07/11/2024
🍀🍀❤️
Ciò a cui stiamo assistendo è l’esito dello scontro tra due forme interne al tecnocapitalismo. Uno scontro che rivela tutte le contraddizioni del nostro sistema socioeconomico, e che racconta una spaccatura sociale che non nasce oggi, e che si manifesta sempre più spesso nelle risposte elettorali negli Stati Uniti, come in Europa.
I progressisti americani hanno commesso l'errore fatale di offrire risposte estetiche a problemi esistenziali. Hanno creduto che bastasse circondarsi di star, sorrisi e glamour, che fosse sufficiente sentirsi più cool, più intelligenti, più giusti, meno pacchiani dell'avversario. Hanno scommesso sull'auto-evidenza della grossolanità altrui, senza comprendere che il paese reale è fatto di persone pervase da una stanchezza profonda, sia economica che culturale.
Questo duplice malessere ha creato un terreno fertile dove la disinformazione, paradossalmente, ha finito per rivelare una verità fondamentale attraverso il falso: l'esistenza di un'élite progressista che prova un disgusto viscerale per la gente comune, un disgusto che cerca di nascondere sotto strati di glitter e retorica inclusiva.
Le persone percepiscono di essere costantemente ingannate. Una percezione su cui fa leva la disinformazione populista. E l'inganno sta proprio in questa patinatura progressista che propone il glamour come risposta alla precarietà - sia economica che identitaria.
In questo scenario, il trionfo della grossolanità esplicita sulla raffinatezza ipocrita non è una vittoria ideologica, ma un fallimento sistemico: è l'incapacità di costruire un'alternativa che sappia essere onesta nel riconoscere il malessere diffuso senza strumentalizzarlo e la mancata volontà di cambiare binario, di proporre soluzioni alternative al capitalismo senza nascondersi dietro il velo della superiorità culturale.
La sfida ora è costruire una risposta politica che non cada né nell'estetizzazione superficiale dei problemi né nella loro strumentalizzazione populista. Come riconnettere il discorso progressista con le reali necessità - materiali ed esistenziali - delle persone?
Consapevoli che, forse, il tempo già non c’è più.