Sonia Pellesi Psicoterapeuta

Sonia Pellesi Psicoterapeuta Psicologa perinatale
Psicoterapeuta ad orientamento adleriano

Ieri, nella sempre ospitale cornice della Spiaggia Margherita 85/86  sono stata ospite della   organizzata da Nascere a ...
05/06/2025

Ieri, nella sempre ospitale cornice della Spiaggia Margherita 85/86 sono stata ospite della organizzata da Nascere a Modena per parlare di identità materna e corpo che si trasforma...grazie a tutte le che hanno condiviso esperienze molto personali e vissuti profondi in merito alle fatiche, le difficoltà, le complessità di un corpo che cambia con la maternità e che non è sempre facile da accettare ♥️
Ci vediamo il prossimo anno, con idee che già bollono in pentola 😉

Sabato sera ho partecipato alla presentazione del libro "La farfalla dalle ali d'acciaio" di Cristina Guida La Licata, a...
26/05/2025

Sabato sera ho partecipato alla presentazione del libro "La farfalla dalle ali d'acciaio" di Cristina Guida La Licata, all'interno della rassegna Il tè delle cinque a Fiorano Modenese.
Davanti ad un pubblico attento e partecipativo, si è parlato della sua esperienza, del punto di vista medico, di resilienza, ascolto del proprio corpo, accettazione e dialogo con i messaggi che il nostro ci comunica... che non sempre si è disposti ad ascoltare.
Il tutto accompagnato da letture e musiche.
Grazie a Tina de Falco per l'organizzazione e l'invito!

Serate piene di riflessioni preziose, risate e della ricchezza degli   che non smette mai di stupirmi
20/05/2025

Serate piene di riflessioni preziose, risate e della ricchezza degli che non smette mai di stupirmi

22/04/2025
Il   è un passaggio del corpo e del cuore.Rappresenta un ponte tra un "prima" e un "dopo", ed è spesso caricato di aspet...
25/01/2025

Il è un passaggio del corpo e del cuore.
Rappresenta un ponte tra un "prima" e un "dopo", ed è spesso caricato di aspettative e desideri.
Lascia segni interiori che, a volte, necessitano di essere elaborati.
Aspetto tutte le neo mamme che desiderano fermarsi a "pensarlo" al centro per le famiglie di Sassuolo, giovedì 6 febbraio alle ore 10.

Come funziona la   con i  ?Si dà il via libera al  ! Il gioco infatti, oltre al disegno, è il canale preferenziale attra...
11/12/2024

Come funziona la con i ?
Si dà il via libera al !
Il gioco infatti, oltre al disegno, è il canale preferenziale attraverso il quale si scorge il mondo interno del bambino. Nel gioco si libera la fantasia e con lei anche le pulsioni più complesse come l'aggressività, spesso guidata dalla rabbia e dalla tristezza.
Ci si sperimenta in un luogo nuovo in cui nulla si distrugge, neanche la relazione con il terapeuta, che anzi diventa protagonista del processo di cura.

Eccoti, amica mia, sorella maggiore.Per la prima volta non ho le parole.Le parole sono grosse, pesanti, goffe, non stann...
15/10/2024

Eccoti, amica mia, sorella maggiore.
Per la prima volta non ho le parole.
Le parole sono grosse, pesanti, goffe, non stanno in piedi.
[...]
"Non sono più una mamma ora?"
Sarai la sua mamma per sempre.

📷 "Mamma" -terredimezzo-

Oggi si celebra la giornata mondiale del , tematica a me particolarmente cara perché incontro quasi quotidianamente in studio (e fuori) persone che hanno vissuto questa esperienza. Tematica tanto frequente quanto poco conosciuta, soprattutto perché ritenuta un , basti pensare che non esiste un termine nella lingua italiana per definire i genitori che hanno perso un figlio.
Oggi dedico un pensiero speciale a tutti i genitori che ho conosciuto che hanno vissuto questo lutto in epoca perinatale e che hanno desiderato condividerlo con me nella
Parlare di questo dolore è il primo passo per elaborarlo ed integrare l'esperienza luttuosa nel proprio percorso di vita ❤️

08/10/2024

Qualche settimana fa, all'interno della rassegna del , ho incontrato un gruppo attivo e partecipe di che hanno condiviso le loro esperienze del per affrontare, in un momento successivo, i dubbi e i timori in relazione a quello delle loro figlie.
Il clima di scambio e confronto ha permesso la nascita di nuove consapevolezze accompagnate da risate e anche qualche lacrima ♥️
Grazie a Silvia Mori di mia spalla in questa serata e a tutte donne presenti!!




Condivido ogni singola parola, vedendo gli effetti dell'utilizzo dello smartphone tutti i giorni dentro e fuori dallo st...
13/09/2024

Condivido ogni singola parola, vedendo gli effetti dell'utilizzo dello smartphone tutti i giorni dentro e fuori dallo studio.
Aggiungo anche che è difficile, come genitore, dare delle regole ai propri figli e, ancora di più gestirne le conseguenze. E non credo che questa difficoltà sia secondaria in chi non è d'accordo con questa proposta: quotidianamente incontro genitori intimoriti di traumatizzare i propri figli quando si trovano a dover dare delle regole, dei no, dei confini. Adulti spiazzati di fronte ad un pianto o alla crisi di rabbia dei bambini. Adulti che in primis non sanno gestire la propria frustrazione nata dal non vedere il proprio figlio sempre felice e sorridente.
Dov'è finita la nostra autorevolezza?

MA DAVVERO E’ SBAGLIATO ATTENDERE I 14 ANNI PRIMA DI AVERE UNO SMARTPHONE? Rispondo a tutti coloro che hanno criticato la nostra petizione al governo
In questi giorni si è molto parlato della petizione - di cui io e Daniele Novara siamo primi firmatari -che chiede al governo di sostenere, per legge, la regolamentazione relativa all’ingresso dello smartphone nella vita dei minori e anche l’età minima necessaria per gestire un profilo social personale. Auspichiamo che lo smartphone venga posseduto non prima dei 14 anni e che non sia possibile avere un profilo social prima dei 16 anni. Le reazioni a questa proposta sono state enormi. Alcuni d’accordo, altri no. Il pensiero divergente è sempre importante, ma ciò che ho notato è che nessuno, quando dichiara la non validità di questa proposta (e spesso anche la non validità di chi l’ha fatta, ma questo è un altro argomento), parla mai di “addiction”. L’intero ambiente online è architettato per uncinare il fruitore a spendere sempre più tempo nell’online. Piattaforme social e di videogaming sono infarcite di artifici finalizzati a stimolare i circuiti dopaminergici dell’utilizzatore, ma questo non viene mai messo al centro delle riflessioni di chi continua a dire che la responsabilità è dei genitori e che bisognerebbe togliere lo smartphone o almeno farne ridurre l'uso agli adulti (cosa che condivido appieno) e non ai minori (cosa che invece non condivido per niente). Le leggi di stato sono spesso state promosse per tutelare soggetti fragili nei confronti di rischi che non sono in grado di gestire. Ci sono leggi che vietano la vendita di tabacco e alcol ai minori, che impediscono ad un minore di accedere ad una sala giochi, che non permettono ad un minore di assumere in autonomia sostanze ad azione psicotropa. Queste leggi sono fatte perché i minori sono particolarmente vulnerabili alla stimolazione dei circuiti dopaminergici e più inclini a sviluppare dipendenza. La dipendenza da smartphone non è la semplice conseguenza di una vita inadeguata e/o di una famiglia fragile. Spesso anche all’interno di vite adeguate e famiglie competenti le tecnologie ad uso personale dei minori fanno danni enormi. Moltissimi genitori competenti si rendono conto di questo. E chiederei a tutti i genitori di bambini di 9 e 10 anni che hanno dato ai loro figli il loro primo smartphone in età precoce, se la loro vita familiare e lo stile di vita dei loro bambini ha avuto beneficio da tale decisione educativa. Quanti sono oggi i genitori che se avessero saputo cosa sarebbe accaduto nella vita dei loro bambini dopo l’ingresso dello smartphone ad uso personale, rifarebbero la stessa scelta? C’è molta complessità da considerare quando si parla di questo tema. E nessuno ha mai detto che lo smartphone è la causa del malessere in età evolutiva. Ma non ho alcun problema ad affermare su base scientifica che lo smartphone rappresenta un “enorme” – e ribadisco “enorme” – fattore di rischio che contribuisce a determinare i quattro fattori che anche J. Haidt descrive in modo magistrale nel suo bellissimo libro “Generazione Ansiosa” (Rizzoli ed.) e intorno ai quali io e Barbara Tamborini avevamo già fornito ai genitori abbondanti evidenze nel nostro testo “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.). Quali sono questi quattro fattori? A) Deprivazione di sonno B) Deprivazione sociale C) Frammentazione dell’attenzione e riduzione delle competenze di apprendimento D) Addiction.
I vostri figli hanno manifestato almeno uno di questi quattro fenomeni dopo l’ingresso dello smartphone nelle loro vite? Secondo la narrazione corrente che si oppone alla nostra petizione il problema consisterebbe nel fatto che siete genitori fragili e iperconnessi. Secondo, invece, quanto affermato nella nostra petizione, il problema consiste nel fatto che – anche se siete genitori competenti e attenti ai bisogni educativi dei vostri figli – l’uncinamento dopaminergico prodotto dallo smartphone è così intenso da impedire a vostro figlio di farne buon uso. Perché il tema è proprio questo: non si può consegnare in mano ad un bambino qualcosa che è architettato per renderlo dipendente e dirgli che deve imparare a non esserlo. Da sempre tabacco, alcol, droghe, pornografia e gioco d’azzardo sono regolati da leggi di stato, per ciò che riguarda la fruizione da parte dei minori. Perché non dovrebbe accadere anche con lo smartphone? Ho ricevuto molti insulti, molto discredito professionale in tante affermazioni che ho sentito in questi giorni da molti colleghi. Se ho sbagliato ad avere, già da molti anni, la visione che la crescita di chi non ha compiuto 14 anni dovrebbe essere “smartphone free”, chiederò scusa al mondo. Ad oggi, però, la ricerca disponibile e le evidenze cliniche in età pediatrica, mi dicono di continuare ad avere questa visione e di condividerla con più adulti possibili. Se volete e potete condividete questo messaggio con altri genitori e lunedì partecipate all’evento online di cui trovate informazione nell’immagine abbinata a questo post.

"Cambiare è difficile. Vorremmo stare nella nostra comfort zone e non venirne più fuori...vai incontro al nuovo. E scopr...
10/09/2024

"Cambiare è difficile. Vorremmo stare nella nostra comfort zone e non venirne più fuori...vai incontro al nuovo. E scopri che è pieno di opportunità"
A. Pellai e B. Tamborini: Il lato più bello

A settembre, con le colleghe di e in collaborazione con , terrò incontri dedicati al cambiamento corporeo ed emotivo dei ragazzi e delle ragazze nella fase puberale.

📌 25 settembre ore 20.30: "Menarca in arrivo: cosa cambia nel corpo e nella mente di una ragazzina che si affaccia alla pubertà e cosa possono fare i genitori per sostenerla" Incontro dedicato ai genitori, all'interno della rassegna del Settembre formiginese

📌 26 settembre e 3 ottobre dalle 17 alle 19: " Sto diventando grande"
Percorso rivolto a padre - ragazzo di 10/14 anni per scoprire i cambiamenti che la pubertà porta con sè dal punto di vista maschile. Presso il Centro per le Famiglie di Formigine.

Vi aspettiamo!

Qualche giorno fa una piccola paziente mi ha confidato che durante il primo giorno di centro estivo ha pianto da sola in...
01/08/2024

Qualche giorno fa una piccola paziente mi ha confidato che durante il primo giorno di centro estivo ha pianto da sola in un angolo perché aveva nostalgia della sua famiglia. Le ho chiesto se avesse chiesto all' educatrice presente di ricevere una coccola o ad un amico di consolarla, ma mi ha risposto di no... allora le ho domandato di cosa avrebbe avuto bisogno in quel momento lì e la sua risposta è stata "di essere triste, di piangere, perché se piango dopo la tristezza va via"

Sulla frase di questa bambina si potrebbe fare un elaborato di psicoterapia ❣️
La prima riflessione che mi è venuta in mente è stata relativa a quante volte si cerchi di evadere dalle emozioni più complesse, quando invece vivendole, "sguazzandoci" in mezzo, si riuscirebbe ad elaborarle ed integrarle all'interno di una cornice più ampia della nostra vita, in modo addirittura più veloce, rispetto al (faticoso) cercare di nasconderle.
Difficile? Moltissimo 😥
Soddisfacente? Sì 💪




"Non sono cambiate le cose intorno a me, sono io che le vedo diversamente" Fare un percorso di psicoterapia ha come obie...
22/07/2024

"Non sono cambiate le cose intorno a me, sono io che le vedo diversamente"

Fare un percorso di psicoterapia ha come obiettivo il proprio cambiamento, una messa in discussione di sé stesso, dei propri schemi, approcci mentali, del proprio modo di leggere ed interpretare il mondo (per questo è molto faticoso!).
Ognuno di noi guarda il mondo con le proprie lenti, frutto e intreccio del nostro bagaglio genetico e dell'ambiente nel quale siamo cresciuti, che concorrono a creare un modo unico ed individuale di interpretare la realtà.
A volte questo meccanismo diventa disfunzionale e lì ecco che emerge il sintomo.

Che soddisfazione quando, dopo averlo maneggiato, averci lavorato sù, averne esplorato le complessità e gli aspetti più profondi, quel sintomo sparisce e si trova il bandolo della matassa che porta a stare meglio 🧶


Indirizzo

Modena
41122

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