Fabiola Vitali Psicoterapeuta

Fabiola Vitali Psicoterapeuta Psicologa dell'età evolutiva, psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-relazionale Dal 2002 ad oggi lavoro come psicologa della coop.

Laureata in psicologia con indirizzo "Sviluppo ed Educazione", maturo buona esperienza lavorando per anni con minori in situazioni di disagio familiare, ambientale e psichico. Per questo, successivamente, mi specializzo in Psicoterapia Familiare presso la scuola di specializzazione del Prof. Andolfi, ritenendo la famiglia fondamentale per la crescita dei minori e delle persone in genere. Ottengo la qualifica di "Mediatore Scolastico" presso l'Università degli Studi "La Sapienza" e lavoro in diverse scuole di Roma e Provincia nel progetto di "Mediazione dei conflitti a scuola e sensibilizzazione degli insegnanti" finanziato dalla Provincia di Roma. Maturo diverse esperienze come formatrice presso la città di Foggia e in provincia di Roma, su temi inerenti la mia formazione. Inizio l'attività clinica privata nel 2010 dove svolgo, tutt'ora, attività psicoterapiche o di sostegno psicologico a singoli, coppie e famiglie, lavorando insieme per trovare o ritrovare benessere psicologico dopo una situazione critica, di stallo o legata a patologie psicofisiche. Folias presso il Centro per le Famiglie "La Locomotiva" del distretto sanitario Asl RMG1 dove maturo una buona esperienza sulla conduzione di gruppi di sostegno, formazione nelle scuole, sostegno alla genitorialità, lavoro di rete con i servizi sociali, le istituzioni e il privato sociale.Mi occupo inoltre di formazione e sostegno alle famiglie affidatarie e adottive.

Buone vacanzeChe sia un tempo dedicato, libero e di senso.
27/07/2025

Buone vacanze
Che sia un tempo dedicato, libero e di senso.

Nelle famiglie disfunzionali, i bambini si sentono responsabili dei problemi familiari e anche della loro soluzione.I mo...
04/07/2024

Nelle famiglie disfunzionali, i bambini si sentono responsabili dei problemi familiari e anche della loro soluzione.
I modi in cui i bambini cercano di “salvare” le loro famiglie sono TRE: rendersi invisibili, diventare cattivi o essere bravi.

Rendersi invisibili significa non chiedere mai nulla, non avere esigenze, evitare preoccupazioni ai genitori. La sofferenza personale di questi bambini/adulti è essere intorpiditi, non sentire niente.

Essere cattivi significa essere ribelli. Il capro espiatorio, punto focale delle sofferenze della famiglia. I genitori si chiedono "cosa faremo di lei/lui?” invece di chiedersi "cosa faremo del nostro matrimonio?".
La rabbia copre il suo dolore.

Essere bravi significa essere vincenti nel mondo esterno. Sembrare felice e brillante serve a coprire la paura e la rabbia.
Apparire felice diventa più importante che sentirsi felice.

(Robin Norwood)

10/02/2024

Complicare è facile, semplificare é difficile.
Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’é in più della scultura che vuol fare.
Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità. Questo processo porta fuori dal tempo e dalle mode.
La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: “quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte.

Bruno Munari

21/12/2023

"Sostituendo i giocattoli con altro, stiamo riducendo e limitando le opportunità di gioco. La classica bambola o il trenino colorato, la cucina con piattini e tegamini o il peluche che diventa l’inseparabile amico immaginario: l’allenamento alla vita passa anche, e soprattutto, dal gioco. Il periodo delle feste può essere un’occasione per riscoprire la capacità di giocare? Sì, ed è un’occasione da non sprecare. Il gioco di società, il gioco fatto tra generazioni diverse, è importantissimo: sfidarsi, battersi, perdere, competere, collaborare, cioè provare tutte quelle emozioni che il gioco ti consente. E farlo tra i proprio cari, in un ambiente caldo, protetto, dove ci si può esprimere senza timore. Perché molto spesso i bambini non sanno più giocare proprio perché non lo fanno nella loro quotidianità".
(Fonte: Federico Taddia su Specchio de La Stampa)

Indirizzo

Via Marzabotto N. 15, Monterotondo (Rm)/
Monterotondo
00015

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