28/02/2025
"La sua dipartita mi provocò un senso di infinita desolazione, un sentimento antico che già conoscevo ma cui non riuscii a dare un nome né una spiegazione fino a un paio di anni dopo, quando finalmente il mistero della mia vita si dissolse e capii che la morte del nonno Tao Chi'en, molti anni prima, mi aveva fatta sprofondare in un'angoscia simile. La ferita non si era rinarginata e ora si era riaperta con lo stesso bruciante dolore. La sensazione di totale abbandono che mi lasciò la nonna era identica a quella che mi aveva pervaso all'età di 5 anni, quando Tao Chi'en era sparito dalla mia vita."
Ogni tanto qualcosa nel tempo presente risveglia memorie passate, spesso implicite, e si viene investiti da emozioni, vissuti e sensazioni sovrastanti, quasi inspiegabili se facciamo riferimento solo alla cornice offerta dal presente. Sono vissuti che riguardano eventi lontani e pregnanti.
Queste reazioni chiedono di riappropriarsi di un senso, di una collocazione all'interno della propria storia di vita, così che possano cessare di essere mostri sconosciuti che si impongono sul presente.
Isabelle Allende, in queste righe di "Ritratto in seppia", illustra proprio questo concetto, con la delicata forza che permea i suoi romanzi.