01/12/2025
A volte sembra impossibile dirlo senza scatenare polemiche, ma lo ripeto comunque:
la violenza non nasce nel vuoto.
E non si spiega soltanto con “problemi psicologici individuali”.
Negli ultimi mesi ho scelto di non parlare più di questi temi.
Non perché non fossero importanti, ma perché su Instagram — più che ascoltare — si pretende che i professionisti dicano esattamente ciò che vogliamo sentirci dire.
Se parli di attaccamento → c’è chi ti accusa di essere “maschilista”.
Se spieghi la bidirezionalità nei conflitti → sei “femminista radicale”.
Se citi le ricerche → ti dicono che “la scienza non conta niente”.
Se fai una vignetta clinica → diventa una guerra di commenti.
E in tutto questo, la complessità sparisce.
📌 Il punto è semplice:
non stiamo più cercando di capire.
Stiamo cercando qualcuno che ci dia ragione.
Sui vaccini, sul gender, sull’ADHD, sul narcisismo, sulla violenza…
se il professionista non conferma la narrativa della nostra bolla, allora “sbaglia”.
E questo è un problema enorme: umano, culturale e democratico.
Perché la scienza — nei suoi limiti — ha un pregio:
non decide in base a chi urla di più, ma in base a ciò che sappiamo davvero.
E ciò che sappiamo davvero sulla violenza è chiaro, da decenni:
Esistono livelli diversi che si intrecciano: psicologico, relazionale, culturale, sociale, politico.
Se guardi solo uno, ti perdi il fenomeno per intero.
Sì, c’è disregolazione emotiva.
Sì, ci sono stili di attaccamento insicuri.
Sì, esistono donne autrici di violenza, coppie LGBT ad alto rischio, bidirezionalità nei conflitti.
Tutto vero
Ma è altrettanto vero che:
la violenza grave, coercitiva, letale — quella che isola, controlla, minaccia — non è simmetrica.
Questo non è “ideologia”: è epidemiologia, criminologia, psicologia, OMS, ISTAT, UN Women.
Ed è proprio su questo punto che voglio essere chiarissimo, perché so già che qualcuno commenterà “ma non è il 90%, sono poche decine all’anno”.
Sì: le vittime letali sono “poche decine”.
Ma questo vale per qualsiasi reato grave.
Il numero assoluto non cancella il dato percentuale, né tutto ciò che non arriva ai giornali:
(Continua…⬇️)