Denise Pizzo Psicologa

Denise Pizzo Psicologa Psicoterapia, Gestione dello Stress e Ansia, Percorsi personalizzati di Mindfulness

Oggi è la giornata del pulirsilacoscienzada, quando il resto dell'anno si guarda dall'altra parte.  Se il "patriarcato n...
25/11/2024

Oggi è la giornata del pulirsilacoscienzada, quando il resto dell'anno si guarda dall'altra parte.

Se il "patriarcato non esiste più da duecento anni" com'è che persistono modelli sociali, culturali, politici di genere asimmetrici che si esplicano in salari differenziati e cariche lavorative a stragrande prevalenza maschile?

Il termine "femminicidio" è comparso nel nostro dizionario nel 2007, significa: l'uccisione della donna in quanto donna. Di più, in quanto oggetto reificato che nutre gli stereotipi di genere e le disuguaglianze.

Violenza non è solo aggressione fisica, ma anche verbale e psicologica.

Perché chi ti isola, chi ti priva delle tue amicizie e del tuo lavoro non ti ama.

E al primo ceffone ne seguiranno altri. In un escalation di violenza e isolamento fino al progressivo annullamento della persona.

Nessuno è di nessuno e amore non è possesso: è appartenenza.

Stupri, violenze sessuali, femminicidi, revenge p**n, minacce perpetrate, stalking: tutto questo è all'ordine del giorno e no, non è normale.

Senza contare la misoginia che si esplica ogni giorno nel lavoro, nei media, nella politica e nel linguaggio.

Nel giudizio di chi ti dice che se hai un utero, devi fare figli. Che se hai dei figli, devi restare a casa a badare a loro e rinunciare alla carriera. Di chi decide al posto tuo le sorti del tuo corpo.

Nel sentenziare che la gonna è troppo corta, i tacchi troppo alti e tu sei troppo truccata o troppo ubriaca. E quindi te la sei cercata.

La violenza nel linguaggio comune del "Come sei acida oggi, sei per caso mestruata?" o del "Avete voluto la parità di genere?!". Senza contare poi che l'offesa più gettonata per una donna è "sei una p*****a".

Nel 2024 ancora viviamo in una società patriarcale e fallocrate vessatoria, dove vale il doppio standard valutativo per l'uomo e per la donna.

Qui non si tratta di educare le nostre figlie a difendersi: urge un cambiamento culturale che investa anche il nostro sistema educativo e legislativo.

Non è ammissibile che ancora non esista un programma protocollizzato sull'educazione affettiva nelle nostre scuole (spoiler: non c'entra nulla con le teorie gender. Spoiler dello spoiler: la teoria gender non esiste), non si può accettare che si taglino i fondi per la prevenzione della violenza contro le donne.

È fondamentale imparare cosa è consenso e cosa non lo è, cosa è amore e cosa è violenza, cosa è gelosia sana e cosa è possessività, cosa è attaccamento e cosa è accanimento, quali sono i segnali che c'è qualcosa che non va, è impriscindibile l'educazione alla tolleranza alla frustrazione nelle relazioni.

"Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima".

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