24/08/2025
TUMORI PRESACRALI E RETRORETTALI: UNA SFIDA RARA MA CRUCIALE IN CHIRURGIA COLORETTALE
I tumori presacrali (o retrorettali) costituiscono un gruppo eterogeneo di lesioni che si sviluppano nello spazio compreso tra il retto e l’osso sacro. Si tratta di patologie rare, spesso misconosciute e talvolta diagnosticate tardivamente, poiché i sintomi possono essere sfumati o aspecifici: dolore pelvico, difficoltà evacuative, infezioni ricorrenti o masse palpabili alla visita rettale.
Tipologie principali
• Cisti congenite ed embrionali:
• Tailgut cyst: residuo dell’intestino embrionale posteriore, può presentare rischio di trasformazione maligna.
• Cisti dermoidi ed epidermoidi: di derivazione ectodermica, possono contenere cheratina, peli o materiale sebaceo.
• Cisti enterogeniche: rivestite da mucosa intestinale, talvolta secernenti.
• Tumori ossei e dei tessuti molli:
• Cordomi: neoplasie maligne rare che originano dai residui della notocorda, a crescita lenta ma localmente aggressive.
• Teratomi, tumori neurogeni o vascolari completano lo spettro delle possibili lesioni.
Perché sono rilevanti?
• La maggior parte è benigna, ma alcuni casi hanno potenziale maligno.
• Possono complicarsi con infezioni croniche, fistole perineali, o compressione su retto, vescica e nervi pelvici.
• La diagnosi precoce tramite risonanza magnetica (gold standard) e TAC è essenziale per caratterizzare la lesione e pianificare l’intervento.
Il trattamento: chirurgia su misura
La terapia di scelta è quasi sempre chirurgica, con l’obiettivo dell’asportazione completa della lesione, evitando recidive e complicanze. La strategia dipende da dimensioni, sede e rapporto con il sacro:
• Approccio perineale posteriore (via parasacrale o trans-sacrale): indicato per lesioni basse, sotto al livello di S3. Permette un accesso diretto allo spazio retrorettale.
• Approccio addominale tradizionale: preferito per masse alte, sopra S3, in cui è necessario mobilizzare il retto e proteggere le strutture pelviche.
• Chirurgia mini-invasiva: negli ultimi anni, laparoscopia e robotica hanno rivoluzionato l’approccio a questi tumori, consentendo dissezioni più precise, riduzione del sanguinamento e recupero post-operatorio più rapido.
• Approcci combinati (addomino-sacrali): richiesti nei casi più complessi, quando la massa si estende cranio-caudalmente e non è sufficiente un singolo accesso.
Multidisciplinarietà
La complessità di queste patologie impone la collaborazione tra chirurgo colorettale, ortopedico, neurochirurgo, radiologo e oncologo, soprattutto per i casi maligni o recidivi.
In sintesi: i tumori presacrali rappresentano una sfida rara, ma emblematica della chirurgia colorettale di frontiera, in cui anatomia, tecnologia e lavoro di squadra si fondono per garantire il miglior esito possibile.
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