10/11/2021
[PERCHE’ LO “SCROCCHIO” NON SERVE (QUASI) MAI?]
Nelle credenze popolari l’osteopata è colui che “scrocchia” le ossa ed in particolare le vertebre, da questa concezione distorta nascono gran parte delle leggende metropolitane che aleggiano su questa professione o meglio su questa arte ; infatti molto spesso il termine manipolazione viene inquadrato come sinonimo di “scrocchio delle ossa”.
La manipolazione è un concetto molto più ampio e vasto che abbraccia diverse tecniche e approcci manuali all’interno delle quali troviamo le “tecniche dirette” una sottofamiglia di quest’ultime sono i thrust (il famoso scrocchio) tecniche diretta ad alta velocità e bassa ampiezza il cui scopo è quello di riposizionare un segmento osseo nel giusto range articolare.
Perché non serve (quasi) mai? perché nella maggior parte dei casi gli adattamenti osteo-articolari viziati non sono altro che la risultante di squilibri a distanza di altre strutture (posturali-viscerali-cranio/sacrali-emozionali ecc..) per cui il riequilibrio della causa primaria di squilibrio sarà quello che l’osteopata andrà a cercare senza la necessità di andare a “thrustare” il segmento osseo che sta “fuori posto” il quale tornerà autonomamente “in posizione” nel momento in cui le cause che lo hanno portato in squilibrio saranno state eliminate.
Nelle disfunzioni traumatiche dirette, il thrust o le tecniche dirette in generale), trovano grande applicazione, tutto ciò ovviamente dopo accurata anamnesi, diagnosi d’esclusione e visita clinica, allo stesso modo la tecnica diretta trova grande applicazione in quelle disfunzioni definite “tripodi” ovvero che hanno subito un adattamento “tridimensionale” e che pur essendo conseguenza di uno squilibrio a distanza sono presenti da cosi tanto tempo che la risoluzione della causa scatenate non è risolutiva, l’organismo non è più capace di attuare l’autoregolazione su quel determinato segmento e quindi diventa necessaria una tecnica diretta per ristabilire anche l’equilibrio locale.
L’osteopata non vede nel paziente che ha davanti un ammasso di articolazione da “scrocchiare” bensì una persona e un organismo nella sua interezza a cui ridare il proprio equilibrio.
-cit-