19/09/2025
La tiroidite di Hashimoto, anche detta tiroidite linfocitaria, è una infiammazione cronica autoimmune che colpisce la ghiandola tiroide delle donne con frequenza quattro volte maggiore rispetto agli uomini ed è causa di una riduzione nella produzione degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo) e di un aumento del rischio di sviluppare il cancro della tiroide. L’età media di insorgenza è tra i 30 e i 50 anni. I sintomi dipendono dal fatto che la ghiandola infiammata non secerne i due ormoni di sua pertinenza: la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4). Da questi ormoni dipendono molteplici funzioni fisiologiche primarie e secondarie, tra cui il metabolismo basale, la termoregolazione, il battito cardiaco. Per questo molti sintomi sono causati dal deficit ormonale, come stanchezza, gonfiore, aumento di peso, temperatura corporea patologicamente bassa, dolori articolari, intestino pigro, stipsi, meteorismo, crisi di tristezza immotivate, ansia, disturbi del sonno, pelle secca e atrofica, unghie fragili, perdita di capelli, aritmia, difficoltà di concentrazione.
Uno dei principali nutrienti di cui la tiroide ha bisogno per funzionare correttamente è lo iodio che è presente in alcuni alimenti come pesce e uova.
Un altro importante nutriente che non può mancare nella dieta per la tiroidite di Hashimoto è il selenio, antiossidante che aiuta a proteggere la tiroide dai danni causati dai radicali liberi. Alimenti ricchi di selenio sono noci, funghi, tonno e pollo.
Gli alimenti ricchi di antiossidanti sono frutti e verdure come mirtilli, frutti di bosco, pomodori, carote, spinaci.
È importante ridurre cibi che possono interferire con la funzione tiroidea, come gli alimenti contenenti glutatione, un composto che può ridurre la produzione di ormoni tiroidei, che troviamo in broccoli, cavoli, cavolfiori e r**e.
La dieta per la tiroidite di Hashimoto prevede l’eliminazione degli alimenti poco salubri e altamente infiammatori come gli alimenti raffinati, i dolci, i cibi fritti, le carni rosse e i latticini.