28/12/2025
In questi giorni sto ricevendo tanti 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶.
Messaggi di 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲, di 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲𝘇𝘇𝗮, di 𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗲.
C’è chi è stato 𝘂𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝘁𝗼 dal 𝗽𝗮𝗱𝗿𝗲.
Chi ha 𝗹𝗶𝘁𝗶𝗴𝗮𝘁𝗼 con la 𝗺𝗮𝗱𝗿𝗲.
Chi è rimasto 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗼, perché la 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 è da tempo in una 𝗹𝗶𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮.
Chi ha subito 𝗿𝗶𝗰𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗶 dai 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶.
Chi si è ritrovato 𝗱𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗼 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼.
Chi ha scoperto un 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼.
Chi è stato 𝗮𝗰𝗰𝘂𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲, proprio quando avrebbe avuto bisogno di 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲.
Le 𝗳𝗲𝘀𝘁𝗲 fanno questo.
Non creano il dolore, ma lo 𝗮𝗺𝗽𝗹𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗻𝗼.
Accendono i riflettori su ciò che durante l’anno proviamo a 𝗺𝗮𝗻𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗲𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶𝗼.
Rendono più rumorosi i 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝘇𝗶, più pesanti le 𝗮𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗲, più vive le 𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗲.
E quando il dolore arriva dai 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶, la fatica è ancora più 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗻𝘀𝗮.
Perché è vero: non li puoi 𝗰𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲, non puoi 𝗰𝗵𝗶𝘂𝗱𝗲𝗿𝗲, non puoi smettere di 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲.
Ma questo non significa che tu debba 𝗮𝗻𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮𝗿𝘁𝗶.
I 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶, anche con i figli, non sono 𝗽𝘂𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶.
Sono modi per dire:
«Ti amo abbastanza da non permettere che tu mi faccia 𝗺𝗮𝗹𝗲».
A volte non serve 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼.
Serve uscire dai 𝗴𝗶𝗼𝗰𝗵𝗶 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗶, fermarsi, 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝘀𝗶.
Se anche per te è stato così,
voglio dirti una cosa con 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗲𝘇𝘇𝗮:
non sempre gli altri sono pronti a 𝗰𝗮𝗽𝗶𝗿𝗲, a 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗿𝗲, a fare un 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶.
Se vuoi, 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗹𝗼.
Qui c’è 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼.