Pascotto - Istituto per la Salute degli Occhi

Pascotto - Istituto per la Salute degli Occhi PAGINA UFFICIALE DEL CENTRO PASCOTTO - Un'ampia ed attrezzata struttura dedicata alla cura degli occhi Sito ufficiale: www.oculisticapascotto.it
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Un riferimento in Campania per la diagnosi e la terapia delle malattie degli occhi. E' una tradizione nel campo dell'oculistica e dell'ottica che si rinnova da oltre cent'anni, con costanti aggiornamenti didattici e strumentali, per assistere al meglio i pazienti che richiedono cure per gli occhi o benefici per il miglioramento della qualità della vita, come avviene con gli interventi per la miopia o per la cataratta. E' un gruppo attivo socialmente: lo dimostrano le numerose pubblicazioni effettuate in Rete, in cui vengono diffuse le informazioni più recenti sui progressi dell'oftalmologia. E' ricca di contenuti anche la pagina facebook, finestra libera per la condivisione di costanti aggiornamenti utili per la salute degli occhi. Il Centro Oculistico Pascotto è una struttura privata presente nella città di Napoli. La struttura si avvale di una superficie di 330 metri quadri ed assiste sia pazienti privati sia quelli coperti da assicurazione. Nel prossimo futuro, sarà in grado di fornire anche un proprio piano di assicurazione sanitaria. La struttura era nata nel 2001 come semplice studio oculistico del dottor Antonio Pascotto, oculista formatosi a Genova ed erede di una lunga tradizione nell'ambito dell'oculistica e dell'optometria. Il primo ottico (oggi si direbbe optometrista) della famiglia di cui vi è notizia fu un certo Prof. Antonio Pascotto che, proveniente dal Triveneto, nel 1906 stabilì la propria attività al Corso Umberto I di Napoli, a pochi passi dall'attuale sede del Centro Oculistico Pascotto, che è diventato tale quando è stata costituita la Pascotto srl, nel 2011, anno del primo ampliamento dei locali.

Glaucoma: individuati nuovi biomarcatori naturali per una diagnosi più precoceIl glaucoma è una delle principali cause d...
17/11/2025

Glaucoma: individuati nuovi biomarcatori naturali per una diagnosi più precoce

Il glaucoma è una delle principali cause di cecità irreversibile: una malattia silenziosa che danneggia progressivamente le cellule nervose della retina. Oggi, però, arriva una notizia che apre nuove strade alla ricerca.

Un gruppo di studiosi dell’Università del Missouri ha individuato due molecole naturali – agmatina e tiamina (vitamina B1) – che sembrano avere un ruolo chiave nella protezione della retina.

Biomarcatori precoci: queste sostanze, se misurate nel sangue o nei fluidi oculari, potrebbero diventare indicatori utili per diagnosticare il glaucoma in fase iniziale, quando ancora non si sono manifestati danni alla vista.

Nuove terapie: nei modelli sperimentali, l’aumento di agmatina e tiamina ha ridotto l’infiammazione, protetto le cellule nervose e migliorato la funzione visiva.

I risultati sono promettenti: non si tratta ancora di una cura definitiva, ma di un passo importante verso strategie che possano non solo rallentare, ma forse bloccare o invertire parte del danno provocato dal glaucoma.

Come sottolineano i ricercatori, la speranza è che in futuro basti un semplice esame del sangue per individuare precocemente chi è a rischio, permettendo di intervenire prima che la perdita visiva diventi irreversibile.

Il glaucoma è una malattia subdola, spesso scoperta troppo tardi. La ricerca scientifica continua a lavorare per offrire strumenti di prevenzione e terapie sempre più efficaci.

🏥 𝗣𝗮𝘀𝗰𝗼𝘁𝘁𝗼 - 𝗜𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗢𝗰𝗰𝗵𝗶
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BALAD: un nuovo segnale da non sottovalutare nella maculopatia essudativa (nAMD)La Degenerazione Maculare Neovascolare (...
16/11/2025

BALAD: un nuovo segnale da non sottovalutare nella maculopatia essudativa (nAMD)

La Degenerazione Maculare Neovascolare (nAMD), conosciuta anche come maculopatia essudativa, è tra le principali cause di perdita visiva grave. Oggi, grazie a strumenti diagnostici avanzati come la Tomografia a Coerenza Ottica (OCT), è possibile riconoscere segni sempre più precoci della malattia.

Uno di questi è il BALAD (Bacillary Layer Detachment): un riscontro OCT recentemente identificato che si sta affermando come biomarcatore della forma più aggressiva di nAMD.

Cos’è il BALAD?

• Definizione: un distacco che interessa lo strato dei fotorecettori della retina.
• Aspetto all’OCT: si presenta come una cavità liquida a cupola, ben delimitata, tra la Membrana Limitante Esterna (ELM) e la Zona Elissoide (EZ).
• Significato clinico: indica una forte attività essudativa dovuta a vasi anomali particolarmente aggressivi, capaci di separare le delicate strutture retiniche.

Perché è importante riconoscerlo?

• Segnale di aggressività: associato a forme di nAMD molto attive, spesso con piccole emorragie.
• Richiede intervento rapido: trattamenti tempestivi con farmaci anti-VEGF possono portare a una risoluzione veloce del distacco e a un recupero visivo significativo.
• Prognosi: anche se il BALAD tende a risolversi con la terapia, segnala un rischio maggiore di fibrosi sottoretinica, che può compromettere la vista nel lungo periodo.

Cosa ci insegna l’esperienza clinica

Studi recenti hanno mostrato che i pazienti trattati prontamente con terapia anti-VEGF hanno avuto un miglioramento visivo e anatomico. Al contrario, chi ha rifiutato il trattamento è andato incontro a cicatrici retiniche e perdita irreversibile della vista.

La combinazione di OCT e Angiografia OCT (OCTA) è oggi fondamentale per individuare questi segni e guidare strategie terapeutiche efficaci.

Il messaggio chiave

Il BALAD è un vero campanello d’allarme: segnala una fase molto attiva della maculopatia e richiede diagnosi tempestiva e trattamento deciso. Solo così è possibile proteggere la funzione visiva e ridurre il rischio di danni permanenti.

Se noti cambiamenti nella tua vista, non rimandare: una visita specialistica con diagnostica avanzata è il primo passo per tutelare i tuoi occhi.

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Eylea HD: stabilità visiva con intervalli più lunghiDurante il recente congresso dell’American Academy of Ophthalmology,...
15/11/2025

Eylea HD: stabilità visiva con intervalli più lunghi

Durante il recente congresso dell’American Academy of Ophthalmology, sono stati presentati i risultati dello studio ELARA sull’uso di aflibercept 8 mg (Eylea HD) in pazienti con degenerazione maculare senile (AMD neovascolare) e edema maculare diabetico (DME) già trattati in precedenza.

Il protocollo prevedeva sette iniezioni con frequenza mensile seguite da una strategia “treat-and-extend” (trattamento e prolungamento dell’intervallo). I risultati? Un miglioramento significativo della funzione visiva e una riduzione dello spessore retinico:

• Nei pazienti con AMD neovascolare: +2,3 lettere nella vista e –32 µm di spessore retinico.
• Nei pazienti con DME: quasi +3 lettere e –50 µm di spessore.

Un altro dato interessante arriva dal mondo reale: secondo l’IRIS Registry, nei pazienti naïve (mai trattati prima), l’intervallo tra le iniezioni può essere esteso fino a 12 settimane, mantenendo la stabilità visiva. Anche nei pazienti già trattati con aflibercept 2 mg, il passaggio alla formulazione da 8 mg ha permesso di allungare ulteriormente i tempi tra le somministrazioni.

Nessun nuovo segnale di allarme sul piano della sicurezza: il profilo di tollerabilità resta eccellente.

Questi risultati confermano il potenziale di aflibercept 8 mg nel migliorare la qualità di vita dei pazienti, riducendo al tempo stesso la frequenza delle visite e delle iniezioni.

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Retina: quando serve un secondo intervento dopo la retinopessia pneumatica?Un recente studio pubblicato su Ophthalmology...
14/11/2025

Retina: quando serve un secondo intervento dopo la retinopessia pneumatica?

Un recente studio pubblicato su Ophthalmology Retina ha analizzato i dati di oltre 9.000 occhi trattati con retinopessia pneumatica per distacco di retina. Il risultato? Il 64,9% dei casi ha avuto successo con un solo intervento. Tuttavia, in circa il 9,4% degli occhi che inizialmente si erano riattaccati, si è reso necessario un secondo intervento: una vitrectomia via pars plana, per motivi non direttamente legati al distacco retinico.

Le cause più frequenti di questo secondo intervento sono state:

• Degenerazione del corpo vitreo (32,5%)
• Pucker maculare (27,0%)
• Opacità vitreali (19,6%)

Le procedure più eseguite? La vitrectomia semplice (30,8%) e la rimozione della membrana limitante interna (25,7%).

Va considerato che il follow-up medio dello studio è stato di quasi 4 anni, un periodo abbastanza lungo da includere anche condizioni insorte indipendentemente dal primo intervento.

Questo studio ci ricorda che, pur essendo una tecnica minimamente invasiva e spesso risolutiva, la retinopessia pneumatica può richiedere un monitoraggio attento nel tempo. La salute della retina è un percorso, non un singolo passo.

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Occhio alla secchezza oculare: nuove frontiere nella cura del Dry EyeLa secchezza oculare (Dry Eye Disease, DED) è una c...
13/11/2025

Occhio alla secchezza oculare: nuove frontiere nella cura del Dry Eye

La secchezza oculare (Dry Eye Disease, DED) è una condizione sempre più diffusa, spesso sottovalutata, che può compromettere seriamente la qualità della vita. Ma oggi, grazie all’evoluzione della ricerca scientifica, stiamo assistendo a un vero e proprio cambio di paradigma nella sua gestione.

Una recente tavola rotonda tra esperti internazionali ha messo al centro un concetto chiave: ottimizzare la funzione lacrimale per ottenere un sollievo duraturo. Non si tratta più solo di "idratare" l’occhio, ma di comprendere a fondo le cause — distinguendo tra forme evaporative e da deficit acquoso — e intervenire in modo mirato.

Tra le novità più promettenti:

- Perfluoroesilottano: migliora la stabilità del film lacrimale
- Ciclosporina 0,1%: modulatore dell’infiammazione oculare
- Acoltremon: stimolatore neurogenico della secrezione lacrimale, recentemente approvato dalla FDA

Questi trattamenti non solo agiscono sulla superficie oculare, ma mirano a ripristinare l’equilibrio funzionale del sistema lacrimale. I risultati dei trial clinici COMET-2 e COMET-3 confermano l’efficacia di queste terapie, sia in termini di parametri oggettivi (come il test di Schirmer) che di percezione soggettiva del paziente (SANDE score).

Un altro punto cruciale? L’integrazione nella pratica quotidiana. Gli esperti sottolineano l’importanza di:

• Educare il paziente e gestire le aspettative
• Monitorare l’aderenza terapeutica
• Personalizzare il percorso di cura

La secchezza oculare non è più una condizione da "tamponare", ma da comprendere e trattare in modo strategico.

Se soffri di fastidi oculari, bruciore, sensazione di corpo estraneo o visione fluttuante, potrebbe trattarsi di DED. Parlane con uno specialista: la soluzione potrebbe essere più vicina di quanto pensi.

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Dormire con la luce accesa: un’abitudine da ripensarePotrebbe sembrare un gesto innocuo, quasi rassicurante. Eppure, las...
12/11/2025

Dormire con la luce accesa: un’abitudine da ripensare

Potrebbe sembrare un gesto innocuo, quasi rassicurante. Eppure, lasciare una luce accesa durante la notte può avere effetti tutt’altro che trascurabili sulla salute degli occhi — e non solo.

Cosa accade davvero quando dormiamo con la luce?

Anche a palpebre chiuse, la luce riesce a filtrare e raggiungere la retina, stimolando le cellule fotosensibili e quelle che regolano il ritmo circadiano, il nostro orologio biologico. Il risultato? La retina non si “spegne” mai del tutto, rimanendo in uno stato di allerta visiva.

Le conseguenze al risveglio

Questa stimolazione continua può provocare:

• affaticamento oculare,
• secchezza degli occhi,
• visione appannata al mattino.

Effetti sul sonno e sulla salute generale

La luce artificiale notturna può interferire con la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce il sonno profondo e la rigenerazione cellulare — inclusa quella dei tessuti oculari. Dormire in ambienti illuminati, quindi, non solo disturba il riposo, ma può compromettere i processi di recupero dell’organismo.

E nei più giovani? Attenzione alla miopia

Alcune ricerche hanno evidenziato un legame tra l’esposizione alla luce durante il sonno e un aumento del rischio di miopia, soprattutto in bambini e adolescenti. La luce interferisce con lo sviluppo naturale del bulbo oculare, che tende ad allungarsi, alterando la messa a fuoco delle immagini sulla retina.

Un consiglio pratico

Se proprio non si riesce a rinunciare a una fonte luminosa notturna, meglio optare per una luce tenue, calda e posizionata lontano dal viso. Un piccolo accorgimento che può fare una grande differenza.

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Nevo oculare: quando è davvero necessario rimuoverlo?Un nevo oculare è, in parole semplici, un “neo” dell’occhio: un acc...
11/11/2025

Nevo oculare: quando è davvero necessario rimuoverlo?

Un nevo oculare è, in parole semplici, un “neo” dell’occhio: un accumulo di cellule pigmentate che può comparire sulla superficie (congiuntiva) o all’interno dell’occhio, nella zona della coroide.

Nella maggior parte dei casi si tratta di una formazione benigna e stabile nel tempo, molto simile ai nei cutanei. Per questo motivo, la prima regola è non allarmarsi né pensare subito alla rimozione: ciò che conta è monitorarlo con attenzione.

Il controllo medico prevede:

• Fotografia e misurazione del nevo
• Osservazione periodica per verificare eventuali cambiamenti di forma, colore o dimensione

La rimozione chirurgica viene presa in considerazione solo in situazioni specifiche:

• Quando il nevo si trova sulla congiuntiva ed è esteticamente fastidioso o in crescita
• Se ci sono dubbi sulla natura delle cellule
• In caso di irritazione, infiammazione o alterazioni della superficie oculare

Per i nevi interni (coroideali), l’approccio è diverso: non si rimuovono chirurgicamente, ma si tengono sotto controllo con esami ecografici. Solo se mostrano segni sospetti si interviene con trattamenti mirati come laser o radioterapia localizzata.

In sintesi: il nevo oculare non è sempre un problema, ma va osservato con competenza. La prevenzione passa dalla conoscenza e dai controlli regolari.

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Una nuova arma contro la miopia nei bambini: approvato nel Regno Unito il collirio RyjuneaUna notizia importante arriva ...
10/11/2025

Una nuova arma contro la miopia nei bambini: approvato nel Regno Unito il collirio Ryjunea

Una notizia importante arriva dal Regno Unito: l’agenzia regolatoria MHRA ha approvato Ryjunea, un collirio a base di atropina a basso dosaggio (0,1 mg/mL), indicato per rallentare la progressione della miopia nei bambini tra i 3 e i 14 anni.

Perché è rilevante?

La miopia infantile è in forte aumento a livello globale e rappresenta una sfida crescente per la salute pubblica. Intervenire precocemente è fondamentale per ridurre il rischio di complicanze visive in età adulta. Ryjunea si rivolge ai piccoli pazienti con una progressione miopica superiore a 0,50 diottrie l’anno e un difetto visivo compreso tra -0,50 D e -6,00 D.

Un percorso internazionale

Dopo il lancio iniziale in Germania e l’approvazione da parte della Commissione Europea, Ryjunea ottiene ora il via libera anche nel Regno Unito. Il prodotto è frutto della collaborazione tra Sydnexis e Santen, che ne detiene i diritti di commercializzazione in Europa, Medio Oriente e Africa.

Fondato su evidenze scientifiche

L’approvazione è supportata dai risultati dello studio globale STAR, che ha confermato la sicurezza e l’efficacia dell’atropina a basso dosaggio nel trattamento della miopia pediatrica.

In sintesi

Questa approvazione rappresenta un passo avanti concreto nella lotta alla miopia progressiva nei bambini, offrendo una nuova possibilità terapeutica basata su evidenze solide e già disponibile in Europa.

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Occlusione retinica: quando ogni dettaglio contaNell’immagine: il fondo oculare di un paziente con occlusione dell’arter...
09/11/2025

Occlusione retinica: quando ogni dettaglio conta

Nell’immagine: il fondo oculare di un paziente con occlusione dell’arteria centrale della retina (CRAO), con risparmio dell’arteria cilioretinica. La zona centrale, ancora vitale, è irrorata da questa arteria accessoria, che può preservare parzialmente la visione.

Un caso raro, ma significativo.

L’occlusione dell’arteria centrale della retina è una condizione grave, che può causare una perdita improvvisa e profonda della vista. Ma in alcuni pazienti, una piccola arteria accessoria – la cilioretinica – può continuare a nutrire la zona centrale della retina, offrendo una possibilità di recupero visivo.

Questo dettaglio anatomico, presente solo in una parte della popolazione, può fare la differenza tra cecità e visione utile.

La retina è un tessuto estremamente sensibile: ogni variazione nel flusso sanguigno può avere conseguenze importanti. Per questo, la diagnosi precoce e la valutazione vascolare sono strumenti chiave nella cura della vista.

Al Centro Oculistico Pascotto ci occupiamo ogni giorno di patologie retiniche complesse, con un approccio multidisciplinare e tecnologie avanzate. Ma sono i dettagli a guidare le scelte migliori per ogni paziente.

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Immagine di Dr-Muzamil Hussain Baloch

Oltre i confini della professione: la visione ispiratrice della Dott.ssa Marguerite McDonaldNel primo episodio del podca...
08/11/2025

Oltre i confini della professione: la visione ispiratrice della Dott.ssa Marguerite McDonald

Nel primo episodio del podcast “Beyond The Walls” di Ophthalmology Times, la Dott.ssa Deborah Ristvedt ha intervistato una vera pioniera dell’oftalmologia moderna: la Dott.ssa Marguerite B. McDonald. Un nome che ha lasciato un segno indelebile nella chirurgia refrattiva e nella ricerca sull’occhio secco.

La sua storia inizia con un episodio toccante: da bambina, affetta da una miopia severa non diagnosticata, cadde in uno stagno, che non era riuscita a vedere. Fu quel momento a cambiare tutto. Dopo la diagnosi di miopia maligna e la prima esperienza con gli occhiali, scoprì un mondo nuovo: “Ho visto un albero e ho capito che tutte quelle foglioline che trovavo a terra… stavano lassù, tutte insieme”. Un ricordo che ha acceso in lei la scintilla per una carriera straordinaria.

La sua visione – “Un giorno vedremo tutti senza occhiali o lenti” – si è concretizzata quando ha eseguito il primo intervento al mondo con laser ad eccimeri. Da allora, la sua dedizione alla cura del paziente e alla ricerca non si è mai fermata.

Oggi la Dott.ssa McDonald è impegnata nello studio delle membrane amniotiche per le patologie della superficie oculare, con risultati promettenti nella chirurgia dello pterigio. Ma non è solo la scienza a guidarla: “I pazienti sono la nostra stella polare”, afferma. E aggiunge: “Il rispetto reciproco nel team è fondamentale. Ascoltare è leadership.”

Ai giovani oculisti offre un consiglio semplice ma potente: “Fatevi avanti. Non serve essere invadenti, basta dire: ‘Se c’è spazio, mi piacerebbe far parte di quel gruppo. Non si può vincere se non si prova.”

Una testimonianza che ci ricorda quanto la passione, la resilienza e l’umanità siano il cuore pulsante della medicina.

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Novità dalla Ricerca sul Glaucoma: Un Passo Avanti per la Continuità della Cura​Il glaucoma è una patologia cronica e pr...
07/11/2025

Novità dalla Ricerca sul Glaucoma: Un Passo Avanti per la Continuità della Cura

​Il glaucoma è una patologia cronica e progressiva che richiede una cura costante nel tempo. Sappiamo che la sfida più grande è mantenere una terapia a lungo termine che sia efficace, sicura e ben tollerata per anni. La continuità del trattamento è fondamentale per preservare la vista.

Da un recente studio scientifico, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, emergono dati molto incoraggianti riguardo un farmaco di nuova generazione: Omidenepag Isopropyl (OMDI).

​Il Cuore dello Studio: Maggiore "Persistenza" nella Terapia

​I ricercatori hanno condotto un'analisi approfondita su migliaia di pazienti con glaucoma, confrontando l'aderenza nel tempo a diverse terapie di prima linea.

​Il Risultato Principale: I pazienti che hanno iniziato il trattamento con Omidenepag Isopropyl (OMDI) hanno mostrato una persistenza terapeutica significativamente più lunga rispetto a chi utilizzava altre soluzioni come i tradizionali analoghi delle prostaglandine (FP).

• ​Dopo 3 anni, il 27.0% dei pazienti trattati con OMDI continuava la terapia, contro il 20.9% di quelli trattati con FP.
• ​La durata media di utilizzo continuo (mediana) di OMDI è stata di 281 giorni, molto più lunga rispetto ai 204 giorni degli FP e ai 152 giorni dei beta-bloccanti (BB).

​Perché è Importante per Voi?

​Questo dato scientifico si traduce in un beneficio concreto nella vita di tutti i giorni:

​Migliore Tollerabilità e Minori Effetti Collaterali: I farmaci della classe FP, sebbene efficaci, possono causare la cosiddetta periorbitopatia associata a prostaglandine (PAP), con alterazioni estetiche nella zona oculare. L'Omidenepag Isopropyl (OMDI), grazie al suo meccanismo d'azione differente, non sembra indurre la PAP.

​Per il paziente: Meno effetti collaterali indesiderati e cosmetici si traducono in una maggiore serenità e volontà di non interrompere la cura.

​Minore Tasso di Abbandono Iniziale: Lo studio ha evidenziato che l'Omidenepag Isopropyl presenta un tasso di abbandono iniziale inferiore.

​Per il paziente: Iniziare una terapia che si riesce a seguire più facilmente sin dai primi mesi è un ottimo punto di partenza per una gestione efficace e duratura del glaucoma.

​La Nostra Conclusione

​Questi risultati indicano che l'Omidenepag Isopropyl rappresenta una opzione di prima linea molto promettente per la gestione a lungo termine del glaucoma. Scegliere un farmaco che il paziente tollera bene e che è incline a continuare è fondamentale per la nostra missione: proteggere la vista nel tempo.

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Glaucoma: i primi due anni fanno la differenzaUna recente analisi condotta su 254 pazienti ha rivelato un dato significa...
06/11/2025

Glaucoma: i primi due anni fanno la differenza

Una recente analisi condotta su 254 pazienti ha rivelato un dato significativo per chi convive con il glaucoma: il ritmo con cui peggiora il campo visivo nei primi due anni può anticipare l’evoluzione futura della malattia.

Ogni calo di 0,1 dB/anno nella deviazione media del campo visivo (MD) è stato associato a:

• 🔺 Un aumento del 16% del rischio di progressione clinica
• 🔺 Un incremento del 32% del rischio nei pazienti con glaucoma in fase iniziale
• 🔺 Un aumento del 12% nei casi già moderati o avanzati

Questi risultati, ottenuti secondo i criteri FDA e le metodologie di analisi della progressione, sottolineano l’importanza di monitoraggi precoci e regolari. Intercettare tempestivamente i segnali di peggioramento può fare la differenza nel preservare la vista.

La prevenzione non è solo una parola: è una strategia. E il tempo, nel glaucoma, è un alleato prezioso.

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Indirizzo

Corso Umberto I, 179
Naples
80138

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 20:00
Sabato 08:00 - 20:00

Telefono

+390815542792

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Cos’è il Centro Oculistico Pascotto

Un riferimento in Campania per la diagnosi e la terapia delle malattie degli occhi. E' una tradizione nel campo dell'oculistica e dell'ottica che si rinnova da oltre cent'anni, con costanti aggiornamenti didattici e strumentali, per assistere al meglio i pazienti che richiedono cure per gli occhi o benefici per il miglioramento della qualità della vita, come avviene con gli interventi per la miopia o per la cataratta. E' un gruppo attivo socialmente: lo dimostrano le numerose pubblicazioni effettuate in Rete, in cui vengono diffuse le informazioni più recenti sui progressi dell'oftalmologia. E' ricca di contenuti anche la pagina facebook, finestra libera per la condivisione di costanti aggiornamenti utili per la salute degli occhi. Il Centro Oculistico Pascotto è una struttura privata presente nelle città di Napoli e Caserta. La struttura principale, quella di Napoli, si avvale di una superficie di 250 metri quadri ed assiste sia pazienti privati sia quelli coperti da assicurazione. Nel prossimo futuro, sarà in grado di fornire anche un proprio piano di assicurazione sanitaria. La sede di Napoli Centro La struttura era nata nel 2001 come semplice studio oculistico del dottor Antonio Pascotto, oculista formatosi a Genova ed erede di una lunga tradizione nell'ambito dell'oculistica e dell'optometria. Il primo ottico (oggi si direbbe optometrista) della famiglia di cui vi è notizia fu un certo Prof. Antonio Pascotto che, proveniente dal Triveneto, nel 1906 stabilì la propria attività al Corso Umberto I di Napoli, a pochi passi dall'attuale sede del Centro Oculistico Pascotto, che è diventato tale quando è stata costituita la Pascotto srl, nel 2011, anno del primo ampliamento dei locali. La struttura di Caserta Realizzata nel 2003, anche questa sede si è nel tempo ampliata ed adeguata alle crescenti esigenze assistenziali del territorio. L'attuale sede si trova in una delle principali arterie della città, in via Roma, ove può servire agevolmente coloro che provengono dall'ampia area di Terra di Lavoro. Sito ufficiale: www.oculisticapascotto.it