Dott.ssa Federica Beglini - Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Federica Beglini - Psicologa Psicoterapeuta Mente e corpo sono strettamente collegati: il corpo è la voce della mente. Infatti, i sintomi fisici sono la più chiara espressione di un malessere psichico.

La mia mission è accompagnarti nel prendere consapevolezza dei tuoi punti di forza e di debolezza, per poter lavorare sul rafforzamento delle tue risorse. Se stai attraversando un momento di stress e/o preoccupazione dovuto alle motivazioni più varie (conflittualità di coppia/famiglia, stress lavoro correlato, elaborazione del lutto, difficoltà nel tono dell'umore, ansia e panico, trauma, ecc) contattami per una consulenza. Anche online.



Dott.ssa Federica Beglini Psicologa

29/10/2025

La terapia online può funzionare - e infatti in molti casi funziona -, ma necessita di alcune regole.

Si sta diffondendo sempre di più un’idea del tutto sbagliata di questa modalità e le più grandi piattaforme che erogano il servizio ne sono le maggiori responsabili. Per la serie: “ti basta una connessione internet ed è come essere in studio, ma in realtà sei comodamente a casa tua”. O in macchina, o a lavoro, o in vacanza, o in un coworking.

Beh, no. Non funziona così. Non c’è niente di più sbagliato in questo messaggio così svalutante di un lavoro estremamente delicato e profondo - in presenza o online che sia.

Non è vero che puoi connetterti comodamente da dove vuoi, perché il setting è importante. Anche a distanza.

Essere seduti ad una scrivania, su un letto o su un divano, nella tranquillità e nella privacy di una stanza chiusa a chiave, non è la stessa cosa di connettersi da una macchina, da un ufficio o da un qualsiasi altro posto non sia il tuo “posto sicuro”.

Non è la stessa cosa, perché la terapia non è una chiacchierata da bar, un aggiornamento sull’andamento della settimana.

È un momento per te, per esplorare i tuoi temi profondi, per entrare in connessione con le tue emozioni e con quelle parti di te che la quotidianità tiene fermamente a bada. Ma che ci sono, perché sei tu. Perché tu sei l’insieme di tutte quelle parti, anche quelle che spesso reputi sbagliate o cattive.

E se non ti concedi uno spazio sicuro e un tempo per te, lontano dalla frenesia del quotidiano o dalle richieste dell’altro (famiglia, partner, colleghi) non c’è nessuna terapia. C’è un dialogo, una chiacchierata. Ma questo non è psicoterapia.

«- Credo che dovrei raddrizzare la mia vita. Sai, Daddy, il mio analista, non fa che ripeterlo.- Chiami il tuo analista ...
12/10/2025

«- Credo che dovrei raddrizzare la mia vita. Sai, Daddy, il mio analista, non fa che ripeterlo.
- Chiami il tuo analista Daddy?
- Sì, lo chiamo Daddy.
- Il mio lo chiamo Dottor Chomsky… quello… quello mi picchia col righello.
- Daddy mi dice comunque che mi metto io in determinate situazioni… questo deliberatamente…»

Ciao, Diane 🤍

Ogni giorno incontro adulti dall’infanzia spezzata, che hanno dovuto misurarsi e confrontarsi troppo presto con il terro...
24/09/2025

Ogni giorno incontro adulti dall’infanzia spezzata, che hanno dovuto misurarsi e confrontarsi troppo presto con il terrore dell’imprevedibilità.

Essere dipendenti da qualcuno che è, contemporaneamente, indispensabile per la propria sopravvivenza e fonte di paura è un’esperienza che frammenta il mondo interno. È un’esperienza che disorganizza, che non contiene e non rassicura.

E così tocca, troppo presto, imparare a bastarsi, a contare su di sé e a darsi spiegazioni relativamente tollerabili di ciò che si vive.

Il passato non si può cambiare, ma si può comprendere e integrare nella propria storia. La terapia concede questo: uno spazio in cui riconoscere i propri vuoti e imparare a riconoscere i propri meccanismi automatici di annullamento di sé come strategia di sopravvivenza all’imprevedibilità dell’altro.

Sono diventata psicoterapeuta non quando ho terminato la scuola di specializzazione e conseguito il diploma. Sono divent...
14/09/2025

Sono diventata psicoterapeuta non quando ho terminato la scuola di specializzazione e conseguito il diploma.
Sono diventata psicoterapeuta quando ho imparato che “guardare” non è “vedere” e che “ascoltare” non è “sentire”. Quattro verbi indispensabili, ma tutti profondamente diversi. “Vedi” se accogli l’altro nella sua interezza, nei suoi bisogni (anche) inconfessabili, se guardi oltre l’ovvio. “Senti” se sintonizzi il tuo mondo interiore con quello dell’altro, se abbandoni la tua visione del mondo per osservare la sua realtà con i suoi occhi. E aiutarlo, così, a scovare un’altra lettura possibile. Perché sì, un’altra strada è sempre possibile.

Sono diventata psicoterapeuta quando ho imparato a stare con l’altro anche nel silenzio, a sorreggere insieme la sua angoscia senza temere di esserne divorati.
Quando ho toccato con mano che per affrontare il dolore, il lutto, la paura non servono manuali statistici che impacchettano le emozioni e le categorizzano privandole della loro umanità.

Sono diventata psicoterapeuta quando ho capito (e accettato) di non poter salvare nessuno, che l’altro può uscire dai propri tunnel solo se lo desidera realmente e che io posso essere un vero testimone di questo desiderio.

Sono diventata psicoterapeuta quando ho deciso di prendermi cura dei miei fantasmi perché è l’unico modo per poter essere di aiuto all’altro. Conoscere le proprie ombre, scoprire e accettare anche le verità più scomode di se stessi è l’unica strada percorribile per imparare a stare davvero con l’altro, senza correre il rischio di contaminare la sua storia con la propria (o, peggio, di ragionare secondo ciò che è giusto per se stessi e non per l’altro).

Sono diventata psicoterapeuta in tutti questi momenti e in tanti altri, e lo divento ancora ogni giorno, quando incontro e accolgo l’altro con la sua storia, la sua anima, il suo sentire.

❤️
12/09/2025

❤️


A. Di Ciaccia, Introduzione all'edizione italiana, in: J. A. Miller (a cura di), Gli imbrogli del corpo, p 7

31/08/2025


J.-A. Miller, Introduzione alla clinica lacaniana, p 46, Astrolabio

«oggi è stata la giornata più br**ta di sempree non provare a convincermi che c’è qualcosa di buono ogni giornoperché, s...
28/07/2025

«oggi è stata la giornata più br**ta di sempre
e non provare a convincermi che
c’è qualcosa di buono ogni giorno
perché, se guardi da vicino,
il mondo è un posto piuttosto malvagio
anche se un po’ di gentilezza ogni tanto traspare
la soddisfazione e la felicità non durano
e non è vero che
sta tutto nella testa e nel cuore
perché
la vera felicità si ottiene
solo se la propria condizione è elevata
non è vero che il bene esiste
sono sicuro che sei d’accordo che
la realtà
crea
il mio atteggiamento
è tutto fuori dal mio controllo
e nemmeno tra un milione di anni mi sentirai dire che
oggi è stata una bella giornata»

❗️Ora leggi dal basso verso l’alto.

🪷 La vita cambia se cambi punto di vista.

25/07/2025


H. Bonnaud, L’inconscio del bambino, Quodlibet, p. 73

23/07/2025

“È volgare persino il modo con il quale molti guardano il mondo, quella presunzione che hanno mentre lo passano sotto la lente giusta e decidono cosa sia sbagliato.
Sono volgari le certezze. Le derisioni del diverso. Di tutto quello che impacchettiamo e rispediamo orgogliosamente indietro, attaccando sulla scatola quell'etichetta che è la nostra, ma che diamo per certa.
"Deprecabile, inutile, ovvio, insopportabile, finto".
Ognuno, in realtà, scrive di sé.
Di quello che non ha imparato a tollerare, in luogo di una libertà dell'altro osannnata e poi continuamente offesa.
È questo l'odio.
Una vita a combatterlo fuori da sé.
E invece.”

Serena Santorelli

Indirizzo

Via Bartolomeo Eustachi, 49
Milan
20129

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