22/10/2022
MANCAVA GIUSTO UN ALTRO GOVERNO EURO-ATLANTISTA
Giorgia Meloni ottiene l'incarico e presenta la lista dei ministri. E basta questo elenco per capire che il suo sarà l'ennesimo Governo atlantista, unionista e liberista.
Suvvia, davvero credevate che con Giorgia Meloni avremmo avuto un Governo patriottico e sovranista? Davvero pensavate che la Giorgia nazionale avrebbe rotto con il passato e offerto agli italiani un Governo che, già dalla componente governativa, mettesse in chiaro che al primo posto ci sono gli interessi del nostro paese? Che rompesse soprattutto con il paradigma liberista, atlantista ed eurista?
Se lo pensavate o credevate, avete pensato e creduto male. Anzi, malissimo.
Dopo aver dato un’occhiata alla lista dei ministri, il primo gesto istintivo che ci è venuto in mente è stato quello di metterci le mani nei capelli.
MANCAVA GIUSTO UN ALTRO GOVERNO EURO-ATLANTISTA
Giorgia Meloni ottiene l'incarico e presenta la lista dei ministri. E basta questo elenco per capire che il suo sarà l'ennesimo Governo atlantista, unionista e liberista.
Suvvia, davvero credevate che con Giorgia Meloni avremmo avuto un Governo patriottico e sovranista? Davvero pensavate che la Giorgia nazionale avrebbe rotto con il passato e offerto agli italiani un Governo che, già dalla componente governativa, mettesse in chiaro che al primo posto ci sono gli interessi del nostro paese? Che rompesse soprattutto con il paradigma liberista, atlantista ed eurista?
Se lo pensavate o credevate, avete pensato e creduto male. Anzi, malissimo.
Dopo aver dato un’occhiata alla lista dei ministri, il primo gesto istintivo che ci è venuto in mente è stato quello di metterci le mani nei capelli.
Non abbiamo trovato grandi differenze con i Governi precedenti. E ciò denota che il confine entro il quale è possibile formare Governi politicamente alternativi diventa sempre più stretto. Il vincolo esterno scorre potente e la democrazia italiana è in terapia intensiva, tanto per usare una locuzione molto in voga negli ultimi due anni.
Insomma, come avemmo modo di scrivere all’indomani del risultato elettorale, quando circolavano i primi toto-ministri, abbiamo avuto ben ragione nel diffidare e non lasciarci andare ai facili entusiasmi.
Per quanto la natura umana ci porti a sperare nel meglio, inevitabilmente finiamo per andare a sb****re nel peggio, anche se qualcuno -oggi - potrebbe benissimo sostenere che non si può fare il processo alle intenzioni.
E di massima è vero, ma è altrettanto vero che se andassimo a ripescare tutte le dichiarazioni e le opinioni date dai futuri ministri sui temi cruciali dell’attualità - soprattutto Covid, green pass, Europa, economia e guerra in Ucraina - diremmo che ci sono ben pochi processi da celebrare, visto che avrebbero sentenze scontatissime. Tutto è scritto ed è dichiarato, archiviato e ben documentato. Il web non perdona e, soprattutto, non dimentica.
Ma se proprio vogliamo essere ottimisti e volessimo guardare il bicchiere mezzo pieno, gli attori principali della gestione pandemica sono tutti a casa; coloro che hanno preso la decisione di fomentare una guerra che non ci appartiene e che anzi, ci sta danneggiando economicamente, non hanno più incarichi di Governo. E alcune figure del centrodestra incontrano il nostro favore. Questo è un dato di fatto. Eppure, attenzione, diciamo “se volessimo”, perché in realtà non vogliamo.
Trent’anni di liberismo, di europeismo e di Governi alternati centrodestra-centrosinistra (e in mezzo quelli tecnici) ci hanno disilluso: non hanno cambiato di una virgola lo status quo euro-atlantico. Anzi, lo hanno rafforzato e ne sono diventati fieri paladini, mentre la democrazia si logorava con il vincolo esterno, l’economia affondava (causa le politiche euriste) e gli italiani si impoverivano sempre di più.
Noi, dunque, non siamo più disposti a credere nelle doti taumaturgiche di un Governo che già con i nomi dei ministri ha confermato l’impostazione liberista. Di più: non pensiamo migliorerà le nostre condizioni di vita, né sposterà l’asse del nostro paese nel contesto internazionale. Anzi, se tanto ci dà tanto, questo Governo rischia di durare pochi mesi. Per quanto oggi il centrodestra sembri unito, in realtà non lo è, e ci sono solchi e distanze di vedute che non sono colmabili con una stretta di mano e una pacca sulla spalla.
Per ora, però, fa comodo che faccia nascere un Governo che si prenda le pesanti responsabilità connesse alla grave crisi energetica senza però avere efficaci strumenti politici, economici e persino culturali per gestirle, perché in questo modo qualsiasi fallimento gli sarà imputabile e sarà più semplice invocare l’ennesimo Governo di unità nazionale, che permetterà a chi è uscito dal gioco attraverso la porta delle elezioni, di rientrare dalla finestra delle ammucchiate “salvifiche” pseudo-tecniche. Come dire… Tutto già visto e scontato come un paio di jeans démodé in periodo di saldi.
nota di Martino Dettori da "Il Petulante"