28/03/2025
Lo sapevi che tra il 70 e il 95% della serotonina, il famoso “ormone del buonumore”, viene prodotta proprio nel tuo intestino?
Sì, hai letto bene: non solo il cervello, ma anche il sistema digerente gioca un ruolo cruciale nel determinare il tuo stato d’animo, la tua ansia, i tuoi livelli di energia e persino la tua capacità di concentrarti.
Ecco perché la scienza parla ormai da tempo dell’intestino come di un “secondo cervello”. Al suo interno ci sono oltre 100 milioni di neuroni, più del midollo spinale. Questo sistema nervoso enterico comunica costantemente con il cervello tramite il nervo vago e una rete di segnali chimici e ormonali.
Ma attenzione: la frase “la serotonina si produce nell’intestino” è vera, ma va capita bene.
Facciamo chiarezza (per evitare semplificazioni):
La serotonina prodotta nell’intestino è prevalentemente periferica, sintetizzata da cellule specializzate (cellule enterocromaffini). Non entra nel cervello perché non attraversa la barriera ematoencefalica. Tuttavia, regola la motilità intestinale, la digestione e comunica con il cervello attraverso vie indirette, come il nervo vago, i metaboliti microbici e il sistema immunitario.
In sostanza, non è la serotonina intestinale a farci felici, ma il modo in cui l’intestino comunica col cervello a fare la differenza. È ciò che chiamiamo “gut-brain axis”, l’asse intestino-cervello.
E il microbiota?
Le ricerche (in continua evoluzione) ci dicono che uno squilibrio del microbiota, chiamato disbiosi, può essere associato a disturbi come ansia, depressione e affaticamento mentale. Questo avviene attraverso:
- produzione di neurotrasmettitori o dei loro precursori (come GABA, dopamina, acetilcolina, triptofano)
- modulazione dell’infiammazione sistemica
- influenza sull’asse dello stress (ipotalamo-ipofisi-surrene)
Cosa significa tutto questo nella vita reale?
Che quello che mangi, come digerisci, e quanto è in equilibrio il tuo intestino può influenzare come ti senti. E anche il contrario: stress, ansia e tensioni emotive possono modificare la motilità intestinale e la sensibilità viscerale.
Insomma, non è solo una questione di stomaco. È anche una questione di mente.
Ecco perché anche in fisioterapia moderna, si guarda sempre più alla persona nella sua globalità. Oltre a muscoli e articolazioni, possiamo trattare anche le strutture viscerali, nel rispetto delle competenze professionali, con tecniche come:
- il rilascio miofasciale viscerale
- il trattamento del diaframma e delle sue relazioni anatomiche
- il lavoro sullo psoas e sulle catene miofasciali profonde
- esercizi di respirazione consapevole
Questi interventi agiscono indirettamente sull’intestino, migliorando la mobilità viscerale, il tono neurovegetativo, la postura e, attraverso l’asse intestino-cervello, anche il benessere mentale.
Prendersi cura dell’intestino non è solo una questione digestiva, ma anche emotiva e posturale. E tu? Hai mai notato come cambia il tuo stato d’animo quando il tuo intestino non è in forma? ☺️
Per i curiosi, una riflessione su stomaco, nervo frenico e nervo vago.
https://educarefisio.com/2024/10/21/stomaco-e-nervo-vago/