11/09/2022
“Mi è capitato spesso di salutare tifosi, giocatori, società, città, per dire addio o arrivederci. Fa parte della carriera di un calciatore e di un allenatore andare via prima o poi. I cicli sportivi nascono, si sviluppano, regalano soddisfazioni, a volte delusioni e poi inevitabilmente finiscono. Nulla è eterno. Ma stavolta il sapore che mi lascia il mio voltarmi indietro un’ultima volta è più triste. Perché non saluto solo una tifoseria che mi ha voluto bene e appoggiato in questi tre anni e mezzo ricchi di calcio e di vita, di lacrime di gioia e di dolore, di successi, cadute e ripartenze. Saluto dei fratelli e dei concittadini.
La mia avventura a Bologna non è stata solo calcio, non è stata solo sport… E’ stata un’unione di anime, un camminare insieme dentro un tunnel buio per rivedere la luce. Ho sentito la stima per l’allenatore e quella per l’uomo. Il vostro calore mi ha scaldato nei momenti più difficili. Ho cercato di ripagare tutto questo affetto con il mio totale impegno e attaccamento alla maglia: non risparmiandomi mai sul campo o da un letto di ospedale.
Nei nostri tre anni e mezzo insieme abbiamo ottenuto un incredibile decimo posto, poi due volte un dodicesimo e infine un tredicesimo. Raggiungendo sempre, nonostante tutto – e sapete bene cosa è stato quel “tutto” -, una salvezza tranquilla: provando a fare un calcio propositivo e offensivo, lanciando giovani e permettendo al club di guadagnare molto col mercato in uscita, come dimostrano le ultime sessioni. Potevo fare ancora meglio? Forse. Ho dato tutto me stesso? Sì, senza il minimo dubbio. E questo mi permette di guardare tutti a testa alta e non rimproverarmi nulla.
Se ci sono riuscito però è anche merito di voi tifosi e di tutta Bologna. Non dimenticherò mai le vostre processioni al santuario di San Luca per me, gli incoraggiamenti, i “forza Sinisa non mollare” quando mi incontravate per strada, a Casteldebole, allo stadio. E la mia emozione quando ho ricevuto la cittadinanza onoraria sentendomi un bolognese tra i bolognesi.
Ci tengo però a dire, che le mie condizioni di salute sono buone e in costante miglioramento. Io non mi sto più curando, sto solo facendo controlli sempre più saltuari. Ho seguito a Casteldebole tutti gli allenamenti in queste settimane: l’unico mio temporaneo impedimento è quello di non poter espormi per troppe ore a un sole forte. Ma non sono mancato un giorno. Nulla mi impedisce di lavorare e di andare in panchina. Non è questo il momento per analisi calcistiche sull’ultimo periodo, sul mercato, sulla gestione di alcune situazioni che non mi hanno trovato d’accordo. Ora, nel ricordare tanti momenti unici e indimenticabile, voglio solo dire grazie”.
Sinisa Mihailovic