Amoreiki di Gianluigi Costa

Amoreiki di Gianluigi Costa Pagina di formazione e informazione su Reiki tradizionale Giapponese, meditazione, massaggio spirituale, corsi, seminari, biorsonanza.

31/10/2025

🙏🏾Om Amriteswarayi namah🙏🏾
IL PENSIERO DEL GIORNO
"Figli, ci capita spesso di credere che il maestro non soddisfi i nostri desideri e, in tali situazioni, non esitiamo a prendercela con lui. Il discepolo ignora che, in realtà, il maestro lo sta salvando.
Quando i vostri desideri non si realizzano, calmate la vostra mente e cercate di capire che questo è il volere del vostro maestro.
In simili circostanze quelli che non sono dei veri discepoli perdono la fede.
Il dovere del Signore è proteggere i Suoi devoti e a tale scopo è disposto ad assumere qualsiasi ruolo".
_Amma_

30/10/2025

🙏🏾Om Amriteswarayi namah🙏🏾
IL PENSIERO DEL GIORNO
"Figli, il maestro guida il discepolo vedendo gli eventi che stanno per accadere.
Potrà sembrare che il maestro lo rimproveri senza un motivo e l'allievo potrà pensare 'non ho fatto niente di sbagliato, perché mi ha sgridato?'
Ma il maestro non fa nulla senza una ragione.
Tutte le sue azioni mirano ad accrescere la consapevolezza del discepolo.
Se un discepolo vuole raggiungere il suo scopo, il modo più facile è l'abbandono e l'obbedienza al maestro".
_Amma_

29/10/2025

🙏🏾Om Amriteswarayi namah🙏🏾
IL PENSIERO DEL GIORNO
"Figli, sebbene pensiamo di essere in buona salute, un medico potrebbe diagnosticarci una malattia che ignoravamo. Anche in assenza di sintomi, grazie alle sue conoscenze e alla sua esperienza, il medico è in grado di individuare la malattia. Noi non ne siamo capaci, solo lui ha questa facoltà. Allo stesso modo, il maestro percepisce molte cose che sfuggono al discepolo.
Per seguire le istruzioni del maestro, il discepolo deve avere una fede totale.
Questa è la sola via che gli consente di crescere spiritualmente".
_Amma_

28/10/2025
28/10/2025

Il Reiki non è magia: smascheriamo le falsità moderne
Nel mondo del Reiki, oggi si vedono sempre più operatori che agitano le mani, fanno movimenti teatrali sul campo energetico delle persone, come se stessero togliendo o mettendo energie invisibili, con l’atteggiamento di chi “sa” esattamente cosa sta facendo.
Ma tutto questo non ha nulla a che vedere con il Reiki Tradizionale Giapponese.

Queste pratiche sono divagazioni moderne, invenzioni nate dall’ego e dalla fantasia, che allontanano le persone dall’essenza del Reiki: la Via della consapevolezza, della presenza e della grazia.

Il Reiki non è una tecnica per “manipolare l’energia”, ma una disciplina spirituale che porta alla connessione diretta con la nostra vera natura.
In questo video spiego con chiarezza perché questi comportamenti non appartengono alla tradizione autentica e come riconoscere la differenza tra il vero Reiki e le sue imitazioni più spettacolari ma prive di profondità.

Se desideri comprendere la purezza del metodo originale e ritornare alle radici di ciò che Mikao Usui ha realmente insegnato, questo video fa per te.

28/10/2025

🙏🏾Om Amriteswarayi namah🙏🏾
IL PENSIERO DEL GIORNO
"Figli, un discepolo dovrebbe capire che il maestro lo conosce meglio di quanto si conosca.
Sarà proprio questa consapevolezza ad aiutarlo a crescere spiritualmente".
_Amma_

Scienza senza CoscienzaLa follia del mondo modernoOggi voglio riprendere un argomento che avevo trattato molto tempo fa,...
27/10/2025

Scienza senza Coscienza
La follia del mondo moderno
Oggi voglio riprendere un argomento che avevo trattato molto tempo fa, ma che ritengo importante rivedere insieme. Ogni tanto, infatti, è necessario tornare su certi temi per fare un piccolo ripasso.

Quando la scienza dimentica l’anima
Stiamo assistendo a una deriva evidente: la scienza moderna, in molti ambiti, sembra aver perso il contatto con la coscienza. Pensiamo, per esempio, al mondo della farmacologia: ogni disagio, ogni problema, ogni sintomo sembra richiedere un “siero salvifico”, una soluzione chimica immediata, come se il corpo e la mente fossero macchine da aggiustare con formule preconfezionate.

Lo stesso accade con la tecnologia. Viviamo immersi in un sistema di controllo costante: basta alzare lo sguardo e vediamo telecamere ovunque. Ci dicono che servono “per la nostra sicurezza” o “per il nostro bene”, ma la realtà è che vengono spesso utilizzate per controllare, punire, multare, non certo per proteggere. E, curiosamente, quando si verificano episodi criminali o delittuosi, quelle stesse telecamere smettono misteriosamente di funzionare.

Questa è scienza senza coscienza: un uso della conoscenza e della tecnologia privo di connessione con l’etica, con il rispetto per la vita e con quella dimensione spirituale che dovrebbe guidare ogni azione umana.

La coscienza: il legame con il Divino
Ma cos’è la coscienza?
Quando ne parlo, non mi riferisco solo alla mente o alla consapevolezza intellettuale, bensì alla connessione profonda con la dimensione spirituale, con quella scintilla divina che è presente in ciascuno di noi.

Il Divino è pura coscienza, puro amore, pura consapevolezza.
Quando la scienza si unisce a questa energia d’amore e viene utilizzata con intenzione benevola, può davvero servire al massimo bene dell’umanità: può alleviare la sofferenza, eliminare la fame, migliorare la qualità della vita e portare dignità a tutti.

Ma quando la scienza si allontana da questa connessione e agisce con un basso livello di coscienza, diventa strumento di distruzione, di controllo e di guerra. È in questo scarto che nasce la follia moderna.

Elevare la coscienza per trasformare il mondo
Oggi più che mai è necessario un lavoro di elevazione della coscienza.
Ogni nostra azione, se compiuta senza consapevolezza, diventa automaticamente un atto egoistico che genera karma sfavorevole: condizioni di vita che ci allontanano dalla pace, dalla felicità e dall’equilibrio interiore.

Sviluppare la coscienza spirituale significa, invece, imparare a trascendere l’ego, a entrare in contatto con quella parte divina che sa distinguere ciò che è giusto non da un punto di vista personale, ma da un punto di vista superiore.

Le antiche tradizioni orientali chiamano questo principio Dharma.
Il Dharma è giustizia, amore, equità; è l’azione giusta compiuta non per interesse personale, ma per il bene più alto e universale.

Vivere secondo il Dharma
Essere nel Dharma non significa solo seguire grandi ideali spirituali: anche un impiegato amministrativo, nel suo piccolo, ha il proprio Dharma, che consiste nel fare al meglio il suo lavoro.

Essere nel Dharma, sia sul piano spirituale che su quello materiale, richiede coscienza: la consapevolezza che ogni nostra azione deve essere guidata da un senso etico e morale, non come un dovere pesante, ma come un atto di giustizia e amore verso la vita stessa.

La coscienza ci dona la capacità di discernere — di capire cosa è giusto e cosa non lo è — non dal punto di vista egoico, ma da una prospettiva superiore.
Il discernimento guidato dalla coscienza è ciò che trasforma le nostre scelte, rendendole non solo utili per noi, ma anche per il bene collettivo.

L’evoluzione della coscienza umana
Sviluppare una coscienza evolutiva e spirituale è fondamentale in ogni ambito della vita: dalle azioni più semplici e quotidiane fino alle esperienze più sottili e trascendenti.

Oggi, purtroppo, la mancanza di coscienza ha portato l’umanità sull’orlo dell’autodistruzione. È come se fossimo arrivati al limite di un ciclo, e ora ci fosse la necessità di un salto evolutivo.

Molti parlano di “salto quantico”, ma troppo spesso questo concetto viene usato in modo fuorviante, come un’illusione che ci spinge a restare fermi, aspettando un cambiamento esterno o un salvatore.
In realtà, non arriverà nessun salvatore: il vero salvatore siamo noi stessi.

Come insegna il principio universale “come in alto, così in basso; come dentro, così fuori”, il cambiamento collettivo può avvenire solo attraverso un cambiamento individuale.
I maestri, i guru e le guide spirituali possono indicarci la via, ma il lavoro dobbiamo farlo noi, con umiltà, costanza e dedizione. Solo allora interviene la Grazia Divina, che si manifesta come sostegno e luce lungo il cammino.

Elevare la propria coscienza non è un concetto astratto, ma una necessità concreta per la sopravvivenza e l’evoluzione dell’umanità.
Coltivare una coscienza spirituale, basata sull’amore, sulla giustizia e sul discernimento, significa agire in ogni ambito della vita — personale, sociale, scientifico o tecnologico — in modo armonioso, giusto e illuminato.

Solo così la scienza, unita alla coscienza, potrà tornare a essere ciò che dovrebbe sempre essere: uno strumento al servizio della vita, dell’evoluzione e dell’amore universale.

Indirizzo

Via Asiago 51
Milano
20128

Sito Web

https://quantumhes.it/?ref=2230

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