22/04/2025
Tumefatto.
Nero carbone sotto gli occhi, rosso gambero in fronte e dietro al collo, marrone terra sotto le unghie.
Respiro corto, affanno, battito accelerato.
Aria irrespirabile, penombra attorno a te.
Ci sono tutti i presupposti per essere finito prigioniero in qualche terra remota della Moldavia, ma sei semplicemente a casa tua il giorno dopo Pasquetta e quell'aria irrespirabile è frutto di una sola fonte: te stesso.
Lunedì dell'Angelo, pianificazione iniziata esattamente il martedì seguente alla Pasquetta dell'anno precedente, oltre 50 settimane fatte di sogni, speranze, conti approssimativi sulle quantità di cibo che serviranno per sfamare innumerevoli persone, conti molto larghi sulle quantità e tipologie di alcolici che serviranno per placare la sete degli assetati, voglia di superarsi ogni anno, zero paura per il futuro. Dobbiamo dircelo chiaramente, la nostra vita è scandita da Pasquette, viviamo l'intero anno aspettando che arrivi quel giorno e il giorno seguente ci svegliamo (se ci svegliamo) con la tristezza che sistematicamente colpirebbe un adolescente alla fine dell'estate, facendo il conto alla rovescia su quanto tempo manchi fino alla prossima; praticamente una sorta di Jack Skeletron di Tim Burton ma anziché essere intrappolati nel mondo di Halloween noi siamo intrappolati, felicemente, nel mondo della Pasquetta, il cui ingresso non è l'orifizio in un tronco d'albero bensì l'orifizio in una botte di vino.
Pasquetta, questo italico evento che ci unisce tutti con lo stesso filo conduttore fatto di cattivi costumi, brutti usi e pessime tradizioni giunge alla sua edizione del 2025, e il 90% delle persone l'ha passata esattamente così, l'altro 10% o ha usato vino non buono o ancora non si è svegliato.
La sveglia è per tutti compresa tra le 9.00 e le 13.30, quest'anno con una notizia shock al risveglio che accomuna tutti: è morto Papa Francesco. Un paio di messaggi di sgomento per questo sconvolgente avvenimento, qualche amico che ripesca la teoria del complotto secondo cui il papa in realtà sarebbe scomparso già da settimane (titolo di studio: video di Fabrizio Corona), qualche amico che viene letteralmente demolito dalla notizia che in questa giornata non si potrà scommettere sulla serie A causa sospensione di tutte le partite, e questo per lui è il vero lutto, qualcuno che per compensare il vuoto ludopatico inizia a buttare fuori qualche scommessa sul possibile nuovo papa. Insomma, se l'inizio è questo ci sarà da divertirsi.
L'appuntamento presso il locus amoenus (il quale deve necessariamente riportare l'uomo almeno per questa giornata a riconciliarsi con la natura e con il vivere allo stato più brado e selvaggio possibile) è a pranzo, tale concetto è vagamente interpretabile per cui molto spesso i primi invitati arrivano prima del proprietario terriero e gli ultimi arrivano verso le 18.00.
Il 90% delle persone che conosci, lo rincontri a Pasquetta. Il problema è che nel gruppo Pasquetta puntualmente ci sono almeno 17 persone che nessuno ha mai visto prima d'ora e dopo di allora. Semplicemente queste persone esistono per fare le comparse a Pasquetta.
Le successive 8 ore saranno un viaggio interiore per ogni singolo individuo che si riconoscerà sempre meno nell'essere umano contemporaneo e sempre più nell'homo habilis, il quale ha sviluppato l'abilità di usare un solo braccio, mentre con l'altro regge costantemente un bicchiere lurido contenente un liquido che teoricamente dovrebbe essere birra/vino ma praticamente è un miscuglio di avanzi di carne, vino, birra, terreno, acqua piovana, diesel, svelto per piatti, ketchup, noccioli di olive e giusto un pizzico di aceto. Il bicchiere diventa naturale estensione del corpo già flaccido dell'individuo, il quale con facoltà neuromotorie sempre meno funzionali deve destreggiarsi con l'unico arto superiore libero, talvolta utilizzando anche l'ausilio degli arti inferiori, per accaparrarsi il cibo e non perire la fame.
La fame. Già. Si è speso un budget per il cibo che tipicamente potrebbe essere utilizzato per inviare un tir di aiuti umanitari a Gaza e parte del cibo tornerebbe indietro semplicemente perché non c'è spazio per tutto; praticamente il pre-aperitivo a testa potrebbe essere in molte case un pranzo domenicale abbondante per 6 persone. Eppure, nonostante la deformazione terrificante dello stomaco di ognuno, ogniqualvolta vi è un nuovo arrivo commestibile pronto a passare per le fiamme della brace, si crea una calca di affamati che, a vederli a primo impatto, rimanderebbero all'idea di persone che non si nutrono da diverse settimane, una folla di scimmie che si avvinghia sull'unica banana disponibile di quel mese. E' proprio lo spirito dell'uomo primitivo che nel periodo della caccia si gonfiava quanto più poteva per poter resistere al freddo e ai tempi di magra. Peccato che i tempi di magra per i suddetti elementi non esisteranno e ciò che conseguirà da questa grande abbuffata sarà solo la compromissione del colesterolo e dei trigliceridi.
Tutto questo cibo dovrà pur appoggiarsi su qualcosa, e l'equazione 50 ml di alcol per ogni 50 g di cibo sembra effettivamente funzionare. I denti cominciano ad allontanarsi in maniera molto marcata dal colore bianco, un mix di colori che vanno dalle sfumature della carne, alternati a pezzi neri di bruciatura (perché se il 50% della carne non lo bruci o lo fai cadere nella terra (e in entrambi i casi lo mangi lo stesso) significa che non stai vivendo davvero), fino ad arrivare alle sfumature violacee del vino. Le barbe degli uomini sono un contenitore di ricordi, portano con se sapori e momenti di questa giornata. Le mani sono rigorosamente pulite come quelle di un meccanico di periferia. La vista appannata come quella di un pugile dopo aver preso due ganci per occhio. L'olfatto non distingue più la puzza di plastica bruciata dall'odore di una salsiccia, nel frattempo però capelli, vestiti, pelle, organi interni, stanno tutti assorbendo man mano quell'odore di carbonizzato che ti porterai dietro fino a settembre.
I commensali a questo punto sono convinti anche di comunicare tra loro, di scambiarsi opinioni sul possibile nuovo papa, delle politiche economico-centriste del decennio attuale, su quali scenari affronterà il mondo come conseguenza delle scelte di Trump, sulla caduta completa del binomio partito-ideali a seguito del crollo della Prima Repubblica che ha fatto spazio ad un'epoca in cui si va per il leader e non per la sua bandiera, di come Thauvin potesse effettivamente recuperare per Torino Udinese e sull'importanza di Mirko Valdifiori nella prima impostazione ai tempi dell'Empoli di Sarri, ma anche sull'eccessivo valore dato al 2 del Napoli a Monza, quotato a 1.70, e del recente viaggio spaziale di vip tutti al femminile sponsorizzato Bezos. Ma non comunicano, si scambiano versi indecifrabili, eppure si capiscono. Ruttano, urlano, abbaiano, bevono. Si capiscono.
Ma non c'è individuo che, preso dai fumi dell'alcol e dai fumi della brace, non senta il necessario bisogno di mettersi in movimento, di mettersi in gioco e di mostrarsi più forte degli altri in qualcosa. Parte ogni tipo di sport che inizialmente prevede l'utilizzo di un oggetto sferico, dopodiché inizia ad andare bene qualsiasi cosa. Vedi in ordine: pallavolo, badminton, ping pong (sempre con la stessa rete altezza 1.30 m), curling, rugby fatto con un limone, baseball fatto con lancio del limone e invece della classica mazza si preferisce l'utilizzo di una comodissima pala scavatrice, e senza distinzione di razza, sesso o religione si va avanti così, perdendo sempre più la concezione di cosa sia pericoloso e non, assottigliando sempre di più il confine tra il "divertente" e il "doloroso".
L'essere umano pasquettaiolo sente il bisogno di divertirsi facendo un po' male all'altro, specialmente ama dilettarsi in pratiche che prevedano il lancio di un qualche cosa scommettendo di riuscire a colpire una ben precisa parte del corpo trasandato di un secondo essere umano pasquettaiolo situato a distanza X. Comincia ad essere una mattanza, una vera guerra tra arcieri e lanciatori, il cibo inizia ad essere distinto tra il "commestibile" e il "lanciabile" e spesso questi due concetti si alternano o si fondono, con l'unico obiettivo di rimanere sazi, ubriachi e capaci di infliggere dolore al prossimo. Qualcuno, vista la troppa distanza tra le opinioni in gioco, pensa bene di risolvere il tutto con un amichevolissimo incontro di sumo che può solo finire, inevitabilmente, con la rovinosa caduta (e rumorosa) al suolo di tutti i partecipanti coinvolgendo anche parte del pubblico spettatore.
Il tutto sotto un rovente sole di 28 gradi, che a te è parso essere almeno di 45.
Cala la notte, arriva la freschezza. Sul tuo viso chiazze di ustione da sole e chiazze di nero carbone dopo esserti grattato la guancia con quelle mani che non vedono pulizia dall'epoca dei mammut.
E' il momento di andar via, per qualcuno. E' il momento di vivere, per qualcun altro.
Bisogna accendere un fuoco per mantenersi caldi in queste ultime battute.
Bisogna trovare una ragione per finire quel vino avanzato.
Bisogna creare uno spazio per collocare gli amari.
E allora via con giochi improponibili e scommesse assurde tipo "Se non indovini come si chiamava il primo animale domestico di Ignazio La Russa devi bere un cicchetto di grappa", "Chi non pesca 3 assi di fila beve 100 ml di rosso corretto con Jagermeister" e così via.
E' notte fonda, è rimasto solo quel fuoco a illuminare i volti dei sopravvissuti in mezzo al buio pesto. Attorno a te è tutto distrutto, restano poche gocce di vino e qualche wurstel marcio. Mentre scoppiettano gli ultimi pezzi di legno, nel tuo mare di felicità e ubriachezza si crea un piccolo squarcio di malinconia sapendo che stai andando in contro alla fine. E' stato un bellissimo viaggio, ma sta finendo. Come potrò svegliarmi domani sapendo che tutto ciò è finito?
Il giorno dopo poi capisci che già è tanto che ti sei svegliato. Sorridi pensando a ciò che è stato. Sorridi pensando a che stagione ci sarà, a tutte le tappe che ti separano da Pasquetta 2026.
Perché alla fine puoi essere un re, un magistrato o un grande uomo...varcato il portone della Pasquetta, siamo tutti uguali di fronte ad essa, tutti accomunati dallo stesso destino.
(nei commenti foto con alcuni riferimenti)