14/10/2020
Il nostro corpo fisico è meraviglioso, una macchina perfetta che, se fosse ascoltato, favorendo il processo di omeostasi, potremmo mantenere più facilmente in uno stato di buona salute, anche a beneficio delle controparti emotive e mentali che precipitano nel corpo fisico come emozioni e pensieri.
Il corpo fisico rappresenta la conseguenza visibile di tutto ciò che ci compone, mandandoci continuamente segnali del nostro mondo interiore che non si può vedere ne toccare, segnali che dobbiamo imparare a riconoscere, possibilmente prima che divengano troppo evidenti, ma qui entra in gioco la nostra parte più raffinata costituita dall'anima, quella parte che possiede la caratteristica d'intuire. A questo punto ci viene in soccorso la psicosomatica, capace di darci elementi importanti per favorire, appunto, quanto detto in precedenza, l'intuizione.
Dovendo parlare del corpo fisico e delle corrispondenze psicosomatiche, ho pensato di cominciare dalla colonna vertebrale, il supporto centrale su cui si scarica il peso di muscoli e organi. La colonna vertebrale si divide in 5 regioni: cervicale, toracica, lombare, sacrale e coccige. Le vertebre sono ossa corte ad anello, all'interno delle quali alloggia il midollo spinale. Partiamo dunque dalla regione cervicale che è composta da 7 vertebre che permettono la rotazione della testa.
La prima vertebra cervicale si chiama Atlante, che prende il suo nome dal dio greco costretto da Zeus a sorreggere il peso del mondo, in questo caso la nostra testa. La seconda vertebra si chiama Epistrofeo, che deriva dal greco torcere, volgere. Le altre cinque non hanno un nome specifico e vengono chiamate C3/C4/C5/C6/C7. Come si può intuire dal significato delle prime due vertebre siamo davanti alla modalità con quale affrontiamo il mondo, compresa la flessibilità con la quale ci orientiamo nella vita. Se affrontiamo la vita come un peso e non come un'opportunità, se facciamo fatica a volgerci altrove per timore di perdere delle “certezze”, anche se queste non producono piacere, possiamo comprendere molto di noi stessi, facendoci aiutare anche da una lettura psicosomatica dei possibili sintomi che possono insorgere. Questa lettura psicosomatica non vuole essere dogmatica, ma semplicemente, motivo di riflessione.
- Atlante ci rimanda alla paura, tipo quella del giudizio, al desiderio di fuga dalla vita e al timore di non essere all'altezza. Questo atteggiamento produce un chiacchiericcio interiore che non produce azione, subendo, in questo modo, una pressione molto pesante, a volte insostenibile.
- L'Epistrofeo ci rimanda al rifiuto di sapere o capire, per questo facciamo fatica a volgerci verso qualcosa che, inevitabilmente, modificherà la nostra percezione della vita, producendo, per esempio, risentimento.
C3 ci rimanda al senso di colpa e alla propensione al martirio, producendo indecisione e un senso di oppressione che viene auto inflitto.
C4 ci rimanda al senso di colpa, all'ira repressa e ai sentimenti frenati.
C5 ci rimanda alla paura del ridicolo e dell'umiliazione, che porta ad una difficoltà di espressione negando, tra l'altro, il proprio bene.
C6 ci rimanda all'essere troppo sovraccaricati e, di conseguenza, a gestire gli altri, portando ad essere eccessivamente resistenti e inflessibili.
C7 ci rimanda alla collera, alla confusione, alla sensazione di essere indifesi senza riuscire a tendere la mano per ricevere aiuto.