Mudita - Gruppo di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara

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Mudita - Gruppo di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara Meditazione il sabato alle 17:30

Grazie a tutti per questa sera. Questo è il libro da cui è tratto il passaggio che abbiamo letto dopo la meditazione e c...
15/11/2025

Grazie a tutti per questa sera. Questo è il libro da cui è tratto il passaggio che abbiamo letto dopo la meditazione e che trascrivo qui di seguito.

In Occidente la Via di Mezzo viene fraintesa da molti. Pensano che significhi un modo di praticare facile e comodo. Ma quest’idea del Sentiero è semplicemente un prodotto dei kilesa, il risultato di inquinanti mentali come la pigrizia e la presunzione. Fare degli sforzi è difficile perché implica muoversi nella direzione opposta a quella degli inquinanti. C’è un desiderio congenito di semplicemente rilassarsi o di impegnarsi in un’attività che ci fa sentire a nostro agio, qualche occupazione abituale diventata una nostra seconda natura e perciò comoda e poco coinvolgente. Trattandosi di un’abitudine la mente non fa fatica ad applicarcisi. Non occorre alcun reale sforzo.
Addestrare la mente a prendere nuove direzioni invece è molto più arduo e difficile. Muoversi in senso opposto rispetto alle tendenze abituali, andare controcorrente, richiede uno sforzo mentale determinato che deve essere intenzionalmente generato e applicato. Se per esempio una persona, analizzando se stessa, nota una grande avidità verso il cibo, potrebbe deliberatamente scegliere del cibo non saporito per arrestare la dinamica della golosità e riportare la sua mente a uno stato di equilibrio. Se il problema è un’eccessiva importanza data al sapore, potrebbe optare per un tipo di cibo semplice, poco allettante, con l’unica finalità di fornire all’organismo lo stretto necessario per nutrirsi. Siccome l’avidità verso il cibo, quello gustoso, attira la sua mente nella direzione sbagliata, ha bisogno di una pratica in grado di riportarla in una posizione equilibrata. Analogamente, quando ci accorgiamo che un qualsiasi altro stato mentale disturba la nostra pratica meditativa, dobbiamo cercare il giusto antidoto. Questa è la Via di Mezzo.
La Via di Mezzo consiste in pratiche atte a stimolare l’energia da finalizzare alla correzione degli squilibri abituali prodotti dai kilesa. Se, sotto l’influenza degli inquinanti, la mente va in una determinata direzione, dobbiamo applicare un contrappeso dall’altra parte per riportarla al centro. Solo mantenendo la nostra consapevolezza nel momento presente, saremo in grado di vedere con chiarezza dove si trovano quegli squilibri. Il momento presente è il punto di equilibrio per la mente. La mente si ferma su questo istante solo, qui e ora. Passato e futuro sono concetti di cui gli inquinanti si servono per ingannarci. Sono ombre alle quali ci afferriamo sviluppando attaccamento per poi subirne le inevitabili conseguenze. Il passato è una narrazione – non ha alcuna realtà. E il futuro è una speculazione – anch’esso privo di realtà. L’unica realtà è il Dhamma, in questo preciso istante.
Una volta parlavo con un conoscente riguardo all’argomento del tempo passato, futuro e presente. Egli commentò che il presente passa molto rapidamente. Tra me e me pensai: non è così. Il presente non cambia. Non vi è movimento nel presente. Il presente è solo il presente, tutto qua. Il presente è insito nel nostro intimo. I cambiamenti avvengono all’esterno. Cambiamenti si producono negli eventi e nei fenomeni esteriori che sorgono e svaniscono, ma quelle cose sono più o meno illusorie. Il presente non cambia. Tutto intorno a noi sta cambiando, ma il presente è uno stato mentale dalle radici profonde che non muta.
Osservando il momento presente, cominciamo a farci un’idea della nostra situazione interiore. Ci rendiamo conto della quantità di lavoro da svolgere ancora e quindi anche della direzione da prendere. Vedendo come procedere, diventiamo consapevoli della portata del nostro compito e capiamo dove nella nostra meditazione dovrebbe essere applicato lo sforzo. In sostanza, essendo presenti, noi stiamo coltivando la retta consapevolezza. Diventiamo sempre più intensamente coscienti di anicca o impermanenza. Ciò che viene visto consapevolmente si rivela essere un’apparenza in continuo cambiamento. Ci rendiamo conto che i suoni che udiamo consapevolmente vanno e vengono in continuazione. Cominciamo a comprendere la natura dell’impermanenza che pervade ogni cosa.

Saggezza non comune, vita e insegnamenti di Ajaan Pannāvaddho, a cura di Ajaan Dick Sīlaratano, Edizioni Santacittarama, 2020.

Anche questo sabato, 15 novembre, avremo il nostro consueto incontro di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara, il...
12/11/2025

Anche questo sabato, 15 novembre, avremo il nostro consueto incontro di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara, il tempio buddhista Theravada di Napoli.
L’incontro si svolge dalle 17:30 alle 18:45 circa.
Il tempio si trova in via G. Tomasi di Lampedusa n.91, nei pressi della fermata “Frullone” della Metropolitana, Linea 1.
L’accesso è gratuito e senza necessità di prenotazione. È preferibile indossare un abbigliamento comodo.
Per chi viene in macchina o in moto, ricordiamo che i veicoli vanno parcheggiati fuori dal parco in cui si trova il tempio. Accanto alla stazione “Frullone” c’è un ampio parcheggio pubblico.
Per informazioni e contatti:
- email: meditazione.buddhista.napoli@gmail.com
- tel. 3498159967 (Antonio); 3928799972 (Antonello); 3287619750 (Loredana)

Ancora qualche foto di ieri sera.Visti l’apprezzamento e l’ampia partecipazione, abbiamo già deciso con Bhante Vajiragna...
09/11/2025

Ancora qualche foto di ieri sera.
Visti l’apprezzamento e l’ampia partecipazione, abbiamo già deciso con Bhante Vajiragnana e con Priscilla che a breve ripeteremo questo incontro.



Il Kathina è una delle festività più importanti e sentite del calendario buddhista, che ricorre alla fine del “Vassa”, i...
29/10/2025

Il Kathina è una delle festività più importanti e sentite del calendario buddhista, che ricorre alla fine del “Vassa”, il periodo delle piogge monsoniche di circa tre mesi durante il quale i monaci, secondo la tradizione, sospendevano ogni spostamento restando in ritiro nei monasteri. Finita la stagione delle piogge, viene celebrato il nuovo incontro dei monaci con la comunità laica e ribadito il rapporto di reciproco sostegno tra monaci e laici, simboleggiato soprattutto dalla donazione delle stoffe per la cucitura delle nuove vesti monacali.
Quest’anno il Kathina si celebrerà al Napoli Buddhist Vihara nel pomeriggio di sabato 1 novembre e domenica 2 novembre fino alle 14:30.
Tutti possono partecipare liberamente.
Data la concomitanza con le celebrazioni, questa settimana non ci sarà la nostra consueta meditazione del sabato alle 17:30.
Per informazioni:
- email: meditazione.buddhista.napoli@gmail.com
- tel. 3498159967 (Antonio); 3928799972 (Antonello); 3287619750 (Loredana)

Grazie a tutti per questa sera. Questo è il libro da cui è tratto il passaggio che abbiamo letto dopo la meditazione e c...
25/10/2025

Grazie a tutti per questa sera. Questo è il libro da cui è tratto il passaggio che abbiamo letto dopo la meditazione e che trascrivo qui di seguito:

Quando la saggezza è sviluppata e coltivata seguendo la Quarta Nobile Verità […], essa scopre il segreto della vita, la realtà delle cose così come sono. Quando si scopre il segreto, quando si vede la Verità, tutte le forze che febbrilmente producono la continuità del samsāra, illudendoci, si calmano e non sono più capaci di produrre delle nuove formazioni karmiche, perché non c’è più illusione, non c’è più “sete” per la continuità. È come una malattia mentale, che è curata quando il paziente scopre e vede la causa o il segreto della sua malattia.
Nella maggioranza delle religioni il summum bonum si ottiene solo dopo la morte. Invece il nirvāna può essere realizzato in questa stessa vita; non è necessario aspettare di morire per “conseguirlo”.
Chi ha realizzato la Verità, il nirvāna, è l’essere più felice del mondo. È libero da tutti i “complessi”, da tutte le ossessioni, le preoccupazioni e le difficoltà che tormentano gli altri. La sua salute mentale è perfetta. Non si rammarica per il passato, non si preoccupa dell’avvenire, vive pienamente nell’istante presente. Apprezza le cose e ne gioisce nel senso più puro, senza alcuna proiezione egoica. È gioioso, esultante, gode della vita pura; le sue facoltà sono soddisfatte, libere dall’ansietà, serene e in pace. Essendo libero dai desideri egoistici, dall’odio, dall’ignoranza, dalla vanità, dall’orgoglio e da altri simili “impedimenti”, egli è puro e gentile, pieno di amore universale, di compassione, di bontà, di simpatia, di comprensione e di tolleranza. Rende servizio agli altri nel modo più puro, perché non ha pensieri egoistici. Non cerca alcun guadagno, non accumula nulla, neanche beni spirituali, perché è libero dall’illusione del “sé” e dalla “sete” di divenire.
Il nirvāna è al di là di ogni dualità e relatività. È dunque al di là dei concetti comuni di bene e di male, di giusto e sbagliato, di esistenza e di non-esistenza. Anche la parola “felicità” (sukha), che si usa per descrivere il nirvāna, ha quindi un senso completamente diverso. Una volta Sāriputta disse: “O amico, il nirvāna è la felicità! Il nirvāna è la felicità!”. Allora Udāyi chiese: “Ma, amico Sāriputta, che felicità può esserci se non ci sono sensazioni?” La risposta di Sāriputta fu altamente filosofica e oltre la comprensione ordinaria: “Il fatto stesso che non ci siano sensazioni, è la felicità”.
Il nirvāna è al di là della logica e del ragionamento (atakkāvacara). Anche se siamo tentati di impegnarci, sovente per un vano passatempo intellettuale, in discussioni speculative sul nirvāna o sulla Verità Ultima o la Realtà, non li comprenderemo mai in tal modo. Un bambino dell’asilo non dovrebbe discutere della teoria della relatività. Ma se prosegue negli studi con pazienza e applicazione, un giorno forse potrà comprenderla. Il nirvāna deve “essere realizzato dai saggi dentro se stessi (paccattam veditabbo vinnūhi). Se seguiamo il Sentiero con pazienza e applicazione, se ci esercitiamo e ci purifichiamo seriamente, se otteniamo il necessario sviluppo spirituale, forse un giorno ci sarà possibile realizzarlo dentro di noi, senza gravarci di parole enigmatiche e altisonanti.

Walpola Rahula, L’insegnamento del Buddha, Adelphi, 2019.

Una breve intervista a StoryTime (Radio Canale Italia) sulla nostra attività.
25/10/2025

Una breve intervista a StoryTime (Radio Canale Italia) sulla nostra attività.

Intervista a StoryTime (Radio Canale Italia) del 18.10.2025.

Anche questo sabato, 25 ottobre, avremo il nostro consueto incontro di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara, il ...
22/10/2025

Anche questo sabato, 25 ottobre, avremo il nostro consueto incontro di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara, il tempio buddhista Theravada di Napoli.
L’incontro si svolge dalle 17:30 alle 18:45 circa.
Il tempio si trova in via G. Tomasi di Lampedusa n.91, nei pressi della fermata “Frullone” della Metropolitana, Linea 1.
L’accesso è gratuito e senza necessità di prenotazione. È preferibile indossare un abbigliamento comodo.
Per chi viene in macchina o in moto, ricordiamo che i veicoli vanno parcheggiati fuori dal parco in cui si trova il tempio. Accanto alla stazione “Frullone” c’è un ampio parcheggio pubblico.
Per informazioni e contatti:
- email: meditazione.buddhista.napoli@gmail.com
- tel. 3498159967 (Antonio); 3928799972 (Antonello); 3287619750 (Loredana)

Grazie a tutti per questa sera. Questo è il libro da cui è tratta la versione del Ganakamoggallāna Sutta che abbiamo let...
18/10/2025

Grazie a tutti per questa sera. Questo è il libro da cui è tratta la versione del Ganakamoggallāna Sutta che abbiamo letto dopo la meditazione, leggermente adattata dagli autori rispetto alla versione originale presente nel Canone Pāli (Majjhima Nikāya, 107). Trascrivo il testo qui di seguito:

A Sāvatthi, città dell’India del nord, c’era un grande centro, dove la gente si recava per meditare e ascoltare gli insegnamenti del Buddha. Per anni, un giovane ci era andato ogni sera, ma senza mai mettere in pratica le istruzioni. Una volta arrivò in anticipo e trovò il Buddha da solo. Gli si avvicinò e disse:
“Signore, c’è una domanda che continua a venirmi in mente e a far sorgere in me dei dubbi”.
“Davvero? Non ci dovrebbero essere dubbi sul sentiero; meglio chiarirli subito. Qual è il problema?”
“Signore, sono molti anni che frequento questo luogo e ho notato che ci sono molti eremiti intorno a Voi, monaci e monache, e che alcuni di loro sono con Voi da anni. La mia impressione è che molti abbiano raggiunto lo stadio finale e che, di conseguenza, siano pienamente liberati; vedo, inoltre, che altri hanno ottenuto dei cambiamenti nella loro vita e sono migliori di prima. Ma ci sono anche molte persone, compreso me, che sono rimaste com’erano, o che sono persino peggiorate. Perché accade questo? La gente viene da Voi perché siete un grande uomo pienamente illuminato, una persona tanto compassionevole e potente. Perché non usate il vostro potere e la vostra compassione per liberarli tutti?”
Il Buddha sorrise e disse:
“Ragazzo, dove abiti? E dove sei nato?”
“Vivo qui a Sāvatthi”.
“Sì, ma i tratti del tuo viso indicano che non sei di queste parti. Di dove sei originario?”
“Sono di Rājagaha, la capitale del Magadha. Mi sono stabilito a Sāvatthi alcuni anni fa”.
“Hai forse interrotto tutte le relazioni con Rājagaha?”
“No, ho ancora dei parenti là, degli amici ed anche degli affari”.
“Allora certamente dovrai recarti da Sāvatthi a Rājagaha abbastanza spesso”.
“Sì, ci vado molte volte l’anno, vado e poi ritorno a Sāvatthi”.
“Avendo percorso molte volte la via che va da qui a Rājagaha, di sicuro la conoscerai bene”.
“Sì, la conosco perfettamente. Potrei dire che, avendola percorsa tante volte, la ritroverei a occhi chiusi”.
“E i tuoi amici, quelli che ti conoscono bene, di certo sanno che sei originario di Rājagaha, che ti sei stabilito qui, che ci vai spesso e che, perciò, conosci molto bene la strada da qui a Rājagaha”.
“Sì, tutti quelli che mi sono vicini sanno che ci vado spesso e che conosco perfettamente la strada”.
“Allora può accadere che qualcuno ti chieda di spiegargli il percorso da qui a Rājagaha. Gli nascondi qualcosa o glielo spieghi in modo chiaro?”
“Che cosa c’è da nascondere? Glielo spiego in modo più chiaro che posso: dirigiti verso est, poi prosegui andando diritto fino a che raggiungi Benares, da lì continua fino a Gayā e infine arriverai a Rājagaha. Lo spiego con molta chiarezza, signore”.
“E queste persone cui dai spiegazioni dettagliate, arrivano tutte a Rājagaha?”
“No, certo non tutte, signore! Solo coloro che avranno completato tutto il percorso raggiungeranno Rājagaha”.
“E’ proprio questo che voglio farti capire, ragazzo. La gente viene da me sapendo che ho percorso tutto il sentiero da qui al Nibbāna, che lo conosco perfettamente e mi domandano: ‘Qual è il sentiero per raggiungere il Nibbāna, per raggiungere la liberazione?’ Non avendo nulla da nascondere, glielo spiego in modo chiaro: ‘Questo è il sentiero’. Se qualcuno si limitasse ad annuire dicendo: ‘Ben detto, ben detto, un sentiero molto buono, ma non voglio muovervi un passo; un sentiero meraviglioso, ma non voglio prendermi la briga di percorrerlo’, come potrebbe raggiungere la meta finale? Non posso caricarmi nessuno sulle spalle per portarlo alla meta finale. Nessuno può condurre un altro portandolo sulle proprie spalle fino alla meta finale. Al massimo, con amore e compassione, può dire: ‘Questo è il sentiero e in questo modo io l’ho percorso. Impegnatevi, seguitelo anche voi e raggiungerete la meta finale’; ma ognuno deve compiere il cammino da sé, deve compiere ogni passo sul sentiero da solo. Chi è avanzato di un passo, è di un passo più vicino alla meta. Chi ha fatto cento passi, è di cento passi più vicino alla meta. Chi ha fatto tutti i passi ha raggiunto la meta finale. Solo tu puoi percorrere il sentiero”.

William Hart – S. N. Goenka, Perché meditare?, Diana Edizioni, 2020.

Anche questo sabato, 18 ottobre, avremo il nostro consueto incontro di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara, il ...
15/10/2025

Anche questo sabato, 18 ottobre, avremo il nostro consueto incontro di meditazione presso il Napoli Buddhist Vihara, il tempio buddhista Theravada di Napoli.
L’incontro si svolge dalle 17:30 alle 18:45 circa.
Il tempio si trova in via G. Tomasi di Lampedusa n.91, nei pressi della fermata “Frullone” della Metropolitana, Linea 1.
L’accesso è gratuito e senza necessità di prenotazione. È preferibile indossare un abbigliamento comodo.
Per chi viene in macchina o in moto, ricordiamo che i veicoli vanno parcheggiati fuori dal parco in cui si trova il tempio. Accanto alla stazione “Frullone” c’è un ampio parcheggio pubblico.
Per informazioni e contatti:
- email: meditazione.buddhista.napoli@gmail.com
- tel. 3498159967 (Antonio); 3928799972 (Antonello); 3287619750 (Loredana)

Indirizzo

Via Giuseppe Tomasi Di Lampedusa N. 91
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80145

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