15/07/2025
𝐀𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐎𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐈𝐈 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢, 𝐢𝐧𝐬𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐚𝐥𝐯𝐨𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐢𝐜𝐮𝐬𝐩𝐢𝐝𝐞 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐭𝐢 𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝟐 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 “𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐛𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐢” 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐮𝐝 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚
🎯Per la prima volta nel Sud Italia, sono stati eseguiti con successo dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli i primi due impianti transcatetere della valvola tricuspide “senza bisturi”. Si tratta di un risultato medico e tecnologico molto rilevante per la cura di pazienti affetti da insufficienza della valvola tricuspide severa, una malattia cardiaca spesso invalidante per la quale, fino ad oggi, non esistevano alternative terapeutiche nei casi più complessi.
✍“𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑑𝑢𝑟𝑎, 𝑎𝑙𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑖 𝑖𝑛 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎, 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑑𝑒 𝑙’𝑖𝑛𝑠𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑣𝑜𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑛𝑎 𝑓𝑒𝑚𝑜𝑟𝑎𝑙𝑒, 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑣𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑟𝑢𝑟𝑔𝑖𝑐𝑜 𝑎 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑜 – spiega 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐄𝐬𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐨, Direttore del Dipartimento di Scienze cardiovascolari, diagnostica per immagini e rete tempo dipendente delle emergenze cardiovascolari dell’Azienda federiciana e coordinatore del team multidisciplinare che ha eseguito i due interventi innovativi – 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑜𝑝𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑡𝑒𝑟𝑎𝑝𝑒𝑢𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑑 𝑎𝑙𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜, 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑢𝑠𝑖 𝑠𝑖𝑎 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑟𝑢𝑟𝑔𝑖𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑖𝑎 𝑑𝑎 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑣𝑎𝑠𝑖𝑣𝑒”.
👉L’insufficienza tricuspidalica colpisce fino al 2-3% della popolazione adulta e ha una prevalenza crescente nelle fasce d’età più avanzate. Chiamata anche rigurgito tricuspidalico, è una condizione in cui la valvola tricuspide, che si trova tra l'atrio destro e il ventricolo destro del cuore, non si chiude correttamente durante la contrazione del cuore, permettendo al sangue di rifluire nell'atrio destro.
✍“𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑟𝑒𝑓𝑙𝑢𝑠𝑠𝑜 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑖, 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑢𝑖 𝑙’𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑒 𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑓𝑒𝑔𝑎𝑡𝑜, 𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑎𝑓𝑓𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜, 𝑔𝑜𝑛𝑓𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑔𝑎𝑚𝑏𝑒 𝑒 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑖𝑐𝑜𝑙𝑡𝑎̀ 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 – continua Esposito - 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑡𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑎𝑑 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑐𝑟𝑜𝑛𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑢𝑛 𝑝𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑖𝑛𝑣𝑎𝑙𝑖𝑑𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑖 𝑖𝑛 𝑜𝑠𝑝𝑒𝑑𝑎𝑙𝑒”.
👉Come tutte le procedure complesse, anche l’innovativa procedura mini-invasiva ha richiesto un’attenta pianificazione e la piena collaborazione di un team multidisciplinare. Oltre al professore Giovanni Esposito, hanno contribuito anche le professoresse 𝐂𝐚𝐫𝐦𝐞𝐧 𝐒𝐩𝐚𝐜𝐜𝐚𝐫𝐨𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚 ed 𝐀𝐧𝐧𝐚 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐳𝐨𝐧𝐞, le dottoresse 𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐈𝐥𝐚𝐫𝐝𝐢 e 𝐑𝐚𝐜𝐡𝐞𝐥𝐞 𝐌𝐚𝐧𝐳𝐨, l’anestesista dott. 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐌𝐞𝐨 e il personale tecnico e infermieristico del Laboratorio di Emodinamica.
✍“𝐼𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝑐𝑖 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑔𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑑 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑜𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑛 𝑡𝑒𝑐𝑛𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎, 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑒𝑡𝑒𝑛𝑧𝑒, 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒𝑞𝑢𝑜 𝑒 𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒”, sottolinea il Direttore Generale 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐋𝐨𝐧𝐠𝐨.
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