
15/08/2025
Primo giorno di scuola: per un alunno con disabilità ogni ora persa è un messaggio di esclusione
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani evidenzia con fermezza come l’assenza degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione dal primo giorno di scuola per gli alunni con disabilità rappresenti una frattura educativa e sociale profonda. Non si tratta di un ritardo tecnico o di un problema di tempistiche amministrative, ma di un vulnus ai diritti fondamentali sanciti dalla Legge 104/1992, dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Dal punto di vista socioeducativo, i primi giorni di scuola hanno un valore formativo determinante: si costruiscono i legami interpersonali, si avviano le dinamiche di apprendimento e si consolida il senso di appartenenza alla comunità scolastica. Privare un bambino del proprio assistente in questa fase significa condizionare negativamente la sua esperienza scolastica, incidendo sull’autostima, sulla motivazione e sulla possibilità di partecipare in maniera piena alle attività didattiche e relazionali.
I dati ISTAT 2023-2024 delineano un quadro strutturalmente diseguale: oltre 20.000 studenti italiani con diritto all’assistente non lo ricevono; nel Mezzogiorno il rapporto medio è di un assistente ogni 7,5 alunni con disabilità, contro uno ogni 3,3 nel Centro Italia. Questa disparità territoriale non è un dettaglio statistico, ma un indicatore di discriminazione sistemica che si aggiunge a quella legata alla condizione individuale.
Ogni studente con disabilità è portatore di esigenze specifiche e non standardizzabili. Ridurre il numero di ore di assistenza a un criterio uniforme e generico equivale a ignorare la realtà e a svuotare di senso il concetto di inclusione, trasformandolo in un adempimento burocratico. Un sistema scolastico che accetta questa logica trasmette il messaggio implicito che alcuni diritti possano essere graduati o differiti in base a vincoli organizzativi o economici.
La gestione delle risorse pubbliche, a livello locale e nazionale, riflette la gerarchia di valori di una società. La scelta di destinare fondi ad attività ricreative e manifestazioni, pur importanti per la vita comunitaria, prima di garantire il pieno accesso all’istruzione, rivela un ordine di priorità che non colloca il diritto all’educazione e alla dignità della persona al vertice.
Alla luce di questa situazione, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rivolge un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché intervenga con misure concrete e urgenti per garantire la presenza degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sin dal primo giorno di scuola, assicurando che l’inclusione diventi pratica reale e non solo principio teorico. È necessario un piano nazionale strutturato, che superi le discrepanze territoriali e confermi che l’istruzione inclusiva è una priorità assoluta, non un optional.
Il primo giorno di scuola non è una data neutra nel calendario: è il momento in cui la comunità scolastica definisce se ogni bambino sarà incluso o escluso dal processo educativo fin dal principio. Ogni ritardo nell’assistenza è una sottrazione di opportunità e un passo indietro rispetto ai principi di uguaglianza e pari dignità sanciti dalla Costituzione.