
04/05/2025
Thomas Tranströmer è uno psicologo svedese, si è occupato di psicologia clinica in ambito riabilitativo di pazienti cronici gravi e nel frattempo ha vinto un premio Nobel per la letteratura con alcune poesie. Quando non esercitava come psicologo, un grande interesse era suonare il piano e dirigere l’orchestra. Poi, ha avuto un ictus e non ha più potuto né suonare né dirigere l’orchestra e si è dedicato di nuovo alla poesia ed è un tale maestro del pensiero metaforico che ha vinto un premio Nobel. Per noi è utile conoscere le sue poesie, perché Tranströmer ci dice una cosa straordinaria sulla memoria normale dell’uomo e sulla memoria traumatica e ci fa capire che cosa significa lavorare sulle memorie traumatiche anziché soltanto ascoltarle. La paziente racconta la storia di Tranströmer e per me questo rappresenta un indicatore di cooperazione e di alleanza. Ricordate? Siamo partiti da Dante, era venuta da me perché in un articolo avevo citato un verso di Dante, e quindi si tratta di una comunicazione da emisfero destro a emisfero destro, cioè si tratta di alleanza. E per costruirla e consolidarla noi usiamo tutto quello che c’è nel mondo dell‘arte per provare a capirci da emisfero destro a emisfero destro.
Tranströmer sa bene che cos’è la memoria: non sei tu che guardi i ricordi, sono i ricordi che guardano te e si mascherano completamente con l’ambiente come un camaleonte. Tu non ti accorgi che sono ricordi, ma credi di vedere la pianta con cui il camaleonte si è mimetizzato mentre il camaleonte sta guardando te. Ti sembra che sia il ramo della betulla, la pianta del geranio. No, è il camaleonte che ha preso la tinta un po’ rossastra del geranio, la tinta un po’ verde delle sue foglie, quella marrone della terra. Sta immobile in mezzo, e tu non lo vedi, tu vedi il vaso dei gerani, mentre il camaleonte sta guardando te.
Per capire che cos’è la memoria traumatica, in cui a causa del trauma perdi la capacità di riconoscere che quello è un camaleonte e non la pianta, dici: “Come è diventata br**ta la pianta di gerani stamattina”. È perché c’è il camaleonte, che non è un animale carino, ma tu non lo vedi che è un camaleonte, e invece lui vede te.
~G. Liotti~