Psicologa Psicoterapeuta Mikaela Bonvini

Psicologa Psicoterapeuta Mikaela Bonvini Psicologa e Psicoterapeuta Mikaela Bonvini
Zona Isola e Milano Est

Pronta per domani, ultimo giorno di lavoro del 2024, da una location per me molto significativa.È stato un anno sorprend...
29/12/2024

Pronta per domani, ultimo giorno di lavoro del 2024, da una location per me molto significativa.
È stato un anno sorprendente, ho ricevuto generose conferme professionali delle quali vado fiera e sono grata.
Ho potuto bilanciare vita professionale e personale in modo da sentire nell’una la forza per migliorarmi e crescere nell’altra, un circolo virtuoso che spero trovi negli anni a ve**re una conferma.
Mi emoziona dire che ho il desiderio che il 2025 possa semplicemente pareggiare quello che saluto, e mi sento tremendamente fortunata a non sentire la necessità di altro.
Molte volte negli ultimi mesi mi sono immaginata la me di vent’anni salutarmi e sorridere compiaciuta, proprio a cavallo dell’anno che raddoppierà quei 20. E io non posso che ringraziarla: nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma è proprio il caso di dire che ne è valsa la pena.
Grazie davvero a tutti coloro che hanno reso speciale questo mio 2024 e ai coraggiosissimi pazienti che mi hanno scelta anche quest’anno con fiducia e perseveranza.
Grazie 2024 e buon (quasi) 2025 a tutti!
#2025

E concedere momenti preziosi di noia.
03/04/2024

E concedere momenti preziosi di noia.

Jonathan Haidt, il nuovo libro dello psicologo americano «The Anxious Generation» lancia l’allarme e offre consigli pratici: dai pasti in famiglia ai giorni senza telefono

Insegniamo alle nostre figlie il valore del rispetto.Insegniamo loro a credere in se stesse. Insegniamo ad accettare i p...
08/03/2024

Insegniamo alle nostre figlie il valore del rispetto.
Insegniamo loro a credere in se stesse. Insegniamo ad accettare i propri errori. Insegniamo a raccontarsi la verità. Insegniamo a studiare. Insegniamo a riconoscere i propri talenti. Insegniamo che l’amore è sempre rispettoso. Insegniamo che sono belle e brave qualsiasi scelta di felicità facciano.
E avremo donne felici. Autentiche. Realizzate. Libere.
Insegniamo altrettanto ai nostri figli e avremo uomini felici. Autentici. Realizzati. Liberi.
Buona giornata della donna a tutte!

Questo interessantissimo studio racconta di come una depressione post partum possa influire a lungo termine sul benesser...
23/01/2024

Questo interessantissimo studio racconta di come una depressione post partum possa influire a lungo termine sul benessere mentale di una donna, aumentandone il rischio suicidario anche 18 anni dopo.
Cosa vuol dire? Dare importanza alla psicologia perinatale è essenziale per preve**re o curare malesseri della donna (e dei suoi figli)

This cohort study evaluates the association between perinatal depression and risk of short- and long-term suicidal behavior.

‼️‼️Attenzione questo non è un post per chi ha fretta o è sostenitore del tutto e subito!Saper godere di piccoli risulta...
15/01/2024

‼️‼️Attenzione questo non è un post per chi ha fretta o è sostenitore del tutto e subito!
Saper godere di piccoli risultati non è altro che un piccolo segreto di felicità. Riuscire ad apprezzare la strada percorsa senza sentir la foga di raggiungere subito l’obiettivo è saggio e gratificante.
Come fare e da quando?
Ovviamente da oggi, magari annotando degli obiettivi a breve termine e indicando delle tempistiche.
E se avrete voglia, scrivetemi in pvt com’è andata!

Un articolo che è una riflessione per tutti
22/11/2023

Un articolo che è una riflessione per tutti

Le donne, in generale, vogliono solo che i figli siano felici. Noi ci arriviamo dopo. Prima, vogliamo soprattutto che siano forti. Non è la stessa cosa. L'editoriale di Marco Imarisio sul Corriere della Sera

Frequentemente, nel mio studio incontro storie di chi, a differenza di Giulia, ce l’ha fatta. E questi giorni di cronaca...
21/11/2023

Frequentemente, nel mio studio incontro storie di chi, a differenza di Giulia, ce l’ha fatta. E questi giorni di cronaca sono stati per alcune pazienti l’occasione per parlare di quello che è un capitolo doloroso della loro vita.
Storie di donne che hanno detto basta dopo un primo schiaffo o all’ennesimo insulto, donne che hanno riconosciuto la violenza psicologica, hanno avuto amiche o conoscenti che sono riuscite a dissuaderle dal partecipare all’ultimo incontro. Donne che però arrivano ferite, con l’autostima devastata, e che dicono di non riconoscersi più.
Concordo nel ritenere che molto lavoro vada fatto educando al rispetto il genere maschile ma sono convinta, e spero con questo di non risultare impopolare o insensibile, che altrettanto lavoro vada fatto sulle vittime, perché non perpetuino il comportamento nel tempo e, se possibile, non finiscano nelle mani di chi vende la parola amore per quello che amore non è.
Educhiamo le nostre figlie riconoscere cos’è l’AMORE, attraverso l’esempio e la trasmissione del sentimento più incondizionato che conosciamo. Rendiamole sazie d’amore e trattiamole come desidereremmo che un giorno venissero trattate, nel rispetto dei loro bisogni.
Lavoriamo su noi stesse prima di diventare madri affinché l’educazione all’affettività dei nostri figli sia quanto più equilibrata e ponga le basi per lo sviluppo di un individuo affettivamente appagato.
Diamo valore alla storia di Giulia perché il suo e quelli di molte altre non rimangano esempi vani.
E tu che magari leggi me, la cronaca o i commenti di questi giorni e vivi una storia simile a Giulia: no, non è amore e no, non cambierà, sarà sempre peggio. Salvati.

20/11/2023
13/11/2023

Un articolo, aggiungo io, scritto evidentemente da chi non sa di cosa parla, come spesso purtroppo accade.

Giornata mondiale della salute mentale. Buona lettura -e riflessione- a tutti!
10/10/2023

Giornata mondiale della salute mentale. Buona lettura -e riflessione- a tutti!

Nella giornata dedicata alla salute mentale abbiamo chiesto ad alcuni e alcune psicoanaliste e psichiatri, collaboratori e interlocutori di doppiozero, di rispondere in poche righe a questa domanda tutt’altro che semplice.

07/10/2023

Il liceo scientifico Bottoni di Milano ha deciso di abolire le pagelle del primo quadrimestre: meglio trascorrere...

❤️
30/09/2023

❤️

Il mio primo contatto diretto con la malattia mentale l'ho avuto a due anni e mezzo, quando mio padre mi ha accompagnato all'asilo e non è più tornato. Ci ho messo 20 anni per capire il perché e altri venti per sapere cosa lo avesse spinto, un pomeriggio di aprile del 1986, a salire su un ponte e a lanciarsi nel vuoto.

Sindrome maniaco-depressiva, così l'avevano definita i medici. Per anni ho vissuto con l'ansia costante che quella malattia invisibile mi venisse a cercare in virtù di una presunta predisposizione genetica al seme della follia. Avevo anche una data precisa - o, meglio, una scadenza - segnata sul calendario: 33 anni, l'età cristologica in cui mio padre aveva incominciato a ripiegarsi su sé stesso fino a rompersi.

A lungo ho aspettato quel momento. A 16 anni sono stato colpito da quella che qualcuno cominciò a chiamare depressione: avevo chiuso i libri, smesso di uscire, mangiavo troppo o nulla. Mia madre era così terrorizzata da chiedere un parere alla zia genetista, a caccia di possibili tracce di ereditarietà, sempre escluse. Poi la crisi è passata, sono arrivati i fatidici 33 e non è successo niente. Nessuna psicosi, nessuna forma depressiva apparente, nessuno stato d'ansia o disturbo mentale.

Ero - e sono tutt'ora, credo - quello che le statistiche definirebbero un maschio sano, in salute, privo di patologie rilevanti e portatore nella media di traumi e ferite dell'io che solo alle soglie dei quaranta mi sono deciso sul serio ad affrontare. Ma sono anche la vittima secondaria di uno degli stigmi più solidi e resistenti della società contemporanea e, in particolare, cattolica: il tabù della malattia mentale e di ogni sua fatale conseguenza e implicazione.

È quello stesso stigma che oggi impedisce a centinaia di migliaia di ragazzi di riconoscere il problema e accettare il supporto psicologico di un esperto. Un giovane su cinque in Italia soffre di disturbi d'ansia, addirittura uno su quattro di depressione, di cui circa un terzo prima dei 14 anni. Eppure sono molti meno quelli che hanno avviato un percorso di psicoterapia, per rifiuto, per vergogna, ma anche per carenza di risorse destinate ai servizi di salute mentale.

«Il primo passo per affrontare il disturbo mentale è riconoscerlo» mi ha detto un amico psichiatra. Ma ciò significa, soprattutto, accettarlo, normalizzarlo, e vale anche per chi vive o ha vissuto accanto alla malattia psichica. Eppure, ancora fino a qualche anno fa, mi si abbassava la voce quando raccontavo com'è morto mio padre.

Ora non più. A 40 anni ho fatto pace con lui e coi miei sensi di colpa. Ho smesso di sentirmi sbagliato.

(La mia “Ultima parola” su Style Magazine Italia di ottobre, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale)

Indirizzo

Via Privata Dina Galli 8
Milan
20159

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:30
Martedì 08:00 - 20:30
Mercoledì 08:00 - 20:30
Giovedì 08:00 - 20:30
Venerdì 08:00 - 20:30

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