20/08/2025
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Vaccino ricombinante contro l’Herpes Zoster: protezione anche da infarto e ictus
Un nuovo studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases (Rayens et al., 2025) conferma che il vaccino ricombinante adiuvato contro l’Herpes Zoster (RZV, noto come Shingrix) non solo riduce in maniera significativa il rischio di herpes zoster oftalmico, ma è associato anche a una minore incidenza di eventi cardiovascolari maggiori negli adulti sopra i 50 anni.
Contesto: perché il vaccino è rilevante
L’Herpes Zoster (HZ), causato dalla riattivazione del virus varicella-zoster, non rappresenta soltanto una malattia dolorosa e debilitante: diversi studi hanno dimostrato che l’infezione, e in particolare la forma oftalmica (HZO), è correlata a un aumento del rischio di infarto miocardico acuto (AMI) e ictus. Ciò ha aperto interrogativi sull’impatto indiretto della vaccinazione anti-zoster sulla prevenzione cardiovascolare.
Disegno dello studio
Il lavoro, condotto presso il sistema sanitario Kaiser Permanente Southern California, ha incluso oltre 500.000 adulti ≥50 anni, confrontando i soggetti vaccinati con due dosi di RZV (n=102.766) con un gruppo di controllo non vaccinato (n=411.064), appaiati per età, sesso ed etnia.
Il follow-up ha avuto una durata fino a 4 anni. L’endpoint primario era l’incidenza di HZO, mentre come outcome secondari sono stati considerati gli eventi cardiovascolari gravi: infarto miocardico e ictus ischemico, identificati tramite codici ICD-10.
Risultati principali
• Herpes zoster oftalmico (HZO): riduzione del rischio del 73% (HR 0,27; IC 95%: 0,22–0,33).
• Infarto miocardico acuto (AMI): riduzione del rischio del 28% (HR 0,72; IC 95%: 0,59–0,88).
• Ictus ischemico: riduzione del rischio del 42% (HR 0,58; IC 95%: 0,53–0,62).
Interpretazione clinica
Il meccanismo biologico non è ancora del tutto chiarito, ma si ipotizza che:
1. La prevenzione dell’HZ e delle sue forme gravi riduca l’infiammazione sistemica e lo stress vascolare associati alla riattivazione virale.
2. La vaccinazione potrebbe modulare in senso favorevole la risposta immunitaria, riducendo il rischio di eventi trombotici.
Limiti dello studio
Gli autori sottolineano alcuni aspetti da interpretare con cautela:
• Osservazionale e non randomizzato: sebbene siano stati utilizzati modelli di regressione e matching per ridurre i bias, non è possibile escludere completamente fattori confondenti residui.
• Popolazione selezionata: i dati derivano dal sistema Kaiser Permanente Southern California, con caratteristiche demografiche e socioeconomiche specifiche, che potrebbero non essere pienamente generalizzabili ad altri contesti.
• Codici amministrativi: gli eventi cardiovascolari sono stati identificati tramite ICD-10, con il rischio di errori di classificazione o sottostima.
• Follow-up relativamente breve: la durata media di osservazione è stata inferiore a 5 anni, quindi non è noto se la protezione cardiovascolare si mantenga a lungo termine.
• Possibile “healthy vaccinee effect”: le persone che scelgono di vaccinarsi potrebbero essere mediamente più attente alla salute e avere comportamenti preventivi migliori, indipendentemente dal vaccino.
Implicazioni per la pratica clinica
Nonostante i limiti, lo studio rafforza l’indicazione alla vaccinazione anti-zoster in tutti gli adulti ≥50 anni e nei soggetti fragili, sia per i benefici diretti (prevenzione di HZ e HZO), sia per i benefici indiretti (riduzione del rischio cardiovascolare).
La vaccinazione con due dosi di RZV non è solo una misura di prevenzione contro l’Herpes Zoster, ma potrebbe rappresentare anche uno strumento di prevenzione cardiovascolare nella popolazione anziana.
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https://academic.oup.com/cid/advance-article/doi/10.1093/cid/ciaf440/8229580?login=false