Performat Salute Montecatini Terme Psicoterapia e Counselling Nutrizionale

Performat Salute Montecatini Terme Psicoterapia e Counselling Nutrizionale Lavoriamo con bambini, adolescenti e adulti offrendo psicoterapia individuale e di gruppo. Il nostro modello di riferimento è l’Analisi Transazionale.

Ci occupiamo anche di EMDR, psicologia giuridica, neuropsicologia e counseling nutrizionale. Centro di Psicoterapia, psichiatria e counselling

montecatiniterme@performatsalute.it

0572- 910202 oppure 328-6361142

🎞️ Il Copione di Vita in Analisi Transazionale(AT) 💡Podcast di Analisi Transazionale su Spotity - Link in Bio           ...
07/10/2025

🎞️ Il Copione di Vita in Analisi Transazionale
(AT) 💡
Podcast di Analisi Transazionale su Spotity - Link in Bio

"Lo psicodramma è un modo per cambiare il mondo, qui ed ora, usando le fondamentali regole dell'immaginazione" ~ J.L.Mor...
24/09/2025

"Lo psicodramma è un modo per cambiare il mondo, qui ed ora, usando le fondamentali regole dell'immaginazione"
~ J.L.Moreno ~
🎭

Quando le parole non bastano, la valutazione neuropsicologica può offrire una bussola preziosa nel percorso terapeutico ...
18/09/2025

Quando le parole non bastano, la valutazione neuropsicologica può offrire una bussola preziosa nel percorso terapeutico 🧠🗣️
Qui al nostro centro Performat Salute Montecatini puoi trovare professionisti che si occupano anche di questo aspetto psicologico!

Cosa accade nella mente del terapeuta e del professionista della salute quando incontra la mente di colui che chiede aiu...
16/09/2025

Cosa accade nella mente del terapeuta e del professionista della salute quando incontra la mente di colui che chiede aiuto? 🫀🧠👥






Performat Salute Montecatini Terme - Chi siamo?
31/08/2025

Performat Salute Montecatini Terme - Chi siamo?

“In qualita di terapeuti siamo inevitabilmente invitati a scavare tra i pertugi bui della nostra mente per perpetuare in...
31/08/2025

“In qualita di terapeuti siamo inevitabilmente invitati a scavare tra i pertugi bui della nostra mente per perpetuare in noi un processo di guarigione che attivi il medesimo processo nel nostro paziente”.

📌 Dal libro di Anna Emanuela Tangolo e Francesca Vignozzi “Analisi Transazionale dei Sogni”

27/08/2025

La chiusura del gruppo social in cui oltre 30.000 uomini si scambiavano immagini intime di donne non è un incidente isolato. È il sintomo di una malattia culturale profonda, le cui radici affondano nel terreno fertile del patriarcato e del maschilismo tossico. Per comprendere come un simile orrore possa essere normalizzato, dobbiamo prima guardare all'ideologia che lo nutre, e solo dopo ai meccanismi psicologici che lo amplificano.

IL PATRIARCATO COME MANUALE D'ISTRUZIONI

Questi gruppi non nascono nel vuoto, ma sono l'espressione digitale e tossica di un modello culturale che da secoli insegna agli uomini a definire la propria identità attraverso il dominio. Al centro di questo modello si trova il concetto di mascolinità egemonica, spiegato da Raewyn Connell, che costruisce l'essere "uomo" in opposizione al femminile e attraverso l'esercizio del potere. In questa visione, dove la virilità si misura con la capacità di controllare, la condivisione non consensuale di foto intime diventa un brutale atto di possesso: il corpo della donna viene espropriato e trasformato in un trofeo da esibire al branco per riaffermare un potere maschile fragile e predatorio.

Per esercitare questo controllo senza provare empatia, è necessario un passaggio psicologico centrale: la deumanizzazione. Come ha sottolineato Susan Fiske, questo meccanismo riduce le persone a oggetti, spogliando la donna della sua identità di individuo con una storia, dignità ed emozioni. Diventa così un corpo frammentato, una "cosa" da consumare, giudicare e scartare, e solo in questo modo la violenza smette di essere percepita come tale, perché si agisce su un oggetto e non su un essere umano.

IL CONSENSO CANCELLATO: IL CUORE DELLA VIOLENZA

Dobbiamo essere cristallini su un punto che non ammette ambiguità: il consenso non è un dettaglio, è il netto confine tra un atto di intimità e un atto di violenza. In questi gruppi, ogni singola immagine condivisa rappresenta un confine violato. Il consenso dato in un contesto privato e di fiducia (ad esempio, all'interno di una relazione di coppia) non è un assegno in bianco. Non autorizza in alcun modo la diffusione pubblica di quel materiale. L'atto di prendere quell'immagine e darla in pasto a migliaia di estranei è un tradimento profondo e un'affermazione di potere assoluto: significa comunicare alla vittima che il suo "no", la sua volontà e il suo diritto alla privacy non hanno alcun valore. Si tratta di una violenza psicologica ed emotiva devastante, che cancella l'autonomia della persona e la trasforma in un oggetto a completa disposizione del volere altrui. Non è "leggerezza", è un abuso.

"MIA MOGLIE", "LA MIA RAGAZZA": IL POSSESSO CHE GIUSTIFICA IL TRADIMENTO

Ciò che rende questo fenomeno ancora più inquietante e perverso è che le vittime non erano anonime estranee, ma le proprie compagne, mogli, fidanzate. Il nome stesso del gruppo, "Mia Moglie", è una dichiarazione programmatica. L'aggettivo possessivo "mia" non indica affetto, ma proprietà. Rivela una mentalità patriarcale radicata per cui la partner non è un individuo autonomo, ma un'estensione di sé, un bene di cui si può disporre a piacimento. In quest'ottica distorta, condividere le sue foto intime non è visto come un tradimento della fiducia coniugale, ma come l'esercizio di un diritto di proprietà sul suo corpo. È un atto che si svolge su un doppio binario: da un lato, si cerca la complicità e l'approvazione del branco maschile ("guardate cosa possiedo"), dall'altro si punisce e si umilia la partner, riaffermando il proprio controllo su di lei proprio all'interno della relazione più intima. È la massima espressione di un amore che non è amore, ma dominio.

Il DESIDERIO DELL'UMILIAZIONE

È fondamentale soffermarsi su come la sessualità stessa venga percepita in questi contesti. Quella che vediamo in azione non è espressione di desiderio o di erotismo, ma la sua negazione: è una sessualità usata come arma di potere e linguaggio del dominio. Il punto centrale non è l'attrazione, ma il possesso. Per poter condividere l'immagine di una donna in quel modo, è necessario prima averla spogliata della sua soggettività, trasformandola in un trofeo. Il corpo femminile diventa merce di scambio sociale all'interno del branco maschile, un oggetto da esibire per ottenere approvazione e consolidare il proprio status nel gruppo.

In questo processo, l'intimità originale viene rubata, violata e data in pasto al pubblico ludibrio. Un momento privato, basato sulla fiducia e sul consenso, viene trasformato in un atto di pornificazione e umiliazione di massa. La sessualità cessa di essere un'esperienza di connessione reciproca per diventare uno strumento unilaterale di sottomissione. È la massima espressione di una mascolinità tossica che non sa vivere la relazione se non in termini di conquista e controllo, e che teme una sessualità paritaria basata sul rispetto del desiderio altrui.

IL BRANCO DIGITALE: COME IL GRUPPO AMPLIFICA LA VIOLENZA

Se il patriarcato fornisce il "manuale", il gruppo digitale diventa il "laboratorio" in cui queste dinamiche vengono messe in pratica e potenziate, un luogo dove persone comuni si trasformano in complici di una violenza sistematica. La forza del branco si cementa innanzitutto attraverso la creazione di un "noi" contro un "loro", come spiegato dalla teoria dell'identità sociale di Tajfel: il "noi" degli uomini del gruppo si rafforza proprio umiliando il "loro", le donne ridotte a oggetti. In questo contesto, la condivisione del "bottino" cessa di essere un atto individuale per diventare un rito di appartenenza che consolida la lealtà reciproca. A questo potente meccanismo si aggiunge l'anonimato dello schermo, che assolve e incoraggia.
Mentre la donna diventa un oggetto, un corpo da esibire, l’uomo , senza volto disperde nella chat se stesso. La vastità del gruppo crea un effetto di deindividuazione, come teorizzato da Philip Zimbardo, in cui l'individuo si sente una goccia indistinta in un oceano, perde il senso di responsabilità personale e si sente autorizzato a compiere atti che non oserebbe mai fare da solo, poiché la colpa si dissolve nella massa. Infine, il silenzio delle migliaia di "spettatori" non è stato affatto neutrale. Come dimostra l'effetto testimone di Darley e Latané, più persone assistono a un'ingiustizia, meno ciascuna si sente responsabile di agire. Quel silenzio assordante è stato un'approvazione tacita, il terreno fertile che ha permesso alla violenza di prosperare senza ostacoli.

LA COSCIENZA ADDORMENTATA: "È SOLO UNO SCHERZO"

Infine, come fanno questi uomini a convivere con le proprie azioni? Attraverso il disimpegno morale, come descritto da Albert Bandura. Mettono a tacere la propria coscienza con una serie di auto-giustificazioni: "è solo goliardia", "guardavo soltanto" (minimizzazione), "lo fanno tutti" (diffusione di responsabilità). Questo permette di essere crudeli senza sentirsi crudeli.

DALLA CONSAPEVOLEZZA ALL'AZIONE: IL NOSTRO RUOLO

La chiusura del gruppo è un intervento sul sintomo, non sulla malattia, perché la cultura che l'ha generato è ancora qui, tra noi.

Il primo passo fondamentale è quindi riconoscere le sue radici, smettendo di trattare la violenza di genere come un'emergenza o un raptus isolato per iniziare finalmente a considerarla per quello che è: un problema strutturale. Affrontare un problema di questa portata richiede un intervento culturale altrettanto profondo, che deve partire dall'educare a una mascolinità diversa, promuovendo modelli di identità maschile fondati sul rispetto, l'empatia e la parità. Questo percorso inizia con l'educazione dei figli ma prosegue e si consolida nelle conversazioni quotidiane tra adulti.

Questa trasformazione non può essere delegata, perché la responsabilità è di tutti, qui e ora. È necessario agire e non solo osservare: segnalare, denunciare, uscire dai gruppi tossici e trovare il coraggio di contestare una battuta sessista.
Ogni gesto conta.

13/08/2025

"Fai partire la lavastoviglie due volte."

Quando ero in uno dei periodi più difficili della mia vita, mentalmente parlando, alcuni giorni non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. Non avevo energia né motivazione, e andavo avanti a stento.

Andavo in terapia una volta a settimana, e quella settimana in particolare non avevo nulla di significativo da "portare" alla seduta. Il terapeuta mi chiese come fosse andata la mia settimana, e io davvero non avevo nulla da dire.

"Qual è la tua difficoltà?" mi chiese.

Indicai intorno a me e risposi: "Non lo so, la vita."

Non soddisfatto della mia risposta, mi chiese:
"No, qual è esattamente il problema che ti preoccupa in questo momento? Cos'è che ti travolge? Quando tornerai a casa dopo questa seduta, quale questione ti fisserà dritto negli occhi?"

Lo sapevo bene qual era il problema, ma era così ridicolo che non volevo dirlo. Avrei voluto avere qualcosa di più sostanzioso, qualcosa di più profondo. Ma non ce l’avevo. Così gli dissi:
"Onestamente? I piatti. È stupido, lo so, ma più li guardo e più non riesco a farli perché dovrei lavarli prima di metterli in lavastoviglie, dato che la lavastoviglie non funziona bene, e non sopporto di stare lì a lavarli a mano."

Mi sentivo un’idiota persino a dirlo. Che tipo di donna adulta si lascia abbattere da una pila di piatti? Ci sono persone là fuori con problemi veri, e io mi sto lamentando col mio terapeuta per dei piatti?

Ma il terapeuta annuì comprensivo e poi disse:
"Fai partire la lavastoviglie due volte."

Iniziai a dirgli che "non si fa così", ma lui mi interruppe.
"Perché diamine non si dovrebbe? Se non vuoi lavare i piatti a mano e la lavastoviglie non funziona bene, falla partire due volte. O tre, chi se ne importa? Le regole non esistono, smettila di creartene da sola."

Fu una rivelazione che non so descrivere appieno.

Quel giorno tornai a casa, buttai i piatti sporchi e puzzolenti in lavastoviglie alla rinfusa e la feci partire tre volte. Mi sentii come se avessi sconfitto un drago. Il giorno dopo, feci la doccia stando sdraiata. Qualche giorno dopo piegai il bucato e lo misi dove c’era spazio, senza un ordine preciso.

Non c’erano più regole arbitrarie da seguire, e questo mi diede la libertà di ricominciare a fare cose, a portare a termine piccoli obiettivi.

Ora che sto meglio, sciacquo i piatti prima di metterli in lavastoviglie, faccio la doccia stando in piedi e metto il bucato al suo posto. Ma in un momento in cui vivere era una lotta, invece che una benedizione, ho imparato una lezione incredibilmente importante:

LE REGOLE NON ESISTONO. FAI PARTIRE LA LAVASTOVIGLIE DUE VOLTE.

Kate Scott

Queste sono alcune delle frasi e domande che affollano la stanza della terapia. I pazienti entrano spaventati e dolorant...
06/07/2025

Queste sono alcune delle frasi e domande che affollano la stanza della terapia. I pazienti entrano spaventati e doloranti alla ricerca di un lenitivo per placare il dolore, l’ansia, la paura.

Il mio ruolo non è dare consigli, rispondere alle domande, ma aiutare le persone a riflettere sui significati di ciò che sta accadendo loro.
Quante volte mi sono sentita chiedere a fine seduta “sì ma che devo fare?”, come se ci fosse un vademucum universale, che va bene a tutti.

Ognuno ha la sua storia, il suo dolore, il suo copione, le sue paure, ma anche le proprie risorse e i propri limiti, quindi compito del terapeuta è rimanere un passo dietro al paziente in alcuni momenti, mentre in altri restare accanto e accompagnarlo nell’attraversare i sentieri più ardui e sofferenti, aiutarlo a perdersi per ritrovarsi.

Ci sono momenti di crisi nella vita e quando è così, tutto sembra perso, caotico, ci vediamo naufragare in mari tempestosi. La crisi però è un’opportunità per ritrovarsi, é perdersi per trovare un’altra forma, è vita, è libertà, sentiamo che abbiamo bisogno di cambiare e di lasciare andare ciò che non funziona più. Quando c’è crisi c’è conflitto, e quando iniziamo la terapia è perché almeno una parte di noi, seppur esitante, sente che il pilota automatico non risponde più in maniera funzionale, perché quello che andava bene un tempo, oggi non è più una scelta che ci fa star bene? E se lascio quella parte conosciuta, ciò che non conosco, come sarà? Dove mi porterà?

Si va alla ricerca di una nuova Itaca…

👣👥🧠🧩⛵️





Riflessioni🙃
15/01/2025

Riflessioni🙃

L’idea che chi avrebbe dovuto amarci e proteggerci non lo ha fatto, è così difficile da accettare che “preferiamo” ristagnare nella mancata autonomia, nelle dipendenze e nelle coazioni a ripetere.

-

ps.: in realtà non "preferiamo", è solo che non vediamo alternative. Se ne vuoi scorgere... «il mondo con i tuoi occhi», fidati, è una lettura che non ti deluderà ❤️

08/11/2024

🛎Save the date
👉Sabato 15 marzo 2025 🏦Auditorium CNR | Pisa

📗XIV Convegno Nazionale di Neuroscienze, Neuropsicologia e Psicoterapia
📘Sleeping brains and dreaming minds: dalle Neuroscienze alla pratica clinica

✅Le ricerche più recenti sulla fisiologia del sonno e le patologie saranno presentate in un contesto di psicoterapeuti e clinici che trattano i disturbi del sonno e le patologie della salute mentale. L’ interesse universale per i sogni e le nuove tecniche di analisi dei sogni e degli incubi sarà oggetto di confronto e riflessione clinica.

👩‍🏫Evento accreditato ECM in modalità residenziale

info 📲https://www.performat.it/convegno-neuroscienze/14-convegno-nazionale-neuroscienze-neuropsicologia-psicoterapia/

01/11/2024

Le persone, invece, da zero non possono ripartire mai.
Non possiamo cancellare le ferite subite o inflitte, le parole dette o ricevute, le scelte sbagliate. Non possiamo sostituirci come fossimo un materiale difettoso, contaminato, o ricostruirci interi in una zona meno sismica. Però possiamo imparare a stare in equilibrio sul nostro suolo incerto, accogliendo le nostre crepe, provando a trasformale in finestre.
Da "La neve in fondo al mare" di Matteo Bussola





Illustrazione di Pixie mam

Indirizzo

Via Dei Parlanti 5
Montecatini Terme

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Performat Salute Montecatini Terme Psicoterapia e Counselling Nutrizionale pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Performat Salute Montecatini Terme Psicoterapia e Counselling Nutrizionale:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare