20/05/2025
𝐃𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐢 𝐝’𝐚𝐧𝐬𝐢𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬ivi 𝐢𝐧 𝐞𝐭𝐚̀ 𝐚𝐝𝐨𝐥𝐞𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞: 𝐮𝐧’𝐞𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐚
𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
L’adolescenza rappresenta una fase cruciale nello sviluppo psichico, affettivo e sociale dell’individuo; un periodo di transizione in cui si consolidano l’identità, l’autonomia e le relazioni con i pari.
L’adolescenza rappresenta una fase critica dello sviluppo, durante la quale la maggiore instabilità emotiva e l’esposizione a nuove pressioni sociali e prestazionali rendono i ragazzi particolarmente suscettibili all’insorgenza di psicopatologie. Tra queste, i disturbi d’ansia e quelli depressivi risultano tra le condizioni psicopatologiche più frequenti e invalidanti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre il 10% degli adolescenti nel mondo convive con un disturbo mentale diagnosticabile, con l’ansia e la depressione tra le condizioni più diffuse. Eppure, molti di questi ragazzi non ricevono alcun tipo di trattamento, né psicologico né farmacologico.
𝐋’𝐨𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐬𝐢𝐚
I disturbi d’ansia si manifestano con un’anticipazione eccessiva e disfunzionale del pericolo, accompagnata da sintomi cognitivi, emotivi e fisici. Nella fase adolescenziale, si esprimono spesso con comportamenti di evitamento (ritiro scolastico, isolamento sociale), difficoltà nella regolazione emotiva e preoccupazioni pervasive su sé stessi e il proprio rendimento.
Tra i più comuni:
• 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨 𝐝’𝐚𝐧𝐬𝐢𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞
• 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨 𝐝’𝐚𝐧𝐬𝐢𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐚
• 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐧𝐢𝐜𝐨,
• 𝐅𝐨𝐛𝐢𝐞 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞,
• 𝐀𝐧𝐬𝐢𝐚 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.
I fattori di rischio comprendono la predisposizione temperamentale, esperienze di bullismo o altri episodi esperenziali che abbaino potuto rappresentare un trauma, ipercriticismo genitoriale o ambienti altamente performativi.
𝐋𝐚 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐫𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚
In adolescenza, la depressione può non presentarsi con il “classico” umore triste, ma con irritabilità, apatia, calo del rendimento scolastico e disinvestimento sociale. È frequente che questi sintomi vengano scambiati per “pigrizia”, oppositività, timidezza, provocazione, anziché come segnali di un profondo malessere.
𝐒𝐞𝐠𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐝’𝐚𝐥𝐥𝐚𝐫𝐦𝐞:
•𝐔𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐨 𝐢𝐫𝐫𝐢𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨
•𝐑𝐢𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞.
•𝐒𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚, 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐬𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐫𝐢𝐭𝐢𝐫𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞.
•𝐈𝐝𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐮𝐢𝐜𝐢𝐝𝐚𝐫𝐢𝐚, 𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐥𝐞𝐬𝐢𝐯𝐢.
Si stima che 1 adolescente su 5 possa sperimentare un episodio depressivo entro i 18 anni.
Le ragazze, a partire dalla pubertà, presentano un rischio più elevato, probabilmente per fattori biologici, sociali e culturali.
𝐋𝐨 𝐬𝐭𝐢𝐠𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚: “𝐒𝐞 𝐯𝐚𝐝𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐨”
Uno dei maggiori ostacoli all’accesso alla psicoterapia, in adolescenza, è lo stigma, sia percepito che interiorizzato.
Molti ragazzi esitano a chiedere aiuto psicologico perché temono di apparire “deboli”, “sbagliati” o “inferiori”, rispetto ai coetanei.
In una fase in cui l’appartenenza al gruppo e la conformità sociale sono centrali, infatti, sentirsi diversi può equivalere a sentirsi difettosi.
A questa resistenza si somma, spesso, quella dei genitori: chiedere aiuto ad uno psicologo per il proprio figlio può essere vissuto come un fallimento educativo o personale, una sorta di ammissione di colpa: “Se mio figlio/a ha bisogno di uno psicologo, allora io ho sbagliato qualcosa come genitore”.
Siamo di fronte ad un bias cognitivo che rischia di compromettere l’accesso precoce alla cura, alimentando un circolo vizioso di negazione che mantiene in essere la sofferenza silenziosa.
𝐌𝐚 𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞̀ 𝐮𝐧’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚: Riconoscere un disagio e scegliere di chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza. È un segno di consapevolezza, responsabilità e amore verso sé stessi e verso i propri figli. Gli interventi psicologici non servono solo a “curare” un disturbo, ma a coltivare e potenziare benessere, sviluppo emotivo e relazioni più sane e autentiche.
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𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐞 𝐜𝐫𝐨𝐧𝐢𝐜𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞:
La mancata presa in carico dei disturbi emotivi può condurre a un peggioramento progressivo, con ricadute su:
• 𝐅𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 (𝐟𝐚𝐥𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨).
• 𝐑𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢 𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 (𝐫𝐢𝐭𝐢𝐫𝐨, 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐥𝐢𝐭𝐭𝐢).
• 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐨 (𝐚𝐛𝐮𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐞 atti autolesivi)
• 𝐂𝐫𝐨𝐧𝐢𝐜𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐞𝐭𝐚̀ 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐚.
Ansia e depressione possono intersecarsi, creando quadri clinici complessi. La comorbilità è comune, ma, spesso, sottovalutata.
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𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞𝐟𝐟𝐢𝐜𝐚𝐜𝐢: 𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐫𝐚 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞
Nonostante lo stigma, i disturbi d’ansia e depressivi in adolescenza sono trattabili con alta probabilità di successo, se intercettati in tempo.
𝐋𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐢 𝐥𝐢𝐧𝐞𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨:
• 𝐏𝐬𝐢𝐜𝐨𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐠𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐨-𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞(𝐂𝐁𝐓): affronta i pensieri disfunzionali e promuove strategie di coping efficaci.
• 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐛𝐚𝐬𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐮 𝐦𝐢𝐧𝐝𝐟𝐮𝐥𝐧𝐞𝐬𝐬 𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 (𝐀𝐂𝐓): aiutano a tollerare l’ansia senza evitarla.
• 𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢 𝐞 𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞, essenziali per comprendere e modulare le dinamiche relazionali.
• 𝐅𝐚𝐫𝐦𝐚𝐜𝐨𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 (𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐢 𝐬𝐞𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐢), sotto supervisione psichiatrica.
• 𝐏𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐢 𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐬𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 emotiva (𝐒𝐄𝐋) (𝐑𝐄𝐁𝐓): per lo sviluppo competenze emotive, empatia e resilienza.
𝐂𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢: 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐨
L’adolescenza è un periodo vulnerabile, ma anche un’opportunità straordinaria per intervenire in modo tempestivo ed efficace. Andare dallo psicologo non significa essere fragili, ma prendersi cura di sé. E non è un fallimento genitoriale, ma una scelta coraggiosa e lungimirante.
È tempo di superare l’idea che il disagio psicologico sia un’anomalia da nascondere.
Investire nella salute mentale degli adolescenti significa costruire adulti più consapevoli, empatici e resilienti.
dott. Andrea Bortone
🧾 …𝐒𝐂𝐇𝐄𝐃𝐀 𝐏𝐑𝐀𝐓𝐈𝐂𝐀 𝐏𝐄𝐑 𝐆𝐄𝐍𝐈𝐓𝐎𝐑𝐈 𝐄 𝐈𝐍𝐒𝐄𝐆𝐍𝐀𝐍𝐓𝐈…
📌 Strumenti chiari, esempi concreti, segnali da riconoscere e azioni da intraprendere.
🎯 Per imparare a vedere davvero e non solo “notare”.
💡 Per sapere come intervenire in modo efficace e rispettoso.
❤️ Perché ascoltare il disagio può cambiare una vita.
⏳ ...𝐀 𝐁𝐑𝐄𝐕𝐄. 𝐒𝐓𝐀𝐘 𝐓𝐔𝐍𝐄𝐃…