03/02/2025
NO MUD. NO LOTUS
Quando sono stata in Egitto ho trovato fiori di loto ovunque nei geroglifici. Sono considerati sacri e simboli di rinascita.
Nell'iconografia delle divinità indiane, Lakshmi, la dea dell'abbondanza e della bellezza, poggia i piedi su un grande loto rosa. Ne porta altri sulle mani.
Fuori dai templi si possono comprare fiori di loto come offerta, rosa o bianchi.
Per me è sempre stato un fiore irresistibile.
No mud, no lotus, è il titolo di un testo del grande maestro Thich Nath Hanh e che io ho eletto a mio mantra personale.
May we live like the lotus flower, at ease in the muddy water.
Il loto fiorisce nel fango o nell'acqua putrida, ma è perfettamente a suo agio.
Chiude la sua corolla la sera per riaprirla al sorgere del sole.
Non possiamo fiorire o espanderci se non entriamo in contatto con le nostre acque stagnanti, melmose, le parti più oscure. Senza combatterle o negarle, ma cercando di integrarle nel presente.
Non può esserci felicità senza sofferenza perché ogni attimo della vita si basa sulla coesistenza degli opposti.
"Se sai fare buon uso del fango puoi coltivare bellissimi fiori di loto. Se sai fare buon uso della sofferenza puoi generare felicità", scrive il maestro.
Non importa in quale stagno ci siamo ritrovati: siamo tutti fiori di loto.
E praticare yoga ci insegna che il fango, può essere anche un fertilizzante.