06/10/2025
Fermarsi è una capacità che la maggior parte delle persone, me compresa, ha difficoltà a mettere in atto.
Ieri ho guidato una classe di Yin Yoga ad un gruppo di donne in vacanza. Donne molto abbienti, visto il luogo in cui ci trovavamo, sicuramente “urbane”, donne di città abituate a correre. E infatti finito un tour in bicicletta eccole fiondarsi nei loro completini firmati verso la lezione di Yoga.
Le vedo super fit, ma propongo una pratica più morbida e lenta visto l’avvicinarsi del tramonto.
Inizio a condurle e nonostante le mie indicazioni sull’importanza del lasciarsi andare in modo passivo alla postura, rimanendo a lungo e respirandoci dentro, per i primi 40 minuti ciascuna di loro continua a muoversi autonomamente e in modo dinamico attraverso posizioni totalmente diverse da quelle da me istruite.
Dopo un iniziale senso di smarrimento da parte mia, noto che comincia a farsi strada in me un certo nervosismo misto a giudizio: penso “ma come vi permettete di non seguire le mie indicazioni?! Io sono l’insegnante, voi dovete solo eseguire ciò che dico.”
Per fortuna questa deriva autoritaria che stava crescendo dentro di me è durata molto poco.
Primo perché visti i tempi che corrono mi sono quasi spaventata chiedendomi se non sia quasi un’epidemia che contagia le persone 🤦🏻♀️
Secondo perché ho capito che anche a me stava succedendo ciò che accadeva a queste donne: non riuscivo a fermarmi.
Quando ti fermi, stai. Stai con quello che c’è in quel preciso momento, che ti piaccia o no, imparando a sospendere il giudizio e l’intervento dell’ego. E così inizi ad accogliere, ad ammorbidirti e smussare gli angoli della tua rigidità, a respirarci dentro e aprirti alla compassione, che non significa avere pena ma piuttosto empatia ❤️🩹
E quasi per magia, eccole. Quiete, presenti, assorte nell’atto di non agire.
Ahimsa, la non violenza, la potenza del saper stare anche quando intorno è tempesta 🪷
E di saper cogliere insegnamenti da ogni occasione che si presenti.