21/12/2025
Così, silenziosamente giunge quel momento dell’anno in cui la natura sembra ricordarci che anche per noi è tempo di rallentare.
Le notti si dilatano mentre di giorno le ombre si allungano.
Nei boschi immobili ogni suono emerge distante attutito da foglie, neve e gelo.
L’umidità si cristallizza, il cielo si fa terso.
Solo nubi lontane graffiate dal vento mentre nello scintillio dell’aria sembrano galleggiare cristalli di ghiaccio.
Il Libro dei Mutamenti racchiude questa immagine in un esagramma: ䷗ Fu 復“Il Ritorno”.
Una lunga serie di linee Yin interrotte da una prima timida linea Yang.
Quando lo Yin è al massimo, lo Yang inizia a crescere.
Le notti smettono di allungarsi:
è un principio nascosto, una promessa d’estate, un nuovo inizio.
Il solstizio d’inverno non è una fine, ma un ritorno: il momento in cui lo Yin più profondo genera il primo movimento dello Yang.
Ci troviamo su un nodo energetico che testimonia un cambio di direzione.
Non è il momento di fare, ma di custodire.
Non di iniziare, ma di preparare.
In una società totalmente focalizzata sulla prestazione rischiamo di perderci il dono nascosto di questa stagione.
“Per raggiungere la perfezione, coltivo la più profonda tranquillità. Nel farlo osservo il ciclico ritorno dei diecimila esseri” - Laozi XVI
Ma forse non serve l’insegnamento di questo antico maestro per sentire l’importanza dell’inverno.
Esistono maestri capaci di parlarci dello stesso principio con parole più vicine alla nostra tradizione.
“Come un seme anche la mia anima ha bisogno del
dissodamento nascosto di questa stagione.”
-Giuseppe Ungaretti
Osservare senza forzare.
Non fare, ma permettere.
Creare un vuoto fecondo, pronto a essere colmato da ciò che diventeremo nella prossima stagione.
Senza eccessiva ansia per il futuro: in fondo, neppure il seme sa quale pianta diventerà.
#復 ❄️