
25/02/2025
Quando 𝗶𝗹 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 emerge, 𝗻𝗼𝗻 è 𝗺𝗮𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗮 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: è 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗯𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮, 𝘁𝗿𝗶𝘀𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗲 𝗽𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗶𝘁𝗮 (Lorrie Brubacher) che si intrecciano e si alimentano a vicenda. Per chi prova dolore, questa sensazione può sembrare insopportabile e difficile da decifrare. Fa male essere rimproverati da chi ami, sentirsi trascurati, non visti.
Il nostro ruolo, come terapeuti, è quello di entrare in questo vissuto, avvicinarci con pazienza e scomporre il dolore, poco alla volta. Non si tratta di “risolverlo” o confortarlo subito ma di osservare con attenzione le sue sfumature, i cambiamenti nell’espressione del viso, nel tono di voce o nelle parole pronunciate, e di riconoscere le cosiddette “maniglie emotive”: quei piccoli segni che rivelano emozioni nascoste o stratificate.
Questi segnali, sono finestre aperte su ciò che il cliente sente ma forse non riesce ancora a esprimere con chiarezza. A volte esce fuori solo un elemento, la rabbia o la tristezza, ma sappiamo che tutte le emozioni legate al dolore sono lì vicine, pronte ad emergere quando ci sarà lo spazio sicuro per farlo.
E ciò che conta davvero, più di ogni altra cosa, è esserci. 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪 nelle stanze interiori più dolorose del nostro cliente, essere ok tutte le sue emozioni con rispetto e validazione.
P.s.: 📷 Gigante omino di pietre per indicare il sentiero e una piccolina vicino al rifugio 12 Apostoli.