di base sono essenziali per definire la coppia come tale. Ancora, ragioniamo spesso su quando un rapporto possa definirsi “sano”: quando si può sopravvivere senza l’altro (separarsi è doloroso, ma non è morire), quando il benessere della coppia dipende dalla coppia stessa e dalle dinamiche che si co-costruiscono insieme, quando c’è un buon attaccamento, che pone l’altro come importante punto di riferimento e quando c’è un PATTO di coppia, un accordo che può essere implicito, ma è sempre consapevole, un qualcosa di cui entrambi i membri della coppia sono consapevoli.
Nel guardare questo film è stato inevitabile pensare a quanto, seppur anch’io, come immagino tanti, sia stata risucchiata dal vortice dell’ intrigo e della passione, in nessuno dei due casi, nè nella coppia Tashi - Art, nè in quella Tashi - Josh, abbia visto una vera e propria coppia. Non soltanto, in tale rappresentazione cinematografica, la diade non è autoreferenziale, ma tutto si gioca intorno allo sport: la progettualità, il legame, la vicinanza. Non vi è amore, nella pellicola, che non dipenda dai movimenti della pallina oltre la rete. Ed ecco che, nel caso della coppia di Tashi (Zendaja) e Art (Mike Faist) sia inevitabile pensare al concetto di INCASTRO più che di patto. Si tratta di una situazione tacita in cui l’altro entra a far parte della propria vita esclusivamente in risposta ai propri bisogni personali e non perché l’altro lo si ama in quanto altro. Il partner, dunque, si sceglie per la funzione che può avere per sè, non per amore. Inevitabile pensare che la protagonista si leghi a Mike con l’obiettivo di portare avanti, per proiezione, il proprio sogno, attraverso la figura del marito, allenandolo… Peccato le cose non vadano come si aspettava. Per quale motivo, dunque, parlo di incastro di coppia?
Leggi il post per saperne di più 🌷
Amare significa rispettare la diversità dell’altro e farla propria, senza controllo e senza potere sulla sua individualità.
E voi, cosa ne pensate?