29/11/2019
Verrà il giorno in cui il mio corpo giacerà su un lenzuolo bianco, rincalzato con cura sotto i quattro angoli di un materasso, in un ospedale affollato, tra i vivi e i morenti.
A un certo momento, un medico dichiarerà che il mio cervello ha smesso di funzionare, e che la mia vita si è fermata, a tutti gli effetti.
Quando accadrà, non tentare di instillare nel mio corpo la vita artificiale, usando una macchina. E non chiamare quel letto: "il mio letto di morte".
Chiamalo: "il letto di vita", e lascia che tutte le parti del mio corpo vengano prese, perché altri possano vivere una vita migliore.
Dai i miei occhi a un uomo che non ha mai visto il sorgere del sole, il viso di un bambino o l'amore negli occhi di una donna.
Dai il mio cuore a una persona, il cui cuore non gli ha causato altro, che giorni di sofferenza senza fine.
Dai il mio sangue al ragazzo che è stato estratto dalle lamiere della sua auto, in modo che possa vivere per vedere i suoi nipoti giocare.
Dai i miei reni a chi è legato a una macchina per sopravvivere, settimana dopo settimana.
Prendi le mie ossa, ogni muscolo, ogni fibra e ogni nervo del mio corpo e trova il modo di utilizzarli perchè un bimbo paralizzato torni a camminare.
Esplora ogni angolo del mio cervello.
Prendi le mie cellule, se necessario, e usale nelle colture, affinchè un giorno possano servire ad un ragazzo privo della parola, perchè possa tornare a gridare allo schiocco della mazza che colpisce la palla, e una bimba sorda possa tornare a sentire il ticchettio della pioggia sui vetri.
Brucia quel che resta di me, e spargi le ceneri al vento, perchè aiutino i fiori a crescere.
Se devi seppellire qualcosa, lascia che siano i miei difetti, le mie debolezze e tutti i pregiudizi contro il mio prossimo.
Dai i miei peccati al diavolo, la mia anima agli Dei.
Se vorrai ricordarti di me, fallo con una buona azione, con una parola di conforto per qualcuno che ha bisogno di te.
- Da "To remember me" di Robert N.Test