Sharon De Matteis - Psicologa

Sharon De Matteis - Psicologa Offro un servizio di psicoterapia individuale o di coppia.

Le sedute saltate sono sempre un modo di comunicare qualcosa.Uno dei principi cardine introdotti da Watzlawick è che “No...
15/04/2025

Le sedute saltate sono sempre un modo di comunicare qualcosa.

Uno dei principi cardine introdotti da Watzlawick è che “Non si può non comunicare”. Questo significa che, anche quando non stiamo parlando, stiamo comunque comunicando attraverso il nostro comportamento, il linguaggio del corpo, le espressioni facciali e persino il silenzio. A volte saltando la seduta.

Ma noi siamo comunque qui, pronti a capire meglio cosa stia succedendo.
Sappiamo anche che l’assenza del paziente alla seduta prestabilita è argomento di riflessione, restituzione e interpretazione in molti casi teorizzata a priori e verbalizzata al paziente stesso come un qualcosa che non va e, in linea di massima, come rappresentazione di resistenze, difese, fughe rispetto alla relazione.
Un’altra ragione per cui mi rendo presente il giorno e l’ora in cui una seduta è cancellata dal paziente è anche di concedere la libertà al rapporto di poter eventualmente esserci se magari quell’impegno non c’è più o se magari il paziente trova il modo di recarsi allo studio o anche se in caso riesce ad arrivare solo per pochi minuti.
Questo comunica l'idea che quella relazione Esiste anche nell'assenza del paziente, e fintanto che entrambi siamo uniti da un lavoro terapeutico.

" La dipendenza per fornire autonomia" Dott. Vittorio Gallese, neuroscienziato, uno degli scopritori dei neuroni specchi...
22/02/2025

" La dipendenza per fornire autonomia"

Dott. Vittorio Gallese, neuroscienziato, uno degli scopritori dei neuroni specchio insieme al Dott. Ugo Morelli psicologo e studioso delle scienze cognitive, presentano il loro nuovo lavoro "Cosa significa essere umani" al Teatro Petruzzelli.

Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ...
20/07/2024

Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché.
In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità; l'amore è uno stato ove per il tempo in cui siamo innamorati, non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro; e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità.
Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra identità dall'amore dell'altro.
E allora, dopo il congedo, il lavoro non è di cercare di recuperare la relazione dell'altro, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento.

[In foto Umberto Galimberti quando scrivete all'ex]

Zerocalcare con una grande semplicità dice una cosa incredibilmente vera, non puoi guarire da qualcosa che ti è capitato...
23/05/2024

Zerocalcare con una grande semplicità dice una cosa incredibilmente vera, non puoi guarire da qualcosa che ti è capitato. È successo, appunto in quel dato momento, magari per anni. Quello che si chiama trauma cumulativo. Ma ciò che devi guarire non è il trauma di allora, perché non c'è oggi, neanche dal modo in cui hai reagito che probabilmente è stata la tua salvezza, ciò che devi guarire è il modo di mantenere in vita quel dolore per qualcosa che è nel tuo passato e domandarti a cosa ti serve. Perché è ancora qui?



"Il trauma si deposita, intossica l'equilibrio dell'individuo sul piano corporeo oltre che mentale".
22/03/2024

"Il trauma si deposita, intossica l'equilibrio dell'individuo sul piano corporeo oltre che mentale".



Come per la palestra, non si può pretendere di perdere 20kg in 7 giorni.Allo stesso modo per poter vedere i progressi co...
11/06/2023

Come per la palestra, non si può pretendere di perdere 20kg in 7 giorni.
Allo stesso modo per poter vedere i progressi con la terapia, serve costanza, fiducia e tanti piccoli passi.

Un'ora alla volta.

Carissimi, dato che su google non è ancora aggiornato e richiede tempo, lo faccio in maniera più "analogica": Il mio stu...
30/05/2023

Carissimi, dato che su google non è ancora aggiornato e richiede tempo, lo faccio in maniera più "analogica":

Il mio studio ora si trova in Via A.Manzoni 15, a Lecce nei pressi del Tribunale.

13/11/2022

«Io ho l'ansia»
Dietro questa frase si nasconde un mondo.
«Io ho l'ansia» : io ho un milione di macigni di piombo che mi pesano sulla schiena, sul petto, sulle gambe. Che mi affondano sul pavimento, che non mi fanno camminare, correre, non mi fanno gioire ne' sognare.
Io ho l'ansia. Una cosa che mi attanaglia, mi paralizza e non mi consente di vivere così come vorrei. L'ansia è un qualcosa di invalidante che non può essere liquidato come "preoccuparsi troppo". Se pensi questo, non mi capisci.
L'ansia è la versione irrazionale della paura. In genere la Paura ha un nome, un soggetto, una ragione... l'ANSIA non conosce ragioni. C'è, esiste e si fa sentire. Si fa sentire prepotente quando tento di uscire dal guscio, quando voglio "spingermi oltre", quando c'è qualcosa che non va ma che MI SFUGGE...
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Dietro la parola "ansia" si cela un intero mondo e per superarla, non resta che scoprirlo, esplorarlo, DISINNESCARLO e riappropriarsi di ogni parte di sé, anche di quelle che l'ansia non ci consente di esprimere.
- | Psicoadvisor

26/12/2021

Una delle piaghe più grandi della psicologia della personalità è l'astrologia. Sembrerebbe che i nostri segni zodiacali abbiano la capacità di dirci qualcosa sulla nostra personalità. Tipo, gli ariete sono laboriosi, parsimoniosi, socievoli, sanno cosa serve per avere successo, ma sono anche contenti di vivere una vita tranquilla e pacifica (ho scritto le prime cose che mi sono venute in mente, non so se sia così).
Ci sono probabilmente molti ariete che sarebbero d'accordo con questa descrizione, ma non potrebbe applicarsi a chiunque? Non possiamo essere tutti laboriosi? Perché baggianate generali suonano così personali quando le leggiamo? Per via dell'effetto Barnum, noto anche come effetto Forer.
Prende il nome dal circense P. T. Barnum, la cui formula per il successo era di avere "qualcosa per tutti". Gli oroscopi fanno esattamente la stessa cosa: offrono qualcosa per ogni personalità. L'effetto Barnum è un fenomeno psicologico comune in cui gli individui si riconoscono fortemente a dichiarazioni sulla loro personalità che credono siano state adattate a loro, quando in realtà le affermazioni sono abbastanza vaghe da applicarsi a un'intera gamma di persone.
Nel 1948, lo psicologo Bertram R. Forer condusse un esperimento nel suo corso di psicologia. Chiese agli studenti di fare un test di personalità, spiegando che avrebbe condotto un'analisi personalizzata per ognuno di loro. Diede invece a tutti la stessa analisi, realizzata unendo parti di oroscopi. Agli studenti, ignari di ciò, venne chiesto di valutare quanto fossero accurati i loro profili, da "altamente impreciso" (voto 0) a "perfettamente accurato" (voto 5). La valutazione media è stata di 4,26. Ciò ha dimostrato che non finché gli studenti si sentivano soddisfatti, credevano che il test funzionasse.
Questo stesso trucco è usato oggi dagli astrologi e anche se le descrizioni che danno sono vaghe, tendiamo a usare le nostre interpretazioni per colmare le lacune. Il meccanismo alla base è il bias di conferma, la tendenza a cercare o interpretare nuove informazioni in un modo che confermi i propri preconcetti ed eviti le informazioni e le interpretazioni che contraddicono le credenze precedenti.

29/07/2021

La serie "Modern Love" tratta l'amore in tutte le sue forme, è una serie antologica e in questo episodio la protagonista ha il disturbo Bipolare.

La rappresentazione non è totalmente esatta, i "mood swings" non sono così repentini, a volte possono durare settimane o mesi le fasi di mania, così come quelle depressive.
Quello che ci tenevo a sottolineare invece è la reazione dell'amica, l'accettazione, il supporto.

"Bene, questa è la tua situazione, non ho i mezzi per risolverla, ma sono qui per te, non ti abbandono"

La vergogna di dichiarare apertamente i propri problemi ingenera paura di perdere le relazioni affettive, il meccanismo si alimenta dal timore del rifiuto.

Ci vuole coraggio nello stare accanto a chi soffre, ma anche e soprattutto a dichiarare apertamente la propria sofferenza.

Essere accettato dall'altro (e accettarsi) non per piccole parti ma nella propria interezza, questo è il vero amore.

29/07/2021

Oggi, 28 luglio 2021, si spegne Albert Bandura, psicologo canadese nato a Mandare nel 1925. Tra i suoi contributi più noti, ricordiamo: la teoria dell'apprendimento sociale, l'autoefficacia, l'esperimento della bambola Bobo, il concetto di agency.

20/06/2021

UNA RICERCA MAI VERIFICATA DEL TUTTO E CHE SAREBBE IL CASO DI RIPROPORRE OGGI. LA RACCONTIAMO COSÌ COM'È STATA SCRITTA.
Nel 1967 il Dott. Stephenson ha condotto un esperimento in cui erano coinvolte 10 scimmie, una gabbia, una banana, una scala e uno spruzzatore di acqua gelata. Stephenson rinchiude 5 scimmie in una grande gabbia. All’interno della gabbia mette una scala e sulla scala un casco di banane.

Le scimmie si accorgono immediatamente delle banane e una di loro si arrampica sulla scala. Appena lo fa, però, lo sperimentatore la spruzza con dell’acqua gelida. Poi riserva lo stesso trattamento alle altre 4 scimmie.

La scimmia sulla scala torna a terra e tutte e 5 restano sul pavimento, bagnate, al freddo e disorientate. Presto però la tentazione delle banane è troppo forte e un’altra scimmia comincia ad arrampicarsi sulla scala. Di nuovo lo sperimentatore spruzza l’ambiziosa scimmia e le sue compagne con l’acqua gelata. Quando una terza scimmia prova ad arrampicarsi per arrivare alle banane le altre scimmie, volendo evitare di essere spruzzate, la tirano via dalla scala malmenandola. Da questo momento le scimmie non proveranno più a raggiungere le banane.

La seconda parte dell’ esperimento prevede l’introduzione di una nuova scimmia nella gabbia. Appena questa si accorge delle banane prova naturalmente a raggiungerle. Ma le altre scimmie, conoscendo l’esito, la obbligano a scendere e la picchiano. Alla fine anche lei, come le altre 4 scimmie, rinuncia a mangiare la banana senza mai essere stata spruzzata con l’acqua gelata, quindi senza sapere perché non potesse farlo.

A questo punto un’altra scimmia scelta tra le 4 originarie rimaste, è stata sostituita con una nuova. Il nuovo gruppo era composto da 3 delle scimmie iniziali (che sapevano perché non tentare di prendere la banana), 1 scimmia che aveva imparato a rinunciare alla banana a causa della reazione violenta delle altre e 1 scimmia nuova.

Qui la storia si fa interessante. La scimmia nuova, come previsto, tenta di raggiungere la banana. Come era avvenuto con la scimmia precedente, le altre scimmie le impediscono di raggiungere il frutto senza che il ricercatore dovesse spruzzare dell’acqua. Anche la prima scimmia sostituita, quella che non era mai stata spruzzata ma era stata dissuasa dalle altre, si è attivata per impedire che l’ultima arrivata afferrasse la banana.

LA CONCLUSIONE DELL’ ESPERIMENTO

La procedura della sostituzione delle scimmie viene ripetuta finché nella gabbia sono presenti solo scimmie “nuove”, che non sono mai state spruzzate con l’acqua.
L’ultima arrivata tenta naturalmente di avvicinarsi alle banane ma tutte le altre glielo impediscono: nessuna di esse però conosce il motivo del divieto!

Stephenson descrive l’atteggiamento inquisitore dell’ultima scimmia arrivata, come se cercasse di capire il perché del divieto di mangiare quella banana così invitante. Nel suo racconto le altre scimmie si sono guardate tra loro, quasi a cercare questa risposta. Il problema è che nessuna delle scimmie presenti la conosceva, perché nessuna era stata punita dallo sperimentatore per averci provato, era stato il gruppo a opporsi.
Una nuova regola era stata tramandata alla generazione successiva, ma le sue motivazioni erano scomparse con la scomparsa del gruppo che l’aveva appresa.

Se fosse stato possibile chiedere alle scimmie perché picchiavano le compagne che provavano a salire sulla scala, la risposta sarebbe stata più o meno questa: "Non lo so, tutti fanno così lo faccio pure io” Suona familiare?

Non smettere di indagare, di chiedere, di cercare spiegazioni e informazioni alternative. Di usare la logica e non l'emotività. Spesso il nostro modo di agire è solo il frutto di azioni che ripetiamo perché l’abbiamo visto fare da altri, senza sapere bene il perché. Il conformismo becero senza ragionamento crea una società decadente. Cambiate le vostre abitudini. Non siate schiavi della paura. Sfuggite al più grande esperimento sociale mai visto nella storia, quello di consumare e dare per buono quello che altri (gli sperimentatori) vogliono che consumiamo, quello di evitare che ci poniamo domande, che troviamo nuove soluzioni per vecchi problemi.

Bibliografia da verificare:
Stephenson, G. R. (1967). Cultural acquisition of a specific learned response among rhesus monkeys. In: Starek, D., Schneider, R., and Kuhn, H. J. (eds.), Progress in Primatology, Stuttgart: Fischer, pp. 279-288.
Qui il testo:https://www.throwcase.com/wp-content/uploads/2015/08/Cultural-Acquisition-of-Specific-Learned-Response_Stephenson_1966.pdf

Indirizzo

Via Alessandro Manzoni 15
Monteroni Di Lecce
73100

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