Anna Biancardi - Psicologa

Anna Biancardi - Psicologa Supporto Psicologico Online / Esperto in Tecniche per la Gestione dell'ansia ® / Coaching Relazionale Percorsi Online

A volte non è ansia, non è paura, e nemmeno troppa adrenalina.È semplicemente il cervello che resta acceso.La notte prim...
27/10/2025

A volte non è ansia, non è paura, e nemmeno troppa adrenalina.
È semplicemente il cervello che resta acceso.

La notte prima di un viaggio, di un evento o di qualcosa di nuovo, molti non riescono a dormire — e non perché siano agitati. A livello cosciente si sentono tranquilli, ma il cervello… è già in movimento.

Le neuroscienze spiegano che l’attività della corteccia prefrontale e dei centri attentivi rimane più alta del normale quando il cervello sta “preparando” il giorno dopo. È come se facesse delle prove: organizza, simula, prevede.
Nel frattempo, l’amigdala resta un po’ più vigile, perché tutto ciò che è nuovo o fuori routine viene registrato come qualcosa che richiede attenzione. Non allarme, ma attenzione.

Il risultato? Il corpo rimane in una lieve iperattivazione, il ritmo cardiaco è appena più alto, la temperatura corporea non scende come dovrebbe — e il sonno fatica ad arrivare.

Non è un segno che stai male.
È il cervello che sta solo cercando di aiutarti a essere pronto.

A volte, non serve “forzarsi” a dormire. Basta accorgersi che il corpo è già in viaggio, anche se tu sei ancora a letto.

24/10/2025

"Ho iniziato terapia ma sto peggio di prima."
Lo so, è normale.
"Dopo la sessione a volte mi sento peggio."
Lo capisco.

Perché il corpo e la mente smettono di anestetizzare, e cominciano a parlare.
Ti sembra di perdere il controllo, ma in realtà è la prima volta che lo riprendi davvero.

Quando inizi a sentire, emergono rabbia, tristezza, paura, ricordi che credevi sepolti, e anche sintomi fisici che sembrano tornare.
Non è un passo indietro. È il corpo che si sveglia, e ti dice: “ora posso sentire, ora posso guarire”.

La guarigione non è una linea retta, è una discesa dentro di te.
E fa male, sì. Ma quel dolore è il segno che non ti stai più nascondendo.

Perché si guarisce quando si sente tutto, non quando si evita di sentire.
E solo attraversando tutto — anche il buio — si arriva a quella pace che non è assenza di sintomi, ma presenza di te.

22/10/2025

Spesso nelle relazioni ci concentriamo troppo su cosa facciamo per l’altro, e poco su come il nostro gesto risuona con il suo bisogno reale. 💭
In psicologia questo concetto è noto come sintonizzazione affettiva (affective attunement, Stern, 1985) o attunement emotiva nella teoria dell’Emotionally Focused Therapy (Greenberg & Johnson, 1988).

La sintonizzazione affettiva significa riuscire a percepire e rispondere ai bisogni emotivi dell’altro in modo congruente. Quando questo non accade, si crea una disconnessione emotiva, che può generare frustrazione, rabbia, senso di colpa o ansia. Non è che non ci sia amore: il cervello semplicemente non percepisce il bisogno soddisfatto.

Gli studi sull’attaccamento adulto (Bowlby, 1969; Mikulincer & Shaver, 2016) mostrano che le persone con esperienze di accudimento incoerente tendono a interpretare le risposte del partner attraverso il filtro di schemi interiori precoci. Così, anche gesti gentili possono essere percepiti come insufficienti se non rispondono esattamente al bisogno espresso.

Ecco perché imparare a esprimere chiaramente i propri bisogni, osservare le risposte dell’altro senza giudizio e comunicare le proprie emozioni in modo diretto ma non accusatorio è fondamentale.
In questo modo possiamo costruire relazioni che nutrono davvero, riducendo fraintendimenti e tensioni inutili.

💡 Piccolo spunto pratico: prima di reagire, prova a chiederti: “Qual è il bisogno reale che sto esprimendo? Il partner lo ha percepito? C’è qualcosa che posso chiarire senza colpa?”
Piccoli aggiustamenti di sintonizzazione possono fare una differenza enorme nel sentirsi visti, compresi e amati.

06/10/2025

Nei momenti in cui ti senti perso e i dubbi sembrano sovrastarti, fermati e ascolta. Le parole del poeta irlandese David White ci ricordano che anche nel silenzio più profondo, il cammino trova chi sa restare presente.

Il sistema nervoso è molto più che “ansia o calma”: è una rete complessa che regola tutto il nostro corpo e le nostre em...
03/09/2025

Il sistema nervoso è molto più che “ansia o calma”: è una rete complessa che regola tutto il nostro corpo e le nostre emozioni.

Negli ultimi decenni, la Polyvagal Theory di Stephen Porges ha evidenziato come il nervo vago sia cruciale per la regolazione, distinguendo tra un ramo ventrale (connessione e sicurezza) e uno dorsale (immobilizzazione e spegnimento). Questo ci aiuta a capire perché a volte ci sentiamo iperattivati o spenti e come possiamo intervenire in modo mirato.

La finestra di tolleranza (Hanna, 1997; Siegel, 2012) non è solo un concetto teorico: è una mappa pratica. Sapere dove siamo ci permette di scegliere gli strumenti più adatti — dal respiro al movimento, alla co-regolazione con altre persone o con la natura — e di allenare il nostro corpo a tornare al centro.

Se ti riconosci nei segnali di iper- o ipo-attivazione, o vuoi imparare a regolare il tuo sistema nervoso giorno per giorno, ci sono percorsi guidati che ti accompagnano passo passo, senza giudizio, e con tecniche scientificamente supportate. 🌱

📚:

Porges, S. W. (2011). The Polyvagal Theory: Neurophysiological Foundations of Emotions, Attachment, Communication, and Self-regulation.

Siegel, D. J. (2012). The Developing Mind: How Relationships and the Brain Interact to Shape Who We Are.

Hanna, D. (1997). Trauma & Recovery

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