03/10/2025
Esofago, cervicalgia e mal di testa.
Quale relazione?
A cura di Dott. Lorenzo Pagliaro
Osteopata D.O. presso CMOP - Centro Medico Osteopatico Pagliaro
L'esofago è un canale di transito che unisce l'ipofaringe al cardias o, più semplicemente, è un canale che ha funzione di trasporto del cibo dal cavo orale allo stomaco.
È diviso i tre parti: esofago cervicale, toracico e addominale.
In questo articolo ci interessa il tratto cervicale.
È importante da tenere a mente che l'esofago cervicale contrae rapporti diretti con la laringe e la faringe e con la base della lingua. Ha rapporti, quindi, con la base del cranio attraverso la fascia faringo-basilare che si inserisce a livello del tubercolo faringeo dell'apofisi basilare dell'occipite. Questo giustifica alcune disfunzioni della base del cranio con sintomatologia di cefalea, vertigini e nausea in caso di disfunzione dell'esofago cervicale. In che modo? La disfunzione osteopatica è una restrizione del libero movimento, in questo caso di un organo collocato in uno spazio limitato, chiamato loggia viscerale del collo. In condizioni normali, l'esofago cervicale si muove continuamente all'interno del collo per permettere il coretto transito del cibo e dirigerlo verso lo stomaco. In effetti è proprio la sua porzione più alta , l'ipofaringe, che risale letteralmente verso l'alto durante la deglutizione per inglobare il cibo e respingerlo poi verso il basso. È un movimento di scorrimento verticale. Ma se l'esofago cervicale non è libero di scorrere bene nella sua loggia perché magari è infiammato, o magari si è creata nel tempo una risultante che ha sfiancato la muscolatura liscia dell'organo o la sua mucosa, allora è come se si irrigidisse (i pazienti descrivono spesso un vero e proprio "nodo alla gola" quando deglutiscono) e l'irrigidimento dati dalla restrizione di nobiltà, traziona verso il basso altre strutture alle quali l'esofago cervicale è attacato, come la base del cranio, appunto. Si crea quindi tensione, che a sua volta genera disfunzione, a livello della base del cranio e dietro la nuca. E la cervicalgia?
In condizioni fisiologiche il libero movimento dell'esofago cervicale è dovuto a uno spazio (uno spazio virtuale, perché è, in realtà, un piano di scorrimento collabito) chiamato spazio retroviscerale di Henke, che separa il tratto cervicale dell'organo dalla parte anteriore dei corpi delle vertebre cervicali comprese tra C3 e C6. All'atto deglutitorio (comprendere che una persona adulta in media deglutisce circa 2000 volte al giorno..) l'esofago cervicale, come già abbiamo detto, scorre verso l'alto e riscende e lo spazio retroviscerale di Henke si comporta come un piano di scorrimento che permette il movimento verticale dell'organo. Alcuni adattamenti posturali possono, nel tempo, modificare questo piano di scorrimento rendendolo statico e le vertebre cervicali che hanno un rapporto praticamente diretto con questo tessuto, si adattano modificando la loro funzione e la loro anatomia. Si spiegano così i numerosissimi casi di verticalizzazione del rachide cervicale con associati fenomeni di uncoartrosi, sintomatici: Il paziente viene a studio per un dolore all collo, ma la causa primaria dipendeva dell'esofago. La nausea.
L'esofago cervicale contrae rapporti lateralmente (siamo sempre all'interno della loggia viscerale del collo) con il nn vaghi (X° nc). Una disfunzione del tratto cervicale dell'organo va a irritare meccanicamente il passaggio del nervo creando quindi una tipica sintomatologia vagake che il paziente percepisce come nausea associata spesso a vertigini. Ho descritto in quest'articolo solo uno dei meccanismi patogenetici che possino portare a sintomi come cervicalgia, cefalea e nausea di pertinenza di esofago. Ma attenzione, vale anche il contrario. Una disfunzione di esofago cervicale può dipendere anche da una causa strutturale, ossia da una disfunzione osteopatica delle vertebre cervicali comprese tra C3 e C6. In questo caso liberando la componente struttura, su libera anche l'organo che gli sta davanti. In osteopatia, infatti, la struttura governa la funzione. Significa che le ossa e le articolari, controllano ciò che custodiscono al lori interno, cioè gli organi.