Dott.ssa Maria Teresa Verdesca psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Maria Teresa Verdesca psicologa psicoterapeuta Specializzata al
CENTRO DI TERAPIA STRATEGICA di Arezzo
Modello Giorgio Nardone

I genitori narcisisti vogliono che i loro figli restino sempre legati a loro e non diventino mai davvero adulti e indipe...
26/07/2025

I genitori narcisisti vogliono che i loro figli restino sempre legati a loro e non diventino mai davvero adulti e indipendenti. Infatti se i figli crescessero e si allontanassero, il genitore perderebbe il controllo su di loro e anche quella sensazione di importanza e potere che ottiene nel sentirsi indispensabile.
Per mantenere questo legame di dipendenza, il genitore può sabotare la crescita personale del figlio, impedendogli di imparare cose fondamentali per vivere da solo. In pratica, lo tiene in uno stato di eterna immaturità.
Di conseguenza, il figlio cresce con l’idea di non essere capace di cavarsela senza l’aiuto del genitore. Questo è un tipo di abuso psicologico, perché il genitore, spesso in modo sottile, sminuisce continuamente il figlio, facendolo sentire inadeguato e dipendente. Il messaggio implicito è: “Hai bisogno di me, da solo non ce la fai”.
Questo comportamento è dannoso in quanto ostacola lo sviluppo dell’autostima e dell’autonomia, che ogni bambino dovrebbe avere il diritto di costruire.


17/07/2025
29/06/2025

Molto interessante !!!

Famiglie “contro natura”? No: contro un ordine simbolico specifico
Marco Inghilleri

L’argomento secondo cui le famiglie omosessuali sarebbero “contro natura” rivela, in realtà, più di ciò che intende denunciare. Non si tratta di un giudizio biologico, né di un’evidenza etologica. È un atto di fedeltà — consapevole o meno — a un ordine simbolico che, nella civiltà occidentale, ha legato indissolubilmente la famiglia alla differenza sessuale ordinata in vista della riproduzione.

Dire che qualcosa è “contro natura” è, nel linguaggio comune, un modo per difendere l’intelaiatura simbolica del mondo a cui si appartiene. Ma il problema è che questa intelaiatura non è universale, e soprattutto non è modificabile a piacimento, come vorrebbero le ingegnerie ideologiche del nostro tempo.

L’antropologia smonta l’universalismo

Molti popoli africani, asiatici e amerindiani hanno praticato forme di unione e trasmissione del lignaggio che non coincidono affatto con il modello eterosessuale, monogamico e riproduttivo che l’Occidente ha sacralizzato. Presso i Fon del Dahomey, una donna può diventare “padre femmina” di una famiglia, sposando un’altra donna attraverso il pagamento di una dote (Amadiume, 1987). I figli generati da quest’ultima con uomini esterni alla famiglia vengono attribuiti simbolicamente alla donna che ha pagato, e non alla madre biologica.

Tra i Nuer del Sudan (Evans-Pritchard, 1951), il fratello morto può essere sostituito da una sorella che “sposa” in sua vece una donna, per garantire la continuità genealogica: i figli sono del defunto, non di chi li concepisce. Queste pratiche non implicano ideologia di genere né confusione sessuale, ma sono espressioni di sistemi simbolici coerenti, regolati da un ordine del senso.

L’antropologo Jack Goody ha documentato che il matrimonio, nel mondo, non è definito dalla sessualità, ma da criteri di alleanza, discendenza, accesso alle risorse e continuità simbolica (Goody, 1976). L’Occidente, nel sacralizzare la coppia eterosessuale come unica “natura”, ha semplicemente assunto la propria costruzione storica come verità assoluta.

L’ordine simbolico non si cambia per decreto

Ed è qui il nodo: non si può modificare un ordine simbolico per via normativa. Ogni cultura si fonda su un sistema simbolico condiviso, che struttura il mondo attraverso opposizioni fondamentali: maschile/femminile, vita/morte, padre/figlio, interno/esterno. Forzare questi assi con un gesto legislativo o con una campagna ideologica non produce una nuova civiltà: produce confusione.

È legittimo che emergano nuove forme di convivenza, nuovi assetti familiari. Ma chiamarli “famiglia” nel senso simbolico pieno del termine è una forzatura, perché la famiglia non è una somma di individui affettivamente legati, bensì una struttura di trasmissione simbolica fondata su differenze non arbitrabili (Lévi-Strauss, 1967).

Il problema non è che due uomini o due donne crescano dei figli. Il problema è pretendere che questo equivalga, in senso antropologico e simbolico, alla famiglia nel suo significato arcaico e strutturante. E ciò, purtroppo, è impossibile: l’ordine simbolico non è materia di opinione, e le sue fondamenta non si riscrivono con emendamenti parlamentari.

Non contro natura, ma fuori ordine

Le famiglie omosessuali non sono contro natura. Sono esterne all’ordine simbolico che ha strutturato per secoli l’Occidente. Possono essere umanamente legittime, ma non possono occupare lo stesso posto simbolico della famiglia generativa basata sulla differenza sessuale. Ogni tentativo di equiparazione è, in fondo, un gesto iconoclasta: non produce giustizia, ma frattura.

In definitiva, non è l’omosessualità in sé a creare problema, ma il tentativo di ridefinire la mappa simbolica della civiltà a partire da esigenze individuali o rivendicative. Nessuna cultura sopravvive quando dissolve i propri assi strutturanti nel nome della fluidità assoluta. E nessuna società può fingere che l’ordine del senso sia neutro, modificabile o soggettivo.

L’unico vero “contro natura” è la pretesa moderna di dominare il simbolico come se fosse plastilina, anziché riceverlo come un’eredità tragica, ambigua, ma fondante.

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Bibliografia essenziale

Amadiume, I. (1987). Male Daughters, Female Husbands: Gender and S*x in an African Society. Zed Books.

Evans-Pritchard, E.E. (1951). Kinship and Marriage among the Nuer. Oxford University Press.

Goody, J. (1976). Production and Reproduction: A Comparative Study of the Domestic Domain. Cambridge University Press.

Lévi-Strauss, C. (1967). Les structures élémentaires de la parenté. Mouton.

Sahlins, M. (2011). What Kinship Is—And Is Not. University of Chicago Press.

Fortes, M., & Evans-Pritchard, E.E. (eds.) (1940). African Political Systems. Oxford University Press.

04/06/2025

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi rinnova il proprio sostegno al Pride e ai principi che lo animano: il diritto all’autodeterminazione, la libertà e la dignità delle persone in tutte le loro espressioni identitarie, affettive e sessuali.

La psicologia è impegnata nella difesa dei diritti fondamentali della persona e nella promozione di una cultura del rispetto, dell’ascolto e dell’inclusione, contrastando ogni forma di discriminazione e marginalizzazione.

Diversi Ordini regionali degli Psicologi stanno già offrendo il proprio patrocinio ai Pride locali: una direzione chiara che il CNOP intende proseguire anche a livello nazionale, riconoscendo la rilevanza sociale e civile di questi eventi per la promozione del benessere e dei diritti.

La libertà di essere se stessi è una condizione essenziale di salute psicologica e coesione sociale.

30/05/2025

"Se una ragazza interrompe una relazione, è suo diritto farlo. E questo va accettato. Sempre."

Quanto accaduto a Martina Carbonaro, 14 anni, non è un’eccezione.
È l’ennesimo tragico segnale di una violenza che attraversa tutte le età. Anche le più giovani.

👉 “Martina interrompe la relazione perché le procura malessere. Lui non accetta di essere lasciato. Non è un raptus, non è malattia mentale: è possesso, cultura patriarcale.”: questo l'intervento di Elisabetta Camussi, psicologa sociale, Università Bicocca e presidente Fondazione Ossicini

Come Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, sappiamo che la prevenzione non può più attendere.
Serve educazione alle relazioni, all’affettività, al rispetto. Fin dalle scuole.

"Dobbiamo farci carico della sofferenza e del disagio dei giovani. Avremmo potuto fare di più, ma non lo abbiamo fatto. Ora però dobbiamo lavorare con la scuola per promuovere l'educazione alle relazioni, che significa educazione ai sentimenti tra pari", continua la D.ssa Camussi.

Proteggere il diritto a dire “no” è responsabilità di tutti.
Per Martina. Per chi verrà dopo di lei.

28/05/2025
17/05/2025

Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla Classificazione Internazionale delle Malattie.

Un passaggio che ha segnato una trasformazione rilevante nei modelli interpretativi della salute psicologica, con effetti duraturi sul piano clinico, scientifico e culturale.

A 35 anni da quella revisione, la data rappresenta un momento di riflessione sulla responsabilità della comunità scientifica nel promuovere approcci fondati sull’evidenza, nel rispetto della persona e della sua identità.

14/05/2025

Martedì 20 maggio alle ore 20:30 terrò una conferenza gratuita e aperta a tutti, in diretta sulle mie pagine Facebook, Instagram e LinkedIn, dal titolo:
“Cogito ergo soffro. Il dubbio patologico e la sua terapia”.

Vi aspetto con piacere.


Stanno trucidando decine di migliaia di persone senza conoscere i loro nomi, senza conoscere la loro età, senza conoscer...
10/05/2025

Stanno trucidando decine di migliaia di persone senza conoscere i loro nomi, senza conoscere la loro età, senza conoscere le loro attività, ma esclusivamente per motivi razziali.

I governanti che abbiamo eletto secondo carte costituzionali basate sull’etica e sul rispetto dei diritti umani non hanno sufficiente senso del dover per rappresentarci contro questo genocidio.

Noi esseri che ci consideriamo ancora umani dichiariamo che siamo di fronte ad una atrocità commessa alla luce del sole da un governo di uno Stato che si fa chiamare civile.

09/05/2025

"La Pace sia con tutti voi", queste le prime parole di Leone XIV il nuovo Papa della Chiesa cattolica.
Un passaggio simbolico che tocca anche le coscienze collettive.

In un tempo attraversato da conflitti, cambiamenti e nuove fragilità sociali, l’elezione di un nuovo Pontefice rappresenta un momento carico di significati.

Come Psicologhe e Psicologi osserviamo con attenzione ciò che questo passaggio può generare sul piano simbolico e relazionale, nel bisogno di guida, di speranza, di fiducia nel futuro, di dialogo e soprattutto di PACE.

Ogni grande passaggio collettivo attiva emozioni, riflessioni, aspettative: la mente umana cerca punti di riferimento nei momenti di transizione.

Auguriamo al nuovo Papa di saper ascoltare e accogliere i bisogni profondi delle persone, dando voce anche a chi resta spesso ai margini.

"I figli vanno amati: soltanto questo. E amare significa imparare a lasciar andare. Chi crede che essere genitore sia un...
07/05/2025

"I figli vanno amati: soltanto questo. E amare significa imparare a lasciar andare. Chi crede che essere genitore sia un diritto, e non un dovere, finisce per indottrinare i propri figli anziché educarli. I nostri figli però – come scriveva Khalil Gibran – non sono nostri, non vengono da noi ma attraverso di noi, non bisogna considerarli di nostra proprietà: non devono essere costretti a pensarla come noi, a fare la nostra stessa vita, perché hanno i loro pensieri, che possono essere simili ai nostri, o a volte contrari, e in ogni caso è bene che li abbiano e che se li tengano stretti.
I tuoi figli non sono figli tuoi. Sono i figli e le figlie della vita stessa. Tante volte ho sentito dire da un genitore: io devo sistemare mio figlio. “Sistemare”. Come un vaso cinese. Hai messo al mondo un oggetto o hai messo al mondo un’anima? Se hai messo al mondo un’anima non la devi sistemare, l’anima va dove deve andare. Che messaggio diamo altrimenti? Siccome tu non ce la fai, ci pensa papà. Un genitore è un istruttore di volo, deve insegnarti a volare. Non è uno che spera che devi restare a casa fino a sessant’anni, così diventi una specie di badante. Questo è egoismo, non c’entra niente con l’amore. L’amore è vederli volare…"

- Franco Battiato

17/04/2025

Lunedì 28 aprile alle ore 20:30 terrò una conferenza gratuita e aperta a tutti, in diretta sulle mie pagine Facebook, Instagram e LinkedIn, dal titolo:
“Ossessioni, compulsioni, manie”.

Vi aspetto con piacere.


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