AIED Milano

AIED Milano L’Aied, associazione italiana per l’educazione demografica, è un consultorio familiare accredit

AIED Milano vi informa che il consultorio sarà chiuso per la pausa estiva dal 11 al 29 agosto 2025.L'ultimo giorno di at...
29/07/2025

AIED Milano vi informa che il consultorio sarà chiuso per la pausa estiva dal 11 al 29 agosto 2025.
L'ultimo giorno di attività prima della chiusura estiva sarà venerdì 08 luglio 2025.
Tutte le nostre attività riprenderanno regolarmente lunedì 01 settembre 2025.
Il consultorio e tutti i suoi operatori vi augurano di trascorrere una piacevole estate!

Envidiosa - Carolina AguirreChi di noi non ha mai provato un pizzico di invidia nei confronti di qualcun altro? Questo s...
25/07/2025

Envidiosa - Carolina Aguirre
Chi di noi non ha mai provato un pizzico di invidia nei confronti di qualcun altro? Questo sentimento complesso è al centro di Envidiosa, una serie che segue le avventure di Vicky, la protagonista che si ritrova a confrontarsi con le sue amiche, idealizzandole e scoprendo la realtà della propria vita.
Vicky ha sempre avuto un progetto di vita ben definito: fidanzamento, matrimonio e figli. Tuttavia, si trova single a 40 anni, mentre le sue amiche sono felicemente impegnate e sposate. Envidiosa è una serie che parla a tutt* noi, mescolando risate e momenti di profonda riflessione.
In questa serie, vediamo Vicky intraprendere un percorso di supporto psicologico, dove esplora se stessa e si interroga su come la nostra identità venga spesso definita da progetti predefiniti e ruoli scelti a priori, come "moglie di" o "madre di".
☑ Perché lo consigliamo?
Vicky incarna quella parte di noi che cerca certezze: cosa succede quando queste svaniscono?
Con il suo tono ironico, la serie mette in luce come anche le donne emancipate possano sentirsi intrappolate in stereotipi e dinamiche che limitano la loro libertà.
Ogni seduta di terapia rappresenta per Vicky un coraggioso confronto con temi importanti. Il dialogo con la terapeuta diventa un viaggio interiore per esplorare anche le parti più nascoste di sé.

Come as you are - Emily NagoskiCos’è che davvero influenza il desiderio e l'eccitazione sessuale?Perché a volte il corpo...
23/07/2025

Come as you are - Emily Nagoski
Cos’è che davvero influenza il desiderio e l'eccitazione sessuale?
Perché a volte il corpo sembra non rispondere “come dovrebbe”?
E quanto contano stress, contesto, fantasie e educazione ricevuta?
Con un approccio accattivante e contenuti basati su solide evidenze scientifiche, Emily Nagoski accompagna il lettore ad esplorare la sessualità femminile con nuovi occhi, mostrando quanto sia "normale" essere diverse (e diversi) e quanto, in fondo, non lo siamo poi così tanto.
“Siamo fatti delle stesse parti, solo organizzate in modo diverso”: questo è infatti il mantra che accompagna l'autrice per tutto il corso del testo, è da qui che inizia il viaggio verso la scoperta di corpi, funzioni, parti anatomiche, risposte sessuali e vissuti emotivi come forse mai descritti sino ad ora, svelati nella loro unicità e, al contempo, nelle loro incredibili analogie con la controparte maschile.
Nagoski affronta con chiarezza anche la comune esperienza della “non-concordanza sessuale”: quella discrepanza tra ciò che il corpo prova e si aspetta e ciò che la mente desidera. Questo binomio, spesso fonte di confusione o frustrazione, trova senso alla luce del concetto di “omologia”, che evidenzia come gli organi sessuali femminili e maschili abbiano la stessa origine e struttura di base, ma possano reagire in modi diversi a seconda del contesto, del grado di sicurezza percepita, dell’immaginario.
Al centro di tutto, l’autrice propone l’idea dell’esistenza di un “Unico Anello emotivo”: un sistema integrato che lega e gestisce alcuni elementi fondamentali, come l’aspettativa, il godimento e la voglia. Essi esisterebbero come funzioni separate e sarebbero influenzati profondamente dal contesto, dal sentirsi protetti, dal sentirsi abbastanza.
☑ Perché lo consigliamo?
Come as you are è una lettura consigliata a chi vuole conoscere meglio il proprio desiderio, riscoprire il piacere e riconnettersi con il corpo in modo più consapevole e gentile, ridimensionando il peso di miti e aspettative irrealistiche.

Come ogni anno, con l’arrivo dell’estate, si concludono i progetti per l’anno scolastico in corso.Quest’anno diverse scu...
18/07/2025

Come ogni anno, con l’arrivo dell’estate, si concludono i progetti per l’anno scolastico in corso.
Quest’anno diverse scuole di primo e secondo grado hanno richiesto la collaborazione di AIED principalmente per due progetti: “Educazione all’affettività e sessualità” e “Alimentazione e Corporeità”.
I temi che più hanno destato interesse e che sono stati più discussi, per quanto riguarda l’educazione all’affettività e sessualità, riguardano principalmente l’uso e l’influenza della pornografia; in particolare emerge come questa sia collegata alla costruzione di falsi standard rispetto ai corpi e alla sessualità. Altri temi molto discussi sono stati quello del consenso e quello del Revenge P**n. I/le ragazz* si sono molto attivati e interrogati anche rispetto all’individuazione di un’età “giusta” per avere rapporti sessuali.
Per quanto riguarda l’alimentazione e la corporeità, è stato spesso citato il tema del cambiamento fisiologico del corpo in adolescenza, vissuto come improvviso, faticoso da accettare e gestire. È stato nominato il rischio di confondere l’essere con l’apparire, essendo condizionat* da modelli estetici irraggiungibili. Si è parlato anche di stereotipi di genere e di controllo sul corpo.
È emerso un forte giudizio verso se stess* e un quasi costante confronto con l’altro. Si sono molto attivat* circa il tema degli standard di bellezza, sia femminili sia maschili, trasmessi dalla società, dai social e dalle pubblicità e di come questi possano influire sulla costruzione dell’immagine corporea. Si sono interrogat* su come questo possa portare ad avere uno sguardo più giudicante e autocritico e di conseguenza influenzare l’autostima; la quota maschile ha in particolare parlato di associazione tra gli standard e la performance sportiva.
Riteniamo importante più che mai, visti i costanti eventi, portare i temi dell’affettività, della sessualità e del corpo nelle scuole. Si tratta di dare spazio di dialogo su questi temi, intercettare i bisogni dei/delle giovani, offrire strumenti per leggere i comportamenti propri e altrui in modo da esserne consapevoli e ridurre i fattori di rischio.

Iniziare un percorso psicologico è una scelta importante, ma anche concluderlo lo è. La fine della terapia non è una “fi...
16/07/2025

Iniziare un percorso psicologico è una scelta importante, ma anche concluderlo lo è. La fine della terapia non è una “fine” in senso assoluto, ma un passaggio: si chiude una fase di lavoro per aprirne un’altra, più autonoma e consapevole.
🔵Quando si conclude una terapia?
Ogni percorso è unico. In genere si arriva alla chiusura quando la persona sente di avere strumenti nuovi per affrontare le difficoltà, una maggiore conoscenza di sé e una buona stabilità emotiva. I sintomi possono essersi attenuati o spariti, ma soprattutto cambia il modo in cui ci si rapporta a se stessi e alla propria vita.
🔵Chi decide di concludere la terapia?
La decisione viene condivisa. A volte è la persona a sentire che “sta meglio” e propone di chiudere. Altre volte è il terapeuta a portare questa riflessione, osservando i progressi fatti. In ogni caso, è un momento di confronto, non una scelta imposta. Si valuta insieme se è il tempo giusto.
🔵Come si conclude una terapia?
La chiusura è un processo. Non si esce “di colpo” dalla stanza della terapia. Si dedica del tempo per rileggere il percorso fatto, riconoscere i cambiamenti, salutarsi in modo consapevole. È uno spazio prezioso per portare con sé ciò che si è costruito, con gratitudine e fiducia.
Parlare della fine può essere delicato, ma anche questo fa parte della cura. Chiudere non significa tornare al punto di partenza, ma camminare con nuove risorse.

I social media costituiscono ormai un elemento strutturale dell’esperienza quotidiana degli adolescenti e hanno assunto ...
14/07/2025

I social media costituiscono ormai un elemento strutturale dell’esperienza quotidiana degli adolescenti e hanno assunto un ruolo centrale nelle dinamiche relazionali, affettive e cognitive proprie di questa fase evolutiva.
È sempre più evidente come l’utilizzo dei social si trasformi in uno spazio psico-sociale in cui si riflettono, si amplificano o trovano espressione fragilità emotive preesistenti. Ad esempio, alcune ricerche sottolineano come nei giovani che manifestano sintomi riconducibili a stati ansioso-depressivi, l’interazione con il mondo digitale può assumere la forma di un meccanismo di regolazione emotiva, con cui l’adolescente cerca sollievo, conferme o una via di fuga rispetto a vissuti di angoscia, solitudine o senso di inadeguatezza.
Infatti, alcuni dati mostrano come gli adolescenti che presentano quadri ansioso-depressivi trascorrano quasi un’ora in più al giorno sui social rispetto ai loro coetanei. Inoltre, questo tempo presenta dinamiche ricorrenti: il confronto costante con gli altri, spesso vissuto in chiave svalutante, la dipendenza dalla risposta social (like, commenti, visualizzazioni), il rifugio in contenuti che rispecchiano stati d’animo negativi, generando bolle informative chiuse. Queste modalità di interazione, se reiterate nel tempo, possono cristallizzarsi in pattern comportamentali rigidi che contribuiscono alla cronicizzazione del disagio psicologico.
L’intervento precoce può offrire la possibilità di orientare l’adolescente verso un uso più consapevole e funzionale dei social. Non si tratta quindi di demonizzare i social media, che possono rappresentare uno spazio di espressione autentica, appartenenza e sostegno, ma di riconoscerne la complessità e l’impatto soprattutto nei momenti di maggiore vulnerabilità emotiva, promuovendone un utilizzo critico e consapevole.

Il cognitivismo costruttivista clinico si è sviluppato in Italia a partire dagli anni Ottanta, grazie alle riflessioni d...
11/07/2025

Il cognitivismo costruttivista clinico si è sviluppato in Italia a partire dagli anni Ottanta, grazie alle riflessioni di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti, nate dall’insoddisfazione per il cognitivismo razionalista e dall’integrazione della teoria dell’attaccamento di Bowlby e le neuroscienze.
Il costruttivismo considera l’individuo come un sistema di conoscenza autopoietico, cioè auto-organizzato, che ordina il fluire delle esperienze e costruisce attivamente significati e rappresentazioni. La realtà non è data, ma multiversa e soggettivamente costruita: ogni atto di conoscenza è autoreferenziale. L’individuo è immerso in una tensione oscillante tra il sentire immediato e il bisogno di costruire teorie che restituiscano senso, generando narrazioni coerenti per mantenere coerenza interna e continuità del Sé.
Le emozioni incarnate hanno un ruolo centrale nella conoscenza e stabilizzazione dell’identità: le sensazioni fisiche sono un livello primario e non falsificabile dell’esperienza soggettiva. Fin dalle prime relazioni di attaccamento, le tonalità emotive si consolidano in configurazioni stabili che fungono da organizzatori interni: percepiamo come significativo ciò che è emotivamente risonante con la nostra struttura interna. La narrativa personale è quindi lo strumento attraverso cui costruiamo e comunichiamo il senso di sé. Il linguaggio, pur semplificando l’esperienza, consente la condivisione del significato.
A partire da questa cornice teorica, Bruno Bara fonda la relazione terapeutica sull’esperienza intersoggettiva tra paziente e terapeuta, nel qui-e-ora della seduta. In un contesto cooperativo, il terapeuta è un perturbatore strategicamente orientato che accompagna il paziente nell’esplorazione del proprio funzionamento.
L’attenzione è rivolta al come, più che al perché: il paziente è guidato a riconoscere emozioni, segnali corporei e pensieri, accedendo a nuovi gradi di consapevolezza. Il sintomo non è qualcosa da eliminare, ma espressione coerente di un assetto identitario e relazionale: è la chiave di accesso per conoscersi.

Spesso il conflitto nella coppia è causato dalla mancanza di ascolto: i toni si alzano e si litiga senza capire verament...
09/07/2025

Spesso il conflitto nella coppia è causato dalla mancanza di ascolto: i toni si alzano e si litiga senza capire veramente che cosa ci si stia dicendo oppure, al contrario, la comunicazione si interrompe e non vi è più confronto. Così le coppie in crisi arrivano in mediazione lamentando di non sentirsi capiti dall’altro, perché è più forte l’impulso di concentrarsi sulla propria verità, ragione e posizione rispetto alla voglia di ascoltare l’altro per comprendere il suo punto di vista, diverso dal proprio.
La stanza di mediazione è il luogo neutro in cui la coppia può provare a confrontarsi e a dialogare in un modo differente, cercando di immedesimarsi nell’altro per ascoltarlo e provare a capire le sue ragioni, oltre che a far comprendere le proprie. Si parla così di “ascolto attivo”, un tipo di attenzione che va al di là del recepire le parole che vengono espresse perché mira a comprendere le reali necessità ed emozioni dell’interlocutore. L’ascolto attivo è, in primis, una competenza del mediatore familiare che vuole comprendere a fondo i bisogni delle parti e che, di conseguenza, verrà trasferita ai membri stessi della coppia. Il mediatore li stimolerà a spostarsi dalle proprie posizioni che animano il conflitto per mettersi nei panni dell’altro, sospendendo il giudizio e cercando di comprendere il diverso punto di vista e le emozioni sottese.
Attraverso l’ascolto attivo, lo scopo del mediatore è quello di creare un clima di fiducia e rispetto, aiutando così la coppia a comunicare meglio, a comprendersi e ad abbassare la conflittualità, cominciando a collaborare alla ricerca di soluzioni che tengano conto delle loro necessità più profonde.
Così la stanza di mediazione diviene il luogo in cui finalmente ci si può spiegare fino in fondo, sicuri di essere ascoltati e sentendosi compresi dall’altro.

La m***a - di Cristian Ceresoli e Silvia Gallerano (unica attrice, in scena dal 2012 da 13 anni).Con la vincita di numer...
04/07/2025

La m***a - di Cristian Ceresoli e Silvia Gallerano (unica attrice, in scena dal 2012 da 13 anni).
Con la vincita di numerosi premi internazionali, tra cui il Fringe First Award for Writing Excellence, e sold out, prosegue il suo live tour nelle periferie e in provincia così come nelle grandi città in Italia, Inghilterra, Germania, Australia, Danimarca, Belgio, Scozia, Brasile, Faroe Islands, Lituania, Norvegia, Canada e Russia, con relative traduzioni.
È un’opera sulla condizione umana “straordinaria, brutale e rivoluzionaria”, che ha rotto i confini del teatro e “viene accolta quasi fosse un concerto rock, si manifesta come un poetico stream of consciousness dove si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica di una ‘giovane’ donna ‘brutta’ che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio di aprirsi un varco nella società delle Cosce e delle Libertà”. È un monologo e manifesto poetico di denuncia al patriarcato in cui l’attrice recita nuda: nel momento in cui il racconto è intimo e personale la nudità si fa psichica e non solo corporea, diventando così un elemento naturale che permette di arrivare direttamente all’Anima degli spettatori. L’intensità emotiva viene ripresa a fine spettacolo attraverso un dialogo con gli scrittori, che vedono il teatro come orizzontale e collettivo, aperto al confronto.
☑️Perché lo consigliamo?
Lo consigliamo perché è un’esperienza teatrale unica, feroce e profondamente umana: un atto di coraggio artistico che travolge lo spettatore con verità cruda, poesia e una potenza emotiva rara. Stimola una riflessione profonda sul rapporto tra identità, corpo e accettazione, mettendo a n**o non solo l’attrice, ma anche le fragilità e le contraddizioni dello spettatore.
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28/06/2025 - MILANO PRIDE DAY 2025 In occasione del Milano PRIDE DAY 2025 celebriamo l’orgoglio e i diritti della comuni...
28/06/2025

28/06/2025 - MILANO PRIDE DAY 2025
In occasione del Milano PRIDE DAY 2025 celebriamo l’orgoglio e i diritti della comunità LGBTQIA+ ricordando che il Pride non è solo una festa ma memoria, lotta e cura. L’obiettivo, infatti, è quello di riconoscere i diritti e sostenere chi vive ancora discriminazioni, per costruire insieme una società più accogliente.
Vi proponiamo 5 contenuti da guardare, ascoltare o leggere per riflettere, emozionarvi e conoscere meglio le voci della comunità LGBTQIA+:

📚Libro: “Ragazzi che amano ragazzi” di Piergiorgio Paterlini
📺Serie Tv: “Transparent” di Jill Soloway
🎙️️Podcast: “Le radici dell’orgoglio” di Giorgio Umberto Bozzo
🎬Film: “Nata per te” di Fabio Mollo
🎥Documentario: ““The Death and Life of Marsha P. Johnson” di David France

Il Pride, un’occasione in cui è bene ricordare che sostenere la comunità LGBTQIA+ è una questione che riguarda tuttə noi...
27/06/2025

Il Pride, un’occasione in cui è bene ricordare che sostenere la comunità LGBTQIA+ è una questione che riguarda tuttə noi. La responsabilità che siamo chiamatə ad assumere è quella di riconoscere, rispettare e difendere esperienze discriminatorie e ingiustizie anche se non ci coinvolgono direttamente.
Allyship è un concetto che ci viene in aiuto a questo scopo: si tratta di un processo attivo in cui è necessario posizionarsi con consapevolezza a favore dell’inclusività, contrastando ogni sorta di discriminazione e creando spazi sicuri in cui poter supportare il benessere delle persone LGBTQIA+ e, di conseguenza, dell’intera società.
Essere alleatə significa creare uno spazio senza controllarlo. Significa esserci con cura e umanità. È un processo di continua crescita che si fonda sull’imparare, sul mettere in discussione e sul reimparare costantemente.
L’alleatə ha un ruolo fondamentale anche a livello relazionale, offrendosi di creare punti d’incontro tra realtà differenti, favorendo l’inclusione e il dialogo attraverso il riconoscimento di identità spesso marginalizzate.
Essere alleatə richiede apertura, ascolto, empatia e proattività: restare in silenzio in una società ancora segnata da stigmi e pregiudizi significa essere complici. Assumere una posizione di supporto autentico può invece influenzare positivamente la salute mentale di chi non si sente visto, riconosciuto e accettato.
Allyship non significa “fare la cosa giusta oggi”, ma restare costantemente apertə e sapersi mettere in discussione in un mondo che cambia ed evolve.

La salute sessuale è una parte essenziale del benessere individuale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sig...
25/06/2025

La salute sessuale è una parte essenziale del benessere individuale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, significa vivere la sessualità in modo sicuro, consapevole e rispettoso, libero da coercizione, violenza e discriminazione. Una salute sessuale inclusiva riconosce e valorizza la diversità: identità di genere, orientamenti sessuali, età, disabilità, provenienze culturali.
Un'attenzione alla salute sessuale inclusiva:
🟡Garantisce accesso a informazioni corrette e prive di pregiudizi
🟢Offre servizi sanitari competenti e rispettosi delle differenze
🔵Contrasta lo stigma e la discriminazione
🟣Promuove l’ascolto, il consenso e relazioni sane
Un’educazione sessuale inclusiva è essenziale: parla di rispetto, piacere, prevenzione, identità e relazioni, in modo aperto e non giudicante. È uno strumento fondamentale per l’autonomia e la sicurezza di ogni persona.
Barriere culturali, sociali e istituzionali — come la mancanza di formazione o leggi esclusive — ostacolano l’accesso a una salute sessuale pienamente inclusiva. Serve un impegno concreto a livello educativo, sanitario e politico.
Promuovere la salute sessuale inclusiva vuol dire garantire dignità, libertà e benessere a tutte le persone, senza eccezioni. È un passo necessario verso una società più giusta e consapevole.

Indirizzo

Via Vitruvio, 43
Milan
20124

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 17:00
Martedì 09:30 - 17:00
Mercoledì 09:30 - 17:00
Giovedì 09:30 - 17:00
Venerdì 09:30 - 14:00

Telefono

+390266714156

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