18/09/2024
Tutti fanno yoga, ma nessuno lo è.
Lo yoga in occidente non esiste più o forse non c'è mai stato. Il fine univoco dello yoga sarebbe raggiungere la liberazione dai condizionamenti (kaivalya/samādhi/mokṣa/nirvana) invece si continuano ad alimentare proposte che sempre più nutrono il nostro ego e i condizionamenti del samsāra: risultati da raggiungere, forme da copiare, devo diventare più flessibile (ma perché?), limiti da superare (non c'è scritto da nessuna parte).
Devo essere più buono, calmo, rilassato, diverso da quello che sono per piacere a me stesso e ad altre persone (che noia!). Tutti fanno yoga e nessuno è un illuminato perché la nostra stessa condizione esistenziale è supporto per la trasformazione e la dobbiamo esaurire vivendola. Lo yoga non serve per cambiare noi stessi, ma per essere noi stessi.
La forma si esalta e il contenuto si spegne.
Ricordiamoci di essere gentili. Con noi stessi.
Poi arrivano persone anziane o con grosse limitazioni fisiche e fanno yoga meglio di giovani prestanti che fanno contorsionismi su Istagram! La loro attenzione è presente.
Siate semplici, siate umili. Lo yoga è un atteggiamento mentale è non una posizione del corpo.
Se sono snodato e mi metto come voglio sto facendo yoga oppure ginnastica?
Se l'attenzione non è stabile āsana è inutile, e vi assicuro che educarsi alla stabilità interiore richiede più esercizio che per mettersi la gamba in testa. Qualunque pensiero legato al desiderio di aumentare l'agilità è una vritti legata a una proiezione irreale di noi stessi; è un condizionamento che non ha motivo di esistere. Lo scopo dello yoga non è piegarsi in due, mettersi sulla testa o diventare più buoni, ma attivare processi di consapevolezza e conoscenza di Sé attraverso un ascolto presente e consapevole. Per questo le Asana non diventano forme da copiare ma un mezzo di conoscenza.
I maestri di yoga ora ti spingono, ti tirano, ti legano a corde e ti impalano a sedie. Quando mi sono piegato a metà cosa ho concluso non si sa! Peccato che in India non sia mai esistito nulla di tutto questo e che tutti questi generi di yoga siano una "invenzione" moderna occidentale per rendere fruibile lo yoga a tutti, invece, per fortuna, lo yoga non è per tutti!
I testi dello yoga classico sono molto precisi a specificare che lo yoga è utile per un determinato tipo di persone e per alcuni persino dannoso, ed indicano precisamente tre tipi di pratica, per tre tipologie diverse:
jñanayoga, karmayoga, bhaktiyoga.
È molto più facile imbrigliare il corpo con l'esercizio fisico piuttosto che disciplinare l'attenzione, questo non è per tutti! Infatti, tutti fanno yoga, ma nessuno si libera realmente e non fanno altro che alimentare frustrazione o il disagio esistenziale alimentando l'ego.
Ci sono insegnanti di yoga che si mettono sulla testa poi non riescono a stare seduti a gambe incrociate, fermi, per più di 30 minuti.
Finché il corpo frulla, la mente frulla.
In India la meditazione accade nell'immobilità, ed è proprio l'immobilità interiore che si ricerca attraverso l'immobilità del corpo (āsana), l'immobilità del respiro (prāṇāyāma) e l'immobilità dell'attenzione (dharana).
Se continuiamo a raccontarcela per riempire i corsi di yoga, non andremo più da nessuna parte, oltre a demolire una disciplina millenaria. Noi spariremo, ma lo yoga resisterà.
Come ha sempre fatto.
Ora nelle sale di yoga ti mettono tutti in fila, ti correggono, tutti prendano la stessa forma, le āsana diventano forme da copiare e non luoghi da vivere. Lo yoga è diventato il circo, mentre dovrebbe essere lo spettatore. Lo yoga è diventato l'evento a cui partecipare, mentre dovrebbe essere la nostra semplice quotidianità.
Un mio Maestro indiano una volta mi disse:
" io sarò felice quando oguno di voi, assumerà forme diverse! Ognuno prenderà la propria forma nel mondo. Per questo non vi correggo. Se non ci arrivate oggi, ci arriverete la prossima volta! Lo yoga richiede tempo, la meditazione semplicità e amore per sé stessi e la propria realtà esistenziale".
Restare nella semplicità, accogliere sé stessi è molto più difficile che cercare di cambiare attraverso le mortificazioni (disciplina?) del corpo! Questa è aimsha, la non violenza.
La meditazione è rilegata a corsi specifici quando invece in India non esiste una distinzione tra yoga e meditazione, ma la meditazione è nata in India proprio dalle pratiche ascetiche yogiche come stato da nutrire e come mezzo che purifica e porta alla liberazione. Lo yoga è meditazione!
Liberazione significa non volere essere qualcosa di diverso da ciò che si è realmente: non possedere, non raggiungere, non copiare, non esaltare, ma essere veri, non farsi violenza per cambiare. Incontrarsi. Liberazione è nutrire una trasformazione esistenziale. Essere sé stessi rende liberi. Liberi per essere, qui e ora.
Il limite del corpo diventa il luogo in cui incontrarsi, con umiltà. I nostri limiti diventano le nostre potenzialità, da vivere, non da superare. Questa è la trasformazione radicale che rende liberi. Essere sé stessi rende liberi.
Questo è lo yoga che pratico e che insegno ♡
(Ph. Gemma Correll 🙏🏻)