27/10/2025
| Guidare l’auto, prendere un caffè al bancone del bar, raggiungere gli scaffali in cucina sono alcune delle abitudini quotidiane che risultano azioni complesse per una persona adulta affetta da acondroplasia che non si è sottoposta all’allungamento degli arti. Grazie invece a un protocollo ortopedico, ideato già nel 1982 dall’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano, chi ha questa patologia, che comporta la brevità degli arti e un rapporto alterato tra lunghezza degli arti e del busto, può raggiungere 1,50 metri d’altezza, ottenendo notevoli benefici in termini di salute fisica ma anche di benessere psicologico. Ne parla il dott. Antonio Memeo, Direttore del Dipartimento di Ortopedia Traumatologia e Chirurgie specialistiche e dell’Ortopedia e Traumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO, in un servizio de Le Iene.
L’ è una malattia rara, di origine genetica, provocata dall’alterazione del gene FGFR3 responsabile della codifica di un recettore appartenente alla famiglia dei fattori di crescita fibroblastica che ha la funzione di stimolare la proliferazione della cartilagine di coniugazione. A causa di questa alterazione, quindi, le ossa non si sviluppano correttamente e questo determina un danno funzionale. L’ degli arti risolve questa problematica se le operazioni chirurgiche sono eseguite in età pediatrica quando ossa e cartilagine sono in fase di sviluppo.
Di recente, il protocollo è stato rivisto, associando all’intervento chirurgico anche una terapia genica con l’uso dei farmaci che stimolano la crescita.
Pur essendo oramai un protocollo di routine, il percorso che porta all’allungamento degli arti resta lungo e faticoso per il paziente pediatrico e per la famiglia: “L’ospedalizzazione non dura molto, sono le cure domiciliari post operatorie, alternate alle visite ambulatoriali, a protrarsi nel tempo. Per questo il primo punto da cui parte il nostro iter è sincerarci, anche avvalendoci di un supporto psicologico, che sia il bambino sia la famiglia siano pienamente consapevoli del percorso”, spiega il dott. Memeo. E la storia di Chiara e della sua mamma sono l’esempio di quanta forza e determinazione ci voglia.
Link al video: https://www.iene.mediaset.it/video/pecoraro-operarsi-per-30-centimetri-in-piu-_1417588.shtml
Chiara, una bambina di 11 anni affetta da acondroplasia, affronta un delicato intervento chirurgico per allungare le ossa delle gambe. Gaetano Pecoraro la segue passo dopo passo, dalle visite preoperatorie fino all'operazione, raccontando con sensibilità e coraggio il percorso di Chiara e dei suoi ...