
10/10/2025
I bambini dormono sempre meno. Ascolto genitori che mi raccontano che a 4 anni dormono solo 8, massimo 9 ore per notte, a fronte delle 11 consigliate per garantire una buona efficienza delle funzioni neurocerebrali.
Altri in prima elementare fanno fatica ad andare a scuola al mattino perché hanno riposato meno delle canoniche 10 ore.
Alcuni già a 3 anni perdono l’abitudine del pisolino pomeridiano. Altri, con scuse varie come il voler aspettare il papà, che magari arriva alle 10 di sera, o la voglia di giocare prima di andare a letto, procrastinano oltremisura l’ora del sonno.
Nei primi mesi di vita è abbastanza normale e naturale che i piccoli facciano fatica ad addormentarsi e che non si regolino tra il giorno e la notte. Il ritmo circadiano si struttura in maniera definitiva solo intorno al primo anno di età. È una regolazione complessa. Anche quello degli adulti è sottoposto a incessanti pressioni, come si può quindi pretendere che un soggetto in continua evoluzione, come è il neonato, abbia già un ritmo regolare e definito?
Qualcuno pensa che il bambino “sempre sveglio” dimostri una natura attiva, intelligente e svelta. È proprio il contrario: il sonno protegge e sviluppa le funzioni cognitive.
Dormire meno comporta rischi notevoli: aumenta l’irritabilità, diminuisce le facoltà di apprendimento e interferisce con alcuni equilibri ormonali favorendo quella che è ormai da considerarsi una piaga occidentale contemporanea, il sovrappeso.