Dottoressa Antonella Scutari Psicologa-Psicoterapeuta

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Dottoressa Antonella Scutari Psicologa-Psicoterapeuta Il benessere psicologico è un obiettivo per tutti,anche per i soggetti in condizione di disabilità.

12/09/2025

L' amore è innanzitutto prendersi cura dell'altro...
(…)l’amore, quello vero, richiede tempo. È un sentimento che cresce, si trasforma e resiste alle tempeste della vita. È un atto di pazienza, di ascolto e di cura.
Amare non è solo un’emozione, ma una decisione. È un impegno che prendiamo verso l’altro, e che ci richiede di dare senza pretendere sempre qualcosa in cambio. Ecco perché credo che l’amore non sia qualcosa da rincorrere o da possedere, ma da vivere. È una scoperta continua, una danza tra due persone che scelgono di camminare insieme, pur sapendo che ogni passo è incerto. Amare, in definitiva, significa accettare la vita in tutta la sua imprevedibilità e imparare, giorno dopo giorno, ad essere più veri, più autentici, e, forse, anche più felici.
Umberto Galimberti

22/08/2025

"Gli adolescenti che imparano a riconoscere e apprezzare le cose positive della vita tendono a soffrire meno di depressione. La ricerca sottolinea che la gratitudine, connessa a un aumento dell'autostima, funge da "antidepressivo" naturale per i più giovani: farebbe aumentare la stima di sé, e questo a sua volta fungerebbe da scudo contro la depressione".

Leggi l'articolo completo cliccando sul link
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https://www.focus.it/comportamento/psicologia/la-gratitudine-protegge-gli-adolescenti-dalla-depressione

21/08/2025

Mi chiedi qual è stato il mio progresso?
Ho cominciato a essere amico di me stesso.

Lucio Anneo Seneca

20/08/2025

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20/08/2025

L'applicazione della analisi transazionale nei vari contesti territoriali (scuola,lavoro, eviterebbe il sorgere di malintesi nelle relazioni che spesso sono alla base di conflitti.

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19/07/2025

Il CRITICISMO GENITORIALE è caratterizzato da un ricorso ripetitivo e pervasivo al rimprovero.

L’amore manifestato dai genitori è condizionato alla performance del bambino e le approvazioni sono INCONSISTENTI;
il bambino non si sente mai soddisfatto perché il suo comportamento non è mai abbastanza corretto per guadagnare l’approvazione dei genitori e attua uno SFORZO continuo per ottenerla.

Il bambino sviluppa così credenze di base su se stesso che possono riguardare la convinzione di incapacità personale, bassa autostima, propensione ad attribuzioni di COLPA e disorientamento personale con attitudine a costruirsi un’identità e stima di sé sulla base dell’opinione ALTRUI.

Il soggetto si adegua ad un criterio di valutazione esterno, normativo, favorendo così la formazione della tendenza sistematica all’autocritica tipica delle persone timide e degli ansiosi sociali.

Questo tipo di comunicazione “inferiorizzante” è un potente strumento di CONTROLLO del comportamento dell’altro che lo fa sentire DIPENDENTE e quindi bisognoso di approvazione.
Questo atteggiamento aumenta dunque l’autostima del rimproveratore che recupera POTERE nella relazione.

Gli adolescenti che subiscono un parenting controllante hanno più probabilità di sviluppare un orientamento al PERFEZIONISMO MALADATTIVO (caratterizzato da autovalutazioni negative), che a sua volta li rende più vulnerabili ai sintomi depressivi.

L’autocritica può risultare come strategia impiegata per correggere continuamente se stessi e quindi evitare la possibilità di ricevere critiche da altri e dover far fronte al relativo dolore emotivo.

L’autocritica sembra essere una delle più considerevoli componenti PATOLOGICHE del perfezionismo.

La dipendenza dai criteri normativi con la continua preoccupazione che il proprio comportamento sia giusto o sbagliato è riscontrabile nel disturbo ossessivo-compulsivo.

In queste persone il senso di responsabilità e timore della colpa è talmente forte da non poter essere immaginato, affrontabile.

Sembra esserci una trasmissione intergenerazionale del criticismo (come una sorta di stato mentale appreso): nella pratica clinica si è potuto osservare che coloro che sono stati fortemente rimproverati fin da piccoli dai genitori, o da chi si è preso cura di loro, tendono a loro volta a diventare “grandi rimproveratori”.

Il criticismo genitoriale è un fattore predisponte anche nei disturbi del comportamento alimentare e nel disturbo bipolare.

[Articolo tratto dal sito "State of Mind"]

È a causa del criticismo genitoriale che si cresce inconsciamente convinti di dover essere perfetti per Vivere.
Risultato? Una depressione esistenziale con sintomi sempre più pervasivi e insidiosi, come base.

09/07/2025

In generale la parola inclusione si riferisce all' atto di includere ,inserire qualcosa o qualcuno in un insieme piu ampio.

In ambito sociale l' inclusione va oltre il semplice inserimento ed implica l' accettazione,la valorizzazione e la partecipazione di tutti, indipendentemente dalle differenze.
Significa sentirsi parte di un gruppo ,di una comunità ed avere pari opportunità di accesso a risorse e diritti.
APPARTENENZA:sentirsi parte di un gruppo e di una società.
ACCETTAZIONE:essere riconosciuti e valorizzati per cio che si e',senza dover nascondere le proprie differenze.
PARI OPPORTUNITÀ:avere accesso alle stesse risorse e opportunità di crescita.
PARTECIPAZIONE:poter contribuire attivamente alla vita della comunità.
In ambito disabilità tutto ciò rimane una utopia,nonostante le differenze individuali di ciascuno individuo prevederebbe l' inclusione degli stessi nei contesti a loro idonei,di fatto si sono spesso creati dei gruppi ristretti dove essi sono stati relegati(vedi nello sport o nelle attività del tempo libero).Poche sono infatti le opportunità che molti dei soggetti con disturbo del neurosviiluppo hanno di essere inseriti in contesti frequentati da soggetti con sviluppo neurotipico.
A volte basta la parola disabilità nel fare scattare nella mente di chi si occupa di loro (operatori Asl,servizi sociali, cooperative) un elenco di servizi offerti per gli stessi disabili senza tener conto delle differenze e delle abilità che permetterebbe a molti di essi di poter svolgere la stessa attività,in contesti aperti a tutti,nei quali finalmente la parola INCLUSIONE, tanto abusata , avrebbe un senso aiutando gli stessi ad implementare le proprie competenze e ad acquisirne delle altre attraverso il modeling con i compagni con sviluppo neurotipico.

08/07/2025

"Amore liquido: sulla fragilità dei legami affettivi" è un'opera del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman che esplora la natura mutevole delle relazioni umane nella modernità. Bauman utilizza il termine "liquido" per descrivere la condizione contemporanea dei legami affettivi, caratterizzati da una mancanza di forma solida e stabile, in un mondo dove tutto sembra essere temporaneo e in costante cambiamento.

Il libro si addentra nel cuore della società moderna, dove le relazioni sono diventate come beni di consumo: facilmente sostituibili e scartabili. Bauman analizza come l'amore e le connessioni interpersonali siano influenzati dalla cultura del "usa e getta", evidenziando come questo approccio influenzi la nostra capacità di formare legami duraturi e significativi.

La tesi centrale del libro è che viviamo in un'epoca di insicurezza relazionale, dove l'individualismo e la paura dell'impegno impediscono alle persone di stabilire relazioni profonde. Bauman sostiene che la società contemporanea spinga gli individui verso una sorta di narcisismo relazionale, dove l'altro diventa un mezzo per la propria gratificazione piuttosto che un fine in sé.

"Amore liquido" è anche un'analisi critica del ruolo della tecnologia nelle nostre vite sentimentali. Bauman esplora come i mezzi di comunicazione digitale, come i social media e le app di incontri, abbiano trasformato il modo in cui interagiamo, creando illusioni di connessione senza la necessità di un vero impegno emotivo.

Bauman ci offre una riflessione profonda sulle sfide che affrontiamo nel cercare di costruire e mantenere relazioni in un mondo che valorizza la mobilità, la flessibilità e la libertà individuale a scapito della sicurezza emotiva e dell'intimità. Il libro è un invito a riconsiderare i nostri valori e le nostre aspettative in amore, e a cercare modi più autentici e duraturi di connetterci gli uni agli altri.

Zygmunt Bauman è stato un sociologo e filosofo polacco nato il 19 novembre 1925 a Poznań, Polonia. Durante la Seconda guerra mondiale, si rifugiò nell'Unione Sovietica e servì in un'unità militare sovietica. Dopo la guerra, studiò Sociologia all'Università di Varsavia e durante una permanenza alla London School of Economics, preparò una dissertazione sul socialismo britannico pubblicata nel 1959.

Il suo pensiero inizialmente era vicino alla dottrina marxista ufficiale, ma successivamente si avvicinò alle idee di Antonio Gramsci e Georg Simmel. A seguito di una epurazione antisemita in Polonia nel 1968, Bauman emigrò prima in Israele, dove insegnò all'Università di Tel Aviv, e poi in Inghilterra, dove accettò una cattedra di Sociologia presso l'Università di Leeds.

Bauman è noto per le sue ricerche sui temi della stratificazione sociale e del movimento dei lavoratori, e per i suoi studi sulla modernità e la postmodernità, in particolare sulla mercificazione delle esistenze e sull'omologazione planetaria. Zygmunt Bauman è morto il 9 gennaio 2017 a Leeds, Inghilterra.

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08/07/2025

«Molte persone concepiscono l'amore in maniera possessiva. Mia moglie, mio marito... togliete questi possessivi. Non c'è niente di vostro, l'altro è un altro. Anche i matrimoni possono essere possibili solo se partono dal concetto che Lei o Lui è un altro.
La condizione elementare e fondamentale per continuare a vivere si chiama amore. L'aveva detto bene Freud: la vita funziona se qualcuno ci ama. Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. Noi viviamo finché c'è qualcuno che ci ama: sono convinto che molte persone anziane 'se ne vanno' perché nessuno le ama più.
L'amore è la categoria della vita ma comporta una condizione di gratuità: oggi mancano le condizioni dell'amore perché la gratuità viene derisa e vista con sufficienza, come qualcosa di patetico e l'Altro viene, considerato come un oggetto, qualcosa da rivendicare come nostro, come possesso. Ma voler possedere l'altro, significa non amare. Come diceva Fromm: L'amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L'amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo».

- Umberto Galimberti

16/05/2025

«Quando finisce un amore…non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché. In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità; l'amore è uno stato ove per il tempo in cui siamo innamorati, non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro; e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità. Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra identità dall'amore dell'altro.E allora, dopo il congedo, il lavoro non è di cercare di recuperare la relazione dell'altro, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento»
Umberto Galimberti

05/05/2025

Esorterei i professori a usare meno il computer. A che serve? Gli studenti, nativi digitali, ne sanno più di chi dovrebbe insegnare loro l’informatica.
Ai ragazzi internet fornisce, dopo anni di guerra al nozionismo, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non regala senso critico, connessione dei dati e, quindi, conoscenza.
I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati. Questi ragazzi bisogna educarli al sentimento per evitare l’analfabetismo emotivo: la base emotiva è fondamentale per distinguere tra bene e male, tra cosa è grave e cosa non lo è. E bisogna farli parlare in classe. Il linguaggio si è impoverito. Si stima che un ginnasiale, nel 1976, conoscesse 1600 parole, oggi non più di 500. Numeri che si legano alla diminuzione del pensiero, perché non si può pensare al di là delle parole che conosciamo. E la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero.

Umberto Galimberti

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