02/06/2024
Dieta vegetariana: giova alla salute cardiovascolare e riduce il rischio di cancro
Secondo uno studio italiano pubblicato su PlosOne le diete a base vegetale possono ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di cancro, attraverso meccanismi multifattoriali.
È questa la principale conclusione di uno studio italiano pubblicato su PLoS ONE che ha esaminato l'impatto delle diete prive di prodotti animali e di derivati animali (A/APFDs) sui fattori di rischio associati allo sviluppo di malattie cardiometaboliche, cancro e mortalità correlata.
Lo studio, coordinato da Angelo Capodici, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'Università di Bologna, fornisce una panoramica delle evidenze attuali, consolidando i dati di numerosi studi precedenti. “Le diete a base vegetale si sono diffuse in anni recenti non solo per motivi etici e ambientali, ma anche per i potenziali benefici per la salute.
La revisione ha incluso studi pubblicati dal gennaio 2000 al 30 giugno 2023, reperiti su PubMed e Scopus. Sono stati analizzati solo studi di revisione, sistematici e metanalisi che coinvolgevano soggetti umani di tutte le età, mentre sono stati esclusi studi primari e revisioni basate su trial interventistici che utilizzavano diete A/APFDs come terapia per persone con malattie metaboliche.
Secondo l'analisi, il profilo lipidico è migliorato, con una riduzione significativa del colesterolo totale (TC) e del colesterolo LDL (LDL-C). È diminuito il rischio di cancro, in particolare quello della prostata e sono stati osservati benefici sulla pressione sanguigna e una riduzione del rischio di malattie cardiometaboliche.
Le diete a base vegetale sembrano essere utili per ridurre i fattori di rischio cardiometabolico, nonché le malattie cardiovascolari, il rischio di cancro e la mortalità” affermano Capodici e colleghi. “Tuttavia, occorre cautela prima di suggerire in generale l'adozione di A/AFPD, poiché la forza dell'evidenza dei risultati disponibili è significativamente limitata dall'ampia eterogeneità degli studi e dai possibili rischi associati a regimi potenzialmente restrittivi” concludono.