Studio Olistico

Studio Olistico Esperienza e professionalità per il tuo benessere. Shiatsu, Massaggi Ayurvedici, Massaggi terapeutici, Emolinfatico, Linfodrenaggio. Counseling individuale.

Corsi di massaggio, oli essenziali, taping kinesiologico Cosa è e cosa fa il massaggio. Come agiscono le varie tecniche e come funzionano i vari tipi di massaggio. Cos'è lo shiatsu, come funziona, le basi della medicina tradizionale cinese sulle quali si appoggia. I corsi che svolgo al pubblico, di massaggio e altro....

Proposta di fin ottobre:
06/10/2025

Proposta di fin ottobre:

Stasera il Drago che ci fa paura diventerà nostro amico. A stasera🐉
03/10/2025

Stasera il Drago che ci fa paura diventerà nostro amico. A stasera🐉

26/09/2025
Ecco spiegato A spasso col Drago❣️
26/09/2025

Ecco spiegato A spasso col Drago❣️

C'è un solo modo per capire in che direzione andare. Devi seguire la tua 'paura'.
Essa ti mostrerà la via.
Fuggire da ciò che t'impaurisce è un modo per perdere il cammino: così facendo ti allontani sempre più da ciò che stai cercando.
Se hai timore di affrontare quella persona o quella situazione, si trova proprio lì il nodo da sciogliere.
Quel nodo che se riconosciuto e affrontato ti donerà le chiavi della libertà.
D'ora in poi, quindi, quando avvertirai paura, fastidio, irritazione e preoccupazione non fuggire. Rimani in ascolto di ciò che provi.
E con coraggio addentrati a scoprire il tesoro nascosto nel tuo malessere.
I tesori più preziosi vengono custoditi dal drago più terribile.
Per raggiungere i tesori, bisogna andare dal drago e baciarlo.

Bert Hellinger.

Ecco la mia proposta. Una serata leggera ma che aiuta molto ad allargare le nostre visioni. A detta di alcuni, potente😉
23/09/2025

Ecco la mia proposta. Una serata leggera ma che aiuta molto ad allargare le nostre visioni. A detta di alcuni, potente😉

23/09/2025

"IL NOSTRO CORPO È MOLTO INTELLIGENTE!

Ogni sintomo è un messaggio. Ogni diagnosi è un grido del corpo che ci chiede di ascoltare, non di combatterlo.
Quante volte abbiamo pensato: “Il mio corpo è impazzito. Ce l’ha con me.” Quando ci svegliamo con le articolazioni infiammate, con l’asma che stringe il petto, con un eczema che brucia o una pressione che sale senza preavviso, è facile pensare che qualcosa in noi si sia spezzato.
Che il nostro stesso organismo si stia ribellando.
Ma c’è un’altra verità, più profonda, più scomoda… ma anche più liberatoria. Il corpo non attacca mai se stesso. Mai. Non è progettato per autodistruggersi, ma per adattarsi, proteggersi e sopravvivere.
L’osteoporosi? Non è un fallimento osseo. È un tentativo disperato del corpo di liberare minerali alcalinizzanti per tamponare un terreno troppo acido.
Le vene varicose? Un sistema che prova a trovare vie alternative quando la circolazione non funziona più, spesso a causa di una linfa stagnante.
L’ansia? È il sistema nervoso che percepisce pericolo e attiva una modalità di sopravvivenza. È il corpo che urla: “Qualcosa non va, ma io ci provo lo stesso a starti accanto.”
Il colesterolo alto? È un cerotto. Il corpo lo produce per proteggere i tessuti infiammati, per costruire ormoni, per riparare ciò che è stato danneggiato.
L’insonnia? Non è un tradimento del sonno. È il corpo che ti sveglia perché qualcosa, dentro di te, ha bisogno di essere guardato in faccia. Emozioni. Dolore. Conflitti.
Eczemi, dermatiti? Una pelle che si fa valvola di sfogo, un organo emuntore che espelle tossine che non trovano altra via.
La tosse? Un atto di difesa, un modo per buttare fuori qualcosa che non deve rimanere dentro.
I tumori? La più dura delle verità. A volte, una capsula biologica per isolare tossine, conflitti, traumi antichi mai integrati. Un ultimo tentativo di contenimento.
Il vomito? Una via di uscita. Un rifiuto profondo. Una espulsione.
Le allergie? Un sistema immunitario che reagisce in modo iperattivo a ciò che percepisce come minaccia. Magari perché è esausto. Forse perché si sente invaso.
La stanchezza cronica (fatigue)?
È il corpo che dice: “Ho bisogno di rallentare. Sto conservando energia per qualcosa di più importante. La guarigione, forse.”
La gotta? Cristalli che si accumulano e che il corpo prova a sequestrare per evitare danni peggiori. Meglio dolore acuto che danno sistemico.
L’ipertensione? Un modo per mantenere ossigenazione in tessuti infiammati o in allarme costante.
L’asma? Una chiusura delle vie respiratorie. Ma non per punirti. Per limitare l’entrata di sostanze percepite come pericolose. Anche qui, è sopravvivenza.
Il corpo è un alleato instancabile. Non è contro di noi. Mai. Ci parla in un linguaggio che non sempre comprendiamo. Un linguaggio fatto di febbri, eruzioni cutanee, infiammazioni, alterazioni ormonali.
Ma è sempre lo stesso messaggio, sussurrato o urlato:” Guarda. Ascolta. Qualcosa ha bisogno di attenzione.”
Quando smettiamo di vedere i sintomi come nemici, e iniziamo a vederli come strategie di adattamento, cambia tutto. Non si tratta più di combattere contro se stessi, ma di accompagnare il corpo verso un equilibrio perduto. Di ricostruire ponti, non barricate."
(Patrizia Coffaro)

23/09/2025

"Tutto l'amore che ti fu negato nella tua infanzia devi rinunciare a cercarlo da grande perché nessuno te lo darà, neppure coloro che ti ameranno sul serio, perché loro ti ameranno da grande e tu inconsciamente vorrai essere amata da piccola.
Finché questa rinuncia non avverrà, ogni amore adulto è a rischio di fallimento, ogni tuo tentativo di amare non sarà che mendicare comprensione e, peggio ancora, il tuo amore per quanto intenso non sarà mai adulto, bensì sarà solo il continuo piagnucolare di un bambino smarrito."

tratto dal blog "Fiabe per adulti di cuore"
Image by Kathrin Honesta

28/08/2025

«L'inconscio di una persona è proiettato su un'altra persona, così che la prima accusa la seconda di ciò che trascura in se stessa.
Questo principio è di una validità talmente generale e allarmante che ognuno farebbe bene, prima di prendersela con gli altri, a mettersi a sedere e considerare molto attentamente se il mattone non dovrebbe essere gettato sulla propria testa.»

(C.G.Jung - Civiltà in transizione, Opere Vol. 10)

Ricordiamocelo: prestare attenzione a come ti parli.
26/08/2025

Ricordiamocelo: prestare attenzione a come ti parli.

Nel Giappone feudale, sotto il cielo spento di un’alba invernale, un giovane samurai di nome Daichi si allenava nel cortile del suo maestro, il veterano Masanobu.
La neve copriva il terreno e ogni respiro del ragazzo diventava fumo nell’aria, mentre ripeteva ancora e ancora i movimenti della sua katana.

Quel giorno, però, le sue mani tremavano più del solito e il suo sguardo restava fisso a terra. Masanobu, osservando dal portico, percepì il peso della sua tensione.
—Daichi —disse con voce ferma—, quali pensieri turbano così tanto il tuo spirito?

Il giovane lasciò cadere la spada sulla neve e, senza osare guardarlo, mormorò:
—Non sono abbastanza forte, maestro. La mia tecnica è goffa, la mia mente fragile… temo di non essere degno del cammino del samurai.

Masanobu scese i gradini con passo sereno fino a trovarsi davanti a lui.
—Conosci un vecchio proverbio? —chiese.

Daichi scosse la testa.
—Dice: “Non parlare mai male di te stesso, perché il guerriero dentro di te ascolterà quelle parole e si spezzerà.”

Il maestro raccolse una manciata di neve e la lasciò cadere nella mano del ragazzo.
—Osserva questa neve. Se dici che è debole, si scioglierà nel tuo palmo. Ma se riconosci che ha la forza di coprire montagne e bloccare sentieri, allora la rispetterai. Così funziona il tuo spirito: si indurisce o si dissolve secondo ciò che gli dici.

Il giovane rimase in silenzio.
—Ogni volta che ti insulti, il tuo guerriero interiore abbassa la guardia. E un samurai con l’anima ferita, anche se impugna la spada più affilata, ha già perso prima di combattere.

Daichi respirò a fondo, raccolse la katana e si inchinò con rispetto.
—Allora, da oggi, parlerò come se il mio guerriero interiore ascoltasse ogni parola… perché lo fa.

Masanobu accennò un lieve sorriso.
—Ricorda, Daichi: l’acciaio della spada lo plasma il fabbro; l’acciaio dello spirito, lo forgia la tua lingua.

E così, sotto la neve che continuava a cadere, il giovane samurai riprese il suo allenamento, con la certezza che la sua voce poteva diventare la sua arma più grande… o il suo peggior nemico.

20/08/2025

Ieri spiegavo a mio figlio perché è importante leggere; gli ho mostrato questa immagine…

“Perché quello che ha letto di meno alza la voce?” mi ha chiesto dopo un po’.

“Perché” gli ho risposto, “quando conosci un’unica strada sei convinto che sia l’unica giusta e la devi difendere a tutti i costi per non perdere la tua unica certezza. Se invece hai percorso tante e tante strade, impari in primis a rispettare tutti i percorsi (idee) altrui e, ancora più importante, impari a mettere sempre in dubbio ciò che credi poiché sai che vi possono essere infinite altre strade altrettanto giuste”.

Dal web

30/07/2025

𝐋𝐨𝐦𝐛𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐬𝐚… 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐞𝐧𝐚

Ci sono dolori che non gridano, ma sospirano.
Dolori che non si vedono, ma si portano.
La lombalgia non è solo “mal di schiena”.
È una narrazione silenziosa che il corpo fa quando il carico supera la capacità di sostenerlo.
È il dolore del “non ce la faccio più”, anche se nessuno lo dice.
È l’arco che cede, la base che traballa, la stabilità che vacilla.
È una richiesta di sostegno, molto prima che diventi un grido.

𝐋𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐥𝐨𝐦𝐛𝐚𝐫𝐞: 𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞

Cinque vertebre robuste. Un crocevia di forze.
Un punto di passaggio dove tutto converge: il peso del busto, le tensioni delle gambe, il movimento del bacino, la mobilità del respiro.
Qui si incontra il quotidiano: alzarsi, camminare, piegarsi, portare.
Ma anche sopportare.
La zona lombare è la nostra “radice” motoria.
E quando fa male, è come se tutta la persona si piegasse sotto qualcosa di invisibile.

𝐁𝐢𝐨𝐦𝐞𝐜𝐜𝐚𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐨𝐯𝐫𝐚𝐜𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨

Una disfunzione lombare non è mai solo muscolare.
Può partire da un disco intervertebrale disidratato, da un’articolazione rigida, da un psoas contratto, da un diaframma bloccato.
O, più spesso, da un equilibrio perso.
La muscolatura profonda si spegne, quella superficiale cerca di compensare.
Il bacino si ruota, il sacro si irrigidisce, i glutei smettono di sostenere.
E tu senti quel dolore sordo, profondo, che ti accompagna al mattino e ti rallenta la sera.

𝐏𝐨𝐬𝐭𝐮𝐫𝐚: 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐨

Chi ha dolore lombare cambia modo di camminare.
Evita certi movimenti. Fa gesti piccoli, controllati, a volte quasi impercettibili.
Ma il corpo racconta sempre.
C’è chi inarca la schiena per tenere tutto “su”.
C’è chi si piega in avanti, quasi a proteggere qualcosa.
C’è chi stringe i glutei, come a trattenere.
La lombalgia parla di postura, ma anche di storie:
come siamo cresciuti, cosa abbiamo trattenuto, quali pesi non abbiamo mai lasciato andare.

𝐎𝐬𝐭𝐞𝐨𝐩𝐚𝐭𝐢𝐚: 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐦𝐚 𝐮𝐧 𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨

Una seduta osteopatica non insegue il sintomo.
Va oltre. Va prima.
Cerca le cause, le relazioni, i significati.
Si lavora sulla mobilità delle vertebre, certo.
Ma anche sul respiro, sul bacino, sulle viscere, sulle emozioni.
Perché un dolore lombare può nascondere:
– un trauma mai risolto,
– una cicatrice che tira,
– un intestino che parla,
– una rabbia compressa.
Le mani giuste sanno ascoltare. E il corpo risponde.

𝐈𝐥 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐚

La lombalgia non vuole riposo assoluto.
Vuole movimento intelligente.
Non serve fare tanto. Serve fare bene.
Esercizi che risvegliano i glutei, che allungano lo psoas, che liberano la colonna.
Movimenti piccoli, precisi, progressivi.
Respiri profondi che nutrono la fascia, rilassano il sistema nervoso, aprono spazio.
Ogni movimento consapevole è un messaggio al cervello:
“Sono al sicuro. Posso lasciarmi andare.”

𝐈𝐥 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞

La zona lombare, nella psicosomatica, è legata al sostegno, alla sicurezza, alla fiducia.
Quando duole, spesso ci chiede:
– Su chi stai poggiando davvero?
– Che cosa stai trattenendo da troppo tempo?
– Ti fidi abbastanza da lasciare andare?
La zona lombare è il punto in cui l’azione prende forma.
Dove si trasformano pensieri in movimento.
È il centro del “fare”.
E se fa male… forse è il momento di sentire prima di agire.

𝐒𝐨𝐜𝐢𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐮𝐬𝐨

Viviamo in una società che ci fa stare seduti per ore, curvi, fermi.
Ma anche tesi, ansiosi, “di corsa”.
La lombalgia è la risposta moderna a uno stile di vita che dimentica il corpo e glorifica la testa.
È la schiena che ci chiede equilibrio:
tra produttività e riposo,
tra tensione e rilascio,
tra controllo e fiducia.

𝐒𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐞𝐧𝐚 𝐭𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚… 𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚𝐥𝐨.

Forse non è solo colpa della postura.
Forse è un linguaggio più profondo, più autentico.
Il tuo corpo non sbaglia.
Ti parla ogni giorno. Anche attraverso il dolore.
L’arte sta nell’imparare a decodificarlo.

📍 Ricevo a: Bologna – Ferrara – Imola – Padova – Cesena

📞 Contatto riservato: 335 588 4012

01/07/2025

Mettiamola così, senza troppi giri di parole: la Genesa Crystal è diventata l’ennesimo simbolo di come qualcosa di potente e significativo possa essere svuotato, banalizzato, trasformato in una moda patinata buona per vendere spiritualità in scatola. La vedi ovunque: nei centri olistici, sulle scrivanie dei “guru” da social, nei mercatini spirituali dove ogni oggetto sembra avere poteri miracolosi. Ma quanti di quelli che la fabbricano, la vendono o la consigliano hanno davvero idea di cosa stiano maneggiando? Quanti conoscono anche solo i rudimenti della radiestesia, delle onde di forma, dell’energia sottile?

Ormai è chiaro: la Genesa è diventata un affare, una faccenda di business più che uno strumento energetico consapevole. Un’icona del “fai spiritualità con stile”, ma senza sostanza. Si vende per il suo aspetto armonico, geometrico, seducente… ma quello che conta non è come appare, è come vibra. E purtroppo, nella maggior parte dei casi, vibra male. Molto male.

Dietro quell’intreccio elegante si nasconde spesso un’emissione disturbante. Non è un’opinione, è un dato energetico che chiunque abbia fatto misurazioni serie può confermare. In molti casi, la Genesa emette nella banda del cosiddetto Verde Negativo, un tipo di radiazione sottile altamente controversa, potenzialmente destabilizzante per il corpo eterico e per i campi vitali. E se non sai di cosa si tratta, fidati: non è qualcosa che vuoi amplificare nel tuo salotto.

Il punto è che la Genesa è una forma aperta. Non contiene, non filtra, non trasforma. Raccoglie ciò che c’è attorno e lo rilancia, come un altoparlante. Se l’ambiente è pulito, può riflettere qualcosa di buono. Ma se l’ambiente è carico di tensione, elettrosmog, emozioni stagnanti… amplifica tutto. Anche il disordine. Anche il caos. E non è difficile immaginare cosa possa succedere se la piazzi vicino al letto, o nella stanza dei bambini, convinto che stia “proteggendo” la casa.

Ma il problema più grande, forse, è che chi la costruisce oggi spesso non ha la minima idea di quello che sta facendo. Si copiano le misure da internet, si usano materiali qualunque, si assemblano a casaccio senza considerare né l’orientamento magnetico né la polarizzazione delle forme. Risultato? Un oggetto instabile, energeticamente dissonante, che magari è pure bello da vedere… ma suona come una chitarra scordata nel mezzo di un concerto di silenzi.

Eppure continuano a spacciarla per “armonizzatore”, “amplificatore di energia positiva”, “attivatore del DNA” e chi più ne ha più ne metta. Tutte frasi imparate a memoria, svuotate di senso, buone solo per attirare chi cerca qualcosa che funzioni senza doversi sporcare le mani con la verità.

Ma ecco la parte che a molti sfugge — e che, invece, andrebbe gridata con forza: la Genesa non è nata per stare in casa. Anzi, in casa perde completamente il suo significato. Non è progettata per lavorare negli spazi chiusi, artificiali, carichi di onde elettromagnetiche e confusione emotiva. La Genesa nasce per la terra. Sì, proprio così: per i campi, i giardini, gli orti. Dove il respiro del pianeta può attraversarla liberamente, dove l’energia della vita può interagire con la sua forma in modo naturale. Lì sì che può avere un senso. Lì può armonizzare, favorire la crescita delle piante, riequilibrare le frequenze ambientali, sostenere i cicli biologici.

Ed è proprio questo che intendeva il suo inventore. L’aveva pensata per sostenere la vitalità naturale, non per arredare salotti. Se potesse vedere come viene trattata oggi — con brillantini, led colorati e pubblicità che la spacciano per amuleto universale — probabilmente si rigirerebbe nella tomba… e chissà, magari emetterebbe anche lui un bel Verde Negativo d’indignazione.

In natura, invece, la Genesa può trovare il suo spazio. Tra gli alberi, vicino a una fonte d’acqua, in mezzo a un campo coltivato. Lì può respirare, vibrare, entrare in dialogo con i ritmi della terra. Ma dentro quattro mura, circondata da elettrodomestici, pensieri affannati e aria viziata… no. Lì è solo un corpo estraneo. E talvolta, anche pericoloso.

Pensaci un attimo: è come voler tenere un pesce rosso in una tazza da caffè. L’acqua c’è, certo. Ma non è l’ambiente giusto. Non può nuotare, non può crescere, non può fare ciò per cui è nato. Lo stesso vale per la Genesa. È stata concepita per un altro tipo di respiro. Per interagire con la vita, non con le pareti.

Quindi, per ca**tà: se proprio vuoi averne una, mettila in giardino. Lasciala dialogare con la luce, con la rugiada, con il vento. Falla vivere tra le radici, dove può essere utile. Ma in casa… no. Lì diventa solo un’altra decorazione spirituale che promette tanto e vibra poco.

E in fondo, se siamo onesti, questo dovrebbe bastare: la spiritualità non è un oggetto da comprare, è una consapevolezza da coltivare. E non tutto ciò che ha forma sacra porta con sé una funzione sacra. A volte è solo marketing con le sembianze del mistero.

E allora sì, meglio fermarsi, ascoltare, sentire. E ricordarsi che le cose davvero potenti non urlano, non brillano, e non si comprano con un click. Si sentono. E funzionano. Anche senza che nessuno le veda.

Ad Maiora, con cuore e spirito aperti.

© [2025] Cav. Luigi Albano. Testo originale ideato e scritto da me. Revisione ortografica e immagini a cura dell’intelligenza artificiale. Condivisibile solo citando l’autore e la fonte.

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