Elisa Tagliavini - anima felice in corpo sano

Elisa Tagliavini - anima felice in corpo sano Laurea e Master in Fisioterapia per professione, numerologa e ricercatrice spirituale per passione.

Aiuto le persone ad approfondire la conoscenza interiore di Sé affinchè possano portare Armonia, Salute, Prosperità, e Felicità nelle loro vite.

22/08/2025

Dietro alla depressione, spesso, c’è la nostra anima che tenta disperatamente di uccidere parti della falsa personalità, dell’ego, per poter espandersi.
C’è la nostra coscienza che vuole distruggere le false credenze, le abitudini automatiche…

Ci si sente morire,
ci si sente persi,
soli,
disperati,
senza scopo e senza meta.

E questo accade perché eri sulla strada sbagliata.
Ma tra la vecchia strada e la nuova c’è un vuoto cosmico da attraversare.

Nel film La storia infinita, per ricominciare a sognare Atreyu deve superare molte prove per distruggere “il Nulla che divora”.
Tra queste, deve letteralmente attraversare la palude della tristezza senza sprofondarvi.
Il suo cavallo – simbolo del movimento, della forza fisica, del senso di libertà – muore, si abbandona alla tristezza.

È normale che durante queste fasi ci si senta deboli, stanchi, privi di forze, persino privati della libertà di movimento psico-fisico:
perché in questi momenti devi stare fermo, devi ascoltarti.
Non è una fase yang di azione, ma una fase yin di introspezione, che è comunque movimento.

Devi lasciare sedimentare, permettere che lo spostamento avvenga dentro di te.
Non è il tempo delle condivisioni e dei giochi:
è un tempo saturnino, c’è freddo, c’è solitudine.

E non si deve, né si può, evitarlo.
Guai a forzarsi di uscire, a fare aperitivi “per distrarsi”: evitate di dare questo consiglio a chi attraversa una fase depressiva.
Guai a suggerire di continuare a fare “le stesse cose di prima”.

No.
Non sarà più come prima.
Si stanno togliendo strati di falsità, eliminando maschere di personalità, spalancando – dolorosamente – il nucleo più vero alla Vita e all’Amore.

Per quanto possibile:
non avere paura,
non farti inghiottire dalla tristezza,
non giudicarti.

Non hai nulla che non va.
Non sei malato.
Non sei sbagliato.
Non sei indietro.

Stai sbocciando alla vita.

Abbi coraggio e fede:
questo processo porterà esattamente dove devi stare.
E se ogni tanto senti che stai per affondare, chiedi una mano per tirarti su.

Claudia Crispolti

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18/08/2025

CELEBRATION

Chiunque celebri la vita, qualsiasi cosa accada, chiunque condivida ciò che ha con gioia, chiunque crei, chiunque porti unione magari cucinando, ospitando, curando le piante o un orto,
chiunque sia in questo fluire è amato dall’universo e non verrà mai abbandonato.

l’abbondanza, la salute, la forza, il riparo verranno sempre incontro a queste anime.
la provvidenza le ricoprirà di qualsiasi cosa necessitino,
in ogni vita, in ogni mondo, in ogni dimensione.

ClaudiaCrispolti

Seguite le pagina perché a breve annunceremo il grande evento autunnale: l’unico!
E sarà proprio all’insegna della celebrazione ✨

13/08/2025

Non è necessario aver subito dei traumi da bambini per essere infelici da adulti.
Basta che i vostri bisogni interiori non siano stati visti e soddisfatti.
Quindi magari avete avuto tutto materialmente, non vi è mancato niente, ma il vostro mondo interiore non è stato alimentato dall'amore di cui avevate bisogno, dall'attenzione, dall'affetto, dalla considerazione, dal rispetto.
Basta che vi abbiano dato il senso dell'inadeguatezza di voi stessi, dell'ansia di non essere o fare abbastanza, basta che vi abbiano suscitato dei sensi di colpa, delle paure di sbagliare o di deludere.
Basta che vi abbiano tolto la serenità e la gioia di vivere e messo dentro convinzioni autolimitanti.
Non servono traumi per giustificare lo stare male ma il vostro disagio esistenziale consegue ad uno scollegamento da voi stessi, dai vostri talenti, dal vostro essere autentico per inseguire quello che hanno cercato di farvi credere di voi, nel bene e nel male, nei pregi e nei difetti.
Nessuna colpa ai genitori ma siamo su un pianeta gestito dagli oscuri e abbiamo un tipo di educazione che non tiene conto dei bisogni primari della persona e quindi crea uno scollegamento della persona da se stessa che poi va recuperato.
È il mondo interiore completamente trascurato da questo sistema educativo: non c'è attenzione al bisogno del bambino di essere “visto dentro”.
E poi passiamo una vita a cercare approvazione da chiunque, poi facciamo di tutto per avere quel consenso che ci è mancato nell'infanzia.
Non veniamo educati all'ascolto della coscienza dei figli e all'aiuto nella scoperta di sé.
E poi passiamo una vita dissociati da noi, con la spinta a non guardarci dentro e a obbedire ad una personalità egoica piena di maschere che non ci rappresenta per nulla, fa solo il gioco del dolore caro alle forze oscure.

𝑳𝒖𝒄𝒊𝒂 𝑮𝒐𝒍𝒅𝒐𝒏𝒊 su Essere Indaco

13/08/2025

RIABILITAZIONE.

Non vorrei più chiamarla nè crescita nè evoluzione, nè terapia, nè guarigione.

Vorrei chiamare ogni cosa che propongo col suo nome: riabilitazione.

Sì perché ognuno viene spezzato e incidentato in quale punto preciso del suo sistema energetico.

Qualcuno nel cuore
Qualcuno nella testa
Qualcuno nel corpo
Qualcuno nello spirito

E quella parte, zona, punto, deve essere riabilitata cioè abitata di nuovo.

Abitare significa che la vita passa di nuovo da lì, così come ci si muove avanti e dietro per una casa resa forte, stabile e sicura.

Il mio corpo è sempre stato il mio punto di interruzione con la vita.
Mentre nella mia mente si affacciano milioni di idee, progetti, volti, creature, e nel mio cuore si spalancano orizzonti illimitati, prati sterminati, f***e di amori, il mio corpo è sempre 10 passi indietro.

Ho una memoria sottile di vite senza corpo, l’ho sempre percepito come un limite, una zavorra, un peso, ho cercato di domarlo, modificarlo, reprimerlo, l’ho offeso, odiato, tormentato.

Lui viaggia ad un’altra velocità, e se il mio cuore è sempre aperto all’amore, il corpo attua chiusure ermetiche, sembra un antico forziere, un convento, una prigione di massima sicurezza.
Ha le sue ragioni, che io, talvolta fatico a comprendere.
È esile, fragile, contorto.

Pretende attenzioni, in modo tirannico e senza spazi d’intesa.

La rinascita sulla terra è fare primariamente i conti con il corpo e tutto ció che è materia e questo mi ha infastidito non poco, come un rifiuto antico, una sorta di sdegno atavico.

Ho dovuto imparare e sto ancora imparando a rispettarlo, sentirlo, non abusarlo, non trattarlo come ho fatto pensandolo uno schiavo al servizio del fare.

Ho dovuto imparare il suo linguaggio straniero, le sue pause, i suoi NO, i suoi sì contro i miei No, i suoi “muoviti” e i suoi “stai ferma”.

Alcune anime sono incapaci di strutturare un radicamento nel terreno, devono imparare a fatica, io sono una di quelle.

E Saturno ha impartito la sua dura lezione, costringendomi, col suo arrivo a guardare ció che più evitavo di guardare.

Ora sto scoprendo mondi nuovi esplorando le micro percezioni dei miei organi, il respiro, i desideri, i bisogni, i dolori, le contratture, le tensioni.

Questa è la mia parte da riabilitare, che talvolta mi allontana dai luoghi in cui scorre la vita per riportarmi a me stessa.

Qual è la tua parte da riabilitare?
Dove senti una porta chiusa?
Dove senti il tuo deserto?
Dove ti senti spezzato?

Claudia Crispolti

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09/08/2025

LA FIGLIA NON PROTETTA.

Una figlia che non è stata protetta cresce con una ferita silenziosa: quella di aver dovuto contare su sé stessa prima del tempo.

Quando manca la protezione di un genitore, il corpo e la psiche imparano a vivere in uno stato di allerta costante, perché ci si sente sempre in pericolo e soprattutto si sente di dover far fronte a tutto da sole.
Talvolta questo significa entrare a contatto con pericoli reali non solo immaginari e così il sistema nervoso autonomo si abitua a scansionare continuamente l’ambiente, sempre attento a sorvegliare l’ambiente.

Questa iper-vigilanza crea un automatismo invisibile ma percettibile se ci si osserva: tensione muscolare cronica, disturbi del sonno, digestione irregolare, infiammazioni ricorrenti, un respiro spesso corto e alto come se la vita fosse sempre un po’ in apnea.

Psicologicamente si sviluppano due tendenze opposte che convivono nella stessa persona: un’apparente forza e autosufficienza e una fragilità interiore, una paura costante di essere lasciata sola di nuovo.

Nei comportamenti emerge l’abitudine a controllare tutto, a pianificare, a fare da sola, ma anche a vivere sbalzi emotivi intensi, con momenti di ansia, malinconia o improvvisa chiusura.

Energeticamente, questa figlia disperde moltissima forza vitale nella difesa: il corpo è sempre pronto alla fuga o all’attacco, mentre l’anima resta sospesa, in attesa di uno spazio sicuro che forse non ha mai conosciuto.
In queste donne si fa largo l’idea di un uomo salvifico, che le tragga in salvo da questa tensione costante, ma al contempo, qualsiasi relazione intima viene percepita come potenzialmente pericolosa esponendola al fantasma dell’abbandono.
In ogni caso il partner non sarà mai “abbastanza” perché per lui o lei sarà impossibile placare quell’assetto di guerra costante.

L’amore, così, diventa un campo di battaglia tra desiderio di fusione e paura di perdersi di nuovo

Spesso queste donne si ritrovano in relazioni sbilanciate, a “inseguire” chi non c’è o a sentirsi oppresse quando finalmente trovano qualcuno di stabile.

La vita di una figlia non protetta porta spesso segni di irrequietezza: cambi frequenti, difficoltà a sentirsi radicata, fatica a rilassarsi pienamente in una casa, in un corpo, in un abbraccio.

Spesso diventa iper-performante sul lavoro o nella cura degli altri, come se il valore personale dovesse essere costantemente guadagnato.

Il corpo, intanto, parla: dolori cervicali, tensioni pelviche, stanchezza cronica, somatizzazioni che rivelano un bisogno di contenimento mai soddisfatto.

✅Il lavoro interiore necessario passa attraverso la ricostruzione di una base di sicurezza interna. Significa imparare a percepire il corpo come un luogo abitabile, allenare il sistema nervoso a uscire dalla modalità di sopravvivenza, riconoscere e accogliere la bambina interiore che non ha ricevuto protezione.

Significa scegliere relazioni e contesti in cui l’energia non vada più dispersa nel difendersi, ma possa finalmente radicarsi e nutrirsi. Solo allora la vita diventa meno lotta e più respiro.

Consiglio:
Sessioni di bioenergetica.
Yin Yoga per poi passare a pratiche più potenti come l’Ashtanga.
Bagni caldi (no freddi!)
Massaggi.
Gruppi di donne
Gruppi di crescita per uscire dall’isolamento.

Claudia Crispolti

30/07/2025

LA TRASFORMAZIONE INTERIORE MODIFICA LA "MALATTIA"

Non si muore a causa delle malattie.
Tante volte le persone vengono a mancare dopo prolungati stati interni, ‘spirituali’, disarmonici, quando si perde l'allineamento con il proprio essere, e si entra per lungo, troppo tempo, in fase distonica, mettendo a soqquadro i tasselli interni.
Quando le emozioni prendono il sopravvento, le ombre si allungano, e non è raro che inizino ad incutere impressioni. Queste, incontrollate, ‘cronicizzano’ stati d'essere, creano un terreno sfavorevole, mandando in confusione, alle volte addirittura in blocco, i sistemi interni.

La Psiche è un’antenna: capta le frequenze che emettiamo spiritualmente, le ripercuote, riproducendo segnali, che riecheggiano nelle nostre fibre, nei nostri muscoli, ossa, sistemi.
Ancor più: la sintonizzazione, la coerenza vibrazionale, ogni singola ‘verità’ del nostro corpo, rispondono a Leggi Naturali Universali.

Quando siamo allineati alla Frequenza, e vi sintonizziamo la nostra individuale, la cosiddetta malattia assume tutt'altra forma.
In realtà tutto ha un senso, uno scopo, ed un fine ultimo.
Possiamo, sappiamo allinearci, ne abbiamo tutte le capacità.
Anche l’inconscio può essere agganciato e collegato, ed i suoi automatismi divengono, se trattati amorevolmente, compagni fraterni di viaggio.

Così i conflitti interiori vanno osservati, avvicinati, conosciuti e accompagnati.
La non azione, soprattutto la non reazione, hanno potenze immani, inimmaginabili.
La guarigione arriva dalla conversione. Di ogni nostro parametro. Al di là di qualsiasi credenza.
E per guarigione intendo quella dell'anima.

Siamo una frequenza perfetta, il cammino è accordarla alla nostra Sequenza di riferimento.
Quando c'è l'intreccio, a noi di sentire la nostra fase. Come unica ed insostituibile. Armonica ed evolutiva.
E questo senza poter prescindere, senza neanche volerlo, la disarmonia. Da conoscere, accogliere, con-prendere ed integrare.
Siamo noi gli incaricati dall'Accordatore Universale per il nostro ‘specifico caso’. Solo nelle nostre mani quel magico plettro che può far risuonare quel dato strumento. Solo il nostro tocco potrà farlo risuonare in quel modo congruo, risonante e atteso.
Correggiamo ed accordiamo allora il nostro strumento. Mille e mille volte. Come fosse un mantra, anche se lo si ripete all'infinito ogni volta risuonerà in modo diverso ed unico.

Tutto il succo della Vita è lì, come ogni passo: cadere - rialzarsi.

Sentiti libera/o di accettare o rifiutare questo pensiero.
Io te ne ho parlato con spassionata, estrema libertà.
Sono solo un osservatore — di me stesso e degli altri. Affidato anch'io alla cura dell'Universo.

Anna Blackmoon su Essere Indaco

RIFLESSIONE SULLE CAUSE DELLA SOFFERENZA E SUI NOSTRI MECCANISMI INCONSCI INTERIORI...Se conosciamo il significato della...
30/07/2025

RIFLESSIONE SULLE CAUSE DELLA SOFFERENZA E SUI NOSTRI MECCANISMI INCONSCI INTERIORI...

Se conosciamo il significato della parola "inconscio" o "automatismo" allora non è molto difficile comprendere che noi non siamo coscienti più del 10% dei nostri meccanismi interiori, sul come funzioniamo dentro e di tutto ciò che accade al nostro interno, e quindi: non possiamo dire di conoscerci come crediamo; e questo significa che noi mentiamo su moltissime cose senza sapere di mentire, convinti invece di sapere molte cose su noi e sugli altri senza esserci mai guardati dentro.

Senza contare tutti meccanismi che difendono questo stato di incoscienza-sonno: la rimozione, la razionalizzazione, la giustificazione, la negazione, la proiezione, l'introiezione, la dissociazione, l'idealizzazione, l'identificazione, la frammentazione, il sarcasmo e certe forme di umorismo, la formazione reattiva, la sublimazione, la condensazione, l'annullamento retroattivo, e la regressione.

Tutti meccanismi che proteggono noi stessi dal vedere, dal comprendere, e dall'essere realmente consci sul come stanno realmente le cose in noi stessi e negli altri, automatismi che ci rendono delle macchine altamente reattive tipo stimolo/risposta, quando invece siamo convinti di essere liberi di scegliere i nostri comportamenti, pensieri, ed emozioni.

Riflessione...

Primi di affermare o di mettersi a discutere o litigare che una certa cosa è vera o che non è vera, proviamo a chiedere a noi stessi: questa, è una mia supposizione? Oppure, ho indagato, ho sperimentato e ho verificato ciò che sto dicendo, tenendo conto di quanto appena esposto?

Quanto mi conosco?

Quanto posso dire di conoscere gli altri prima di esprimere un giudizio o una critica, essendo per la maggior parte inconscio, automatico, e potentemente suggestionabile ed influenzato da schemi, condizionamenti, paure, aspettative, bisogni irrisolti, e ferite mai guarite che generano delle proiezioni che puntualmente gettiamo sugli altri per non vedere noi stessi?

Quanto mi conosco realmente?

E quali sono le conseguenze di questo mio non conoscermi?

Sono cosciente delle conseguenze di tutto questo e di quanto questo possa incidere sulla mia felicità e capacità di relazionarmi armonicamente con gli altri, per amare e permettere gli altri di amarmi?

Da dove ci arriva tutta questa sofferenza psicologica ed emotiva di cui si sente parlare ogni giorno, e perché è così difficile cambiare e diventare delle persone felici?

Non ci vedi alcun nesso con quanto sopra esposto?

Sofferenza, dal mio personale punto di vista, è vivere meccanicamente come delle macchine programmate, è vivere immemori di se stessi e completamente inconsci, credendo invece di essere già consapevoli, già consci e capaci di amare.

Piu conosci te stesso, meno ti ritroverai a mentire a te stesso e agli altri, e più potrai essere te stesso, libero e felice.

Se solo uno, anche per dieci minuti soltanto, potesse vedere chiaramente quanto sia schiavo di certi meccanismi... egli inorridirebbe e cercherebbe di fare il possibile per liberarsene.

Ecco l'idea del risveglio, del risveglio dallo stato di meccanicità e di incoscienza di se stesso.

Roberto Potocniak

13/07/2025

Il corpo è lo specchio dell’anima, e spesso parla quando noi non abbiamo il coraggio di farlo.
Ogni dolore non detto, ogni emozione soffocata, ogni ferita ignorata… resta lì, in silenzio, finché il corpo decide di trasformarla in sintomo.
Perché l’anima non mente, e quando non viene ascoltata, chiede aiuto nel solo modo che conosce: attraverso la malattia.

Imparare ad ascoltarsi, a esprimere i propri turbamenti, a liberare ciò che ci pesa dentro… è già guarigione.
Non ignorare i segnali del corpo: sono parole non dette, emozioni represse, verità taciute.
E se impariamo a leggerli, forse possiamo evitarci qualche dolore in più.

13/07/2025

SENZA COMPRENSIONE, LA MALATTIA TORNA
Le persone non muoiono a causa delle malattie, come spesso si sente dire:
«È morto per un ictus.»
«È deceduta per un tumore.»
«Il diabete l’ha portato via.»
«L’Alzheimer l’ha uccisa.»
«Aveva l’HIV.»
«È morta per un’ulcera.»
«Un’infezione l’ha portata via.»
«Aveva la pressione troppo alta…»

No.

Le persone muoiono per stati mentali disarmonici, capaci di alterare la nostra armonia interiore e il nostro equilibrio ormonale.
Questi stati mentali generano combinazioni ormonali specifiche che producono emozioni.
E quando quelle emozioni diventano croniche, creano un terreno sfavorevole, dove il sistema immunitario non riesce più a fare il suo lavoro.

Il nostro corpo obbedisce al cervello.
E il cervello, a sua volta, è un’antenna: capta le frequenze delle nostre onde mentali.

Ecco perché la comprensione è fondamentale:
perché ci aiuta a sintonizzarci con frequenze più coerenti, più in linea con la verità del nostro corpo.

Quando troviamo la giusta frequenza, non ci ammaliamo.
Evitiamo persino certi “incidenti” che, in realtà, sono spesso espressioni dell’inconscio che agisce in automatico.

Perché, se fossimo davvero consapevoli dei nostri pensieri, dei nostri conflitti interiori, molti eventi che consideriamo “inevitabili” non accadrebbero mai.

È per questo che nessun farmaco allopatico, cioè della medicina convenzionale, può guarire davvero.
Perché la guarigione non arriva dalla medicina.
Arriva dalla comprensione.

I farmaci coprono la macchia d’umidità sul muro.
Ma non riparano la crepa da cui entra l’acqua.
Nascondono il sintomo, non curano la causa.

Senza comprensione, la malattia torna.

Un esempio semplice:
Una lesione sportiva causata da una tecnica sbagliata.
Puoi fare fisioterapia mille volte.
Ma se non correggi quel gesto sbagliato, la lesione tornerà.

E le dipendenze? Fumo, droga, cibo compulsivo, gioco d’azzardo?
Non sono forse il frutto di squilibri emotivi profondi?

“Tutto è mentale. L’universo è mentale.”
— Il Kybalion

Allora possiamo dire che moriamo per ignoranza?
Un’ignoranza che nasce dalla paura.
Ignoranza del funzionamento globale del nostro essere: fisico, mentale, emotivo, spirituale.

E questa ignoranza si manifesta in tanti modi:

rancore

incapacità di perdonare

preoccupazione continua

ansia

depressione

stress

repressione

bugie

invidia

tristezza

paura del cambiamento

orgoglio

vanità

avarizia

solitudine mal vissuta
e molti altri…

Una persona ignorante di sé stessa spreca energia nella propria ingenuità,
e altri — media, politica, pubblicità — ne approfittano,
alimentando una coscienza confusa e fragile.

Al contrario, chi ha una profonda comprensione della vita, delle relazioni umane, del proprio corpo,
vive molto meno spesso questi stati distruttivi.
E la sua salute sarà, di conseguenza, più stabile.

Questo non significa che non cadrà mai,
ma saprà come rialzarsi.

Non cercare di curare la malattia.
Aiuta chi soffre a comprendere.
E la malattia… se ne andrà da sola.

“E i bambini?”, potresti chiedere. “I piccoli che muoiono così giovani?”

Risponderò con delicatezza, usando solo il buon senso:

Un bambino piccolo non può badare a sé stesso.
È emotivamente connesso ai genitori in modo profondo.
Se i genitori vivono in stati emotivi disfunzionali, quelle vibrazioni vengono trasmesse — in modo visibile o invisibile.

Proprio come il latte materno, anche le emozioni nutrono il bambino.
E certe malattie infantili potrebbero essere il riflesso dell’inconsapevolezza emotiva dei genitori.

Sentiti libero di accettare o rifiutare questo pensiero.
Ma prima… meditalo.

Non ho una laurea in medicina.
Non sono uno scienziato.
Sono solo un osservatore — di me stesso e degli altri.

E se sei un medico o un ricercatore,
non serve rispondermi con termini tecnici.
Non li capirei.
E comunque, un paziente che non vuole guarire… non guarirà.

Ive Neuland su Essere Indaco

14/06/2025

Avete finalmente appreso a gioire degli ostacoli?
Possiamo confidare che ciò che sembra un intralcio moltiplichi invece le vostre risorse?
Possiamo dire che siete dei conquistatori?
Possiamo inviarvi la freccia del Nostro aiuto, certi che non mancherete di coglierla al volo?
Possiamo pronunciare il verbo del Nuovo Mondo all’unisono con voi?
Possiamo ritenere che per la bellezza del creato avete bruciato gli abiti vecchi e logori?
Può la Madre del Mondo confidare che veglierete sul tessuto della Luce?
Può il “Leone” accorrere in vostro soccorso?
Può la Luce illuminarvi la via?

La vittoria batte alla porta.

E infine, sapete applicare l’Insegnamento a voi stessi?
Possiamo confidare che porterete le insegne che vi abbiamo dato? Possiamo indirizzarvi il raggio che perfeziona?
Possiamo garantire che sarete vigilanti?
Possiamo costruire un bastione con la comprensione che avete del sé?
Possiamo rallegrarci per la costanza del vostro passo?
Può la Madre del Mondo chiamarvi giusti?
Può il “Leone” mo***re la guardia alla vostra casa?
Può la Luce rischiarare i nuovi passi?

Spalancate le porte!

AGNI YOGA

Indirizzo

Via Sassonero 2
Monterenzio
40050

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